Con l’approvazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 31 luglio 2024 n. 126, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 settembre 2024 n. 212, si introduce una significativa novità nell’ambito fiscale italiano: la disciplina della procedura di ravvedimento guidato all’interno del regime di adempimento collaborativo.

Questo regolamento rappresenta un importante passo avanti nella gestione delle omissioni e delle irregolarità commesse dai contribuenti nell’applicazione delle disposizioni tributarie, offrendo una via strutturata per la regolarizzazione spontanea delle violazioni.

 

Introduzione al Ravvedimento Guidato nell’Adempimento Collaborativo

Il ravvedimento operoso è uno strumento fondamentale nel sistema tributario italiano, permettendo ai contribuenti di sanare spontaneamente violazioni commesse in materia fiscale. Con l’introduzione della procedura di ravvedimento guidato, si arricchisce il panorama normativo, offrendo ai contribuenti ammessi al regime di adempimento collaborativo un percorso più definito e strutturato per la regolarizzazione delle proprie posizioni.

Il Decreto n. 126 del 31 luglio 2024 stabilisce le modalità attraverso le quali i contribuenti possono avvalersi di questa procedura, delineando un quadro chiaro delle azioni da intraprendere e delle tempistiche da rispettare. Questa innovazione normativa si inserisce nell’ambito delle politiche volte a promuovere la trasparenza e la collaborazione tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti, favorendo un approccio preventivo e proattivo nella gestione degli obblighi fiscali.

 

Il Regime di Adempimento Collaborativo

Il regime di adempimento collaborativo rappresenta un modello di relazione avanzata tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti, basato sulla fiducia reciproca e sulla trasparenza. I contribuenti ammessi a questo regime sono tenuti a comunicare preventivamente situazioni suscettibili di generare rischi fiscali, instaurando un dialogo costante con l’amministrazione finanziaria.

In questo contesto, la procedura di ravvedimento guidato si configura come uno strumento complementare, offrendo la possibilità di regolarizzare omissioni o irregolarità in modo strutturato e condiviso con l’Agenzia delle Entrate. Tale procedura è consentita esclusivamente per i periodi di applicazione del regime di adempimento collaborativo, sottolineando l’importanza della tempestività e della cooperazione nel rapporto tra contribuente e amministrazione.

 

La Procedura di Ravvedimento Guidato: Modalità e Tempistiche

Per avvalersi della procedura di ravvedimento guidato, i contribuenti devono presentare una comunicazione qualificata al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Questa comunicazione deve essere inviata entro nove mesi antecedenti la decadenza dei termini di accertamento, rispettando così una tempistica precisa che garantisce l’efficacia della regolarizzazione.

La comunicazione qualificata deve contenere tutti gli elementi informativi necessari a consentire all’Ufficio una disamina esauriente della fattispecie. In particolare, è fondamentale fornire dettagli completi sulle imposte dovute, le sanzioni applicabili e gli interessi correlati alla violazione rilevata. Questo livello di dettaglio è essenziale per instaurare un contraddittorio efficace con l’amministrazione finanziaria e per pervenire a una definizione condivisa della posizione fiscale.

 

Il Contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate

L’articolo 3 del regolamento disciplina il contraddittorio tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. Il contraddittorio è un momento cruciale della procedura di ravvedimento guidato, in cui le parti possono confrontarsi sugli elementi emersi e sulle modalità di regolarizzazione.

 

Durante questa fase, il contribuente ha l’opportunità di fornire ulteriori chiarimenti e documentazione a supporto della propria posizione, mentre l’Agenzia delle Entrate può richiedere integrazioni o proporre eventuali adeguamenti. Questo dialogo è finalizzato a garantire una valutazione accurata e condivisa delle violazioni commesse e delle relative conseguenze fiscali.

 

Conclusione della Procedura e Regolarizzazione

L’articolo 4 del regolamento stabilisce le modalità di conclusione della procedura di ravvedimento guidato. La regolarizzazione avviene attraverso il versamento degli importi dovuti, determinati in base all’atto di ricalcolo o allo schema di ricalcolo predisposto dall’Agenzia delle Entrate. In presenza dei presupposti previsti, il contribuente è tenuto anche alla presentazione della dichiarazione integrativa.

Il versamento delle somme dovute e l’eventuale presentazione della dichiarazione integrativa sanciscono la conclusione positiva della procedura, permettendo al contribuente di sanare la violazione commessa e di evitare le sanzioni più gravose previste in caso di accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria.

 

Importanza della Procedura di Ravvedimento Guidato

L’introduzione della procedura di ravvedimento guidato nell’ambito dell’adempimento collaborativo rappresenta un’importante evoluzione nel rapporto tra contribuenti e amministrazione fiscale. Questo strumento consente di promuovere la compliance spontanea, incentivando i contribuenti a regolarizzare tempestivamente eventuali omissioni o irregolarità.

Il ravvedimento guidato offre inoltre una maggiore certezza giuridica, grazie alla definizione condivisa della posizione fiscale e alla riduzione delle sanzioni applicabili. Questo approccio collaborativo contribuisce a migliorare l’efficienza dell’amministrazione fiscale, riducendo il contenzioso e favorendo una gestione più efficace delle risorse.

Per i contribuenti ammessi al regime di adempimento collaborativo, la possibilità di avvalersi della procedura di ravvedimento guidato rappresenta un’opportunità significativa per gestire in modo proattivo la propria posizione fiscale. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle tempistiche e ai requisiti previsti dal decreto.

 

La presentazione tempestiva della comunicazione qualificata e la predisposizione accurata della documentazione richiesta sono elementi chiave per il buon esito della procedura. Inoltre, il contribuente deve essere pronto a interagire attivamente con l’Agenzia delle Entrate durante la fase di contraddittorio, fornendo tutti i chiarimenti necessari e collaborando alla definizione della regolarizzazione.

 

È fondamentale che i contribuenti siano adeguatamente informati e preparati per sfruttare appieno le opportunità offerte da questa nuova normativa, assicurando così una gestione responsabile e trasparente delle proprie obbligazioni fiscali.

Per consulenze ed approfondimenti il nostro Studio è a vostra completa disposizione.

 

Nel mese di giugno 2024, il fatturato dell’industria italiana ha mostrato una leggera crescita in termini congiunturali, con un aumento dello 0,1% in valore rispetto al mese precedente. Tuttavia, in termini di volume, si è verificata una diminuzione dello 0,7%. Questa discrepanza tra valore e volume può essere spiegata dalle dinamiche dei prezzi e dall’inflazione, che influiscono sul valore nominale delle vendite senza necessariamente riflettere un effettivo aumento delle quantità vendute.

Sul mercato interno, il fatturato ha subito una flessione dell’1,0% in valore e dell’1,6% in volume, evidenziando un rallentamento della domanda domestica. Al contrario, il mercato estero ha registrato una performance positiva, con un aumento del 2,2% in valore e dell’1,0% in volume. Questo divario suggerisce che la domanda internazionale per i prodotti italiani rimane robusta, compensando in parte la debolezza del mercato interno. Le esportazioni continuano a rappresentare un motore fondamentale per l’industria italiana, trainate dalla qualità dei prodotti e dalla competitività sui mercati globali.

Analizzando i diversi settori industriali, emerge un quadro eterogeneo. I beni intermedi, come materie prime e semilavorati, hanno registrato un aumento del fatturato dell’1,7%, riflettendo una maggiore domanda da parte delle industrie manifatturiere. Al contrario, i beni strumentali, che includono macchinari e attrezzature, hanno subito un leggero calo dello 0,4%, mentre il settore dell’energia ha mostrato una diminuzione più marcata del 5,8%. I beni di consumo, infine, non hanno mostrato variazioni significative, mantenendosi stabili rispetto al mese precedente.

Per quanto riguarda il settore dei servizi, a giugno 2024 si è osservata una diminuzione del fatturato sia in termini di valore (-0,7%) che in volume (-1,0%). Questo calo rispecchia una riduzione della domanda in diverse aree dei servizi, con impatti negativi che si sono fatti sentire in settori come il commercio all’ingrosso, il commercio e la riparazione di autoveicoli, e altri servizi collegati al terziario avanzato.

Il commercio all’ingrosso, in particolare, ha subito un rallentamento, complice una minore domanda interna e un calo delle scorte, mentre il comparto delle riparazioni di autoveicoli ha risentito dell’incertezza economica che ha spinto i consumatori a posticipare spese non essenziali. Questi andamenti negativi nei servizi indicano una certa fragilità nella ripresa economica, segnalando la necessità di misure di stimolo per sostenere la domanda interna e incoraggiare il consumo.

Rispetto al settore industriale, il comparto dei servizi appare meno dinamico, con una crescita che risulta limitata a specifiche nicchie di mercato e una domanda che rimane sotto pressione a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi di gestione. Tuttavia, la crescita dei servizi digitali e tecnologici offre un potenziale positivo per i prossimi mesi, con una crescente domanda per servizi innovativi e ad alto valore aggiunto.

Guardando al secondo trimestre del 2024, il fatturato dell’industria italiana ha registrato un calo dell’1,1% sia in valore che in volume rispetto al trimestre precedente. Questo dato evidenzia una contrazione significativa, che riflette un indebolimento della domanda globale e una stagnazione delle attività produttive. La riduzione del fatturato è stata omogenea tra i diversi settori, con flessioni più marcate nei comparti dei beni strumentali e intermedi.

Nello stesso arco temporale, il fatturato dei servizi ha mostrato una crescita dello 0,3% in valore, mentre è rimasto invariato in volume. Questo suggerisce che, sebbene vi sia stata una lieve espansione del mercato dei servizi, essa è stata principalmente influenzata dall’aumento dei prezzi piuttosto che da un effettivo incremento delle quantità di servizi forniti. L’andamento del settore dei servizi, comunque, riflette una maggiore resilienza rispetto all’industria, grazie alla diversificazione dell’offerta e alla crescente digitalizzazione che permette alle imprese di accedere a nuove fasce di mercato.

Nel complesso, questi dati trimestrali segnalano una ripresa ancora fragile e disomogenea, con un settore industriale che continua a fare i conti con le incertezze globali e un comparto dei servizi che cerca nuove strade per sostenere la crescita.

Ricordiamo le principali scadenze di Settembre 2024
☑ Lunedì 16 Settembre
-Versamento IVA e ritenute – Agosto
-Rateazione Imposte Dirette
☑ Mercoledì 25 Settembre
– Mod. INTRA – Agosto
☑ Lunedì 30 Settembre
– Comunicazione LIPE – 2° trimestre
– Mod. 730/2024 – anno 2023 (Termini differenziati per CAF/professionisti)
– Adempimenti societari ex art 2086 C,C ( valutazioni dell’organo amministrativo in ordine all’andamento della gestione 2024)
– Comunicazione spese al Sistema TS – 1° semestre 2024 (DM 8.2.2024)
– Versam. Ravv. speciale (7a rata trim. di 8), Liti fiscali pendenti (6a rata trim. di max 20), Rate ist. definitori (7a rata trim. di max 20)
(Commi 174, 194 e 220, L. 197/2022 – Ravv. speciale anno 2022 (3a rata trim. di 4) – DL 215/23)
Per qualsiasi domanda il nostro team di esperti è a vostra disposizione.
Non esitate a contattarci per ulteriori dettagli e assistenza personalizzata!

Il ravvedimento operoso è un meccanismo che permette ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente la propria posizione fiscale beneficiando di sanzioni ridotte.

Con l’entrata in vigore del D.lgs. 87/2024, prevista per il 1° settembre 2024, sono state introdotte importanti novità che rendono le sanzioni meno onerose per le violazioni commesse a partire da questa data.

Il ravvedimento operoso consente ai contribuenti di sanare le proprie irregolarità fiscali versando una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. Questo strumento, previsto dall’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, mira a incentivare la compliance fiscale, offrendo una via più economica e rapida per regolarizzare le posizioni fiscali irregolari.

Le Modifiche Introdotte dal D.lgs. 87/2024

Il D.lgs. 87/2024 ha riformato significativamente il regime delle sanzioni amministrative per le violazioni fiscali, introducendo percentuali di riduzione più vantaggiose.

Le nuove disposizioni si applicano esclusivamente alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, offrendo ai contribuenti un incentivo a regolarizzare tempestivamente le proprie posizioni.

Una delle principali novità riguarda la riduzione delle sanzioni. Ad esempio, per le violazioni relative a versamenti tardivi, la sanzione è ridotta dal 30% al 25% dell’imposta non versata. Inoltre, le sanzioni vengono ulteriormente ridotte in base al tempo trascorso dalla violazione, con percentuali decrescenti quanto più tempestivo è il ravvedimento.

Il ravvedimento operoso è articolato su diverse finestre temporali, ognuna delle quali comporta una diversa entità della sanzione ridotta:

  • Ravvedimento entro 30 Giorni dalla Violazione Per i ravvedimenti effettuati entro 30 giorni dalla violazione, la sanzione è ridotta a 1/10 del minimo. Questa finestra temporale è particolarmente vantaggiosa per i contribuenti che desiderano regolarizzare rapidamente la propria posizione senza incorrere in sanzioni pesanti.
  • Ravvedimento entro 90 Giorni dalla Violazione Se il ravvedimento avviene entro 90 giorni, la sanzione è ridotta a 1/9 del minimo. Questo periodo offre ancora un’opportunità significativa per ridurre l’onere sanzionatorio, sebbene sia meno vantaggioso rispetto ai primi 30 giorni.
  • Ravvedimento entro 1 Anno dalla Violazione Il ravvedimento entro l’anno dalla violazione prevede una sanzione ridotta a 1/8 del minimo. Questo permette ai contribuenti di beneficiare di una riduzione rilevante, purché si attivino entro un anno dalla data della violazione.
  • Ravvedimento oltre 1 Anno dalla Violazione Per le violazioni regolarizzate oltre l’anno, la sanzione è ridotta a 1/7 del minimo. Sebbene meno vantaggiosa rispetto alle precedenti finestre temporali, questa opzione rappresenta comunque un risparmio significativo rispetto alle sanzioni ordinarie.

Interessi Moratori e Calcolo

Oltre alle sanzioni ridotte, è necessario calcolare e versare anche gli interessi moratori. Questi sono calcolati al tasso legale, che dal 1° gennaio 2024 è pari al 2,5%, con maturazione giorno per giorno. La corretta applicazione degli interessi è fondamentale per completare il processo di ravvedimento.

Per procedere al ravvedimento operoso, il contribuente deve effettuare il pagamento del tributo non versato, degli interessi moratori e della sanzione ridotta. La regolarizzazione si considera completata solo con il pagamento contestuale di tutte queste componenti.

Le nuove regole introdotte dal D.lgs. 87/2024 offrono riduzioni più significative rispetto al regime precedente. Questo rende il ravvedimento operoso una soluzione ancora più conveniente per chi desidera sanare le proprie irregolarità fiscali.

La complessità delle norme fiscali rende spesso necessario l’intervento di un professionista. Rivolgersi a un commercialista può aiutare a evitare errori e a sfruttare al meglio le opportunità di ravvedimento operoso e guidare il contribuente attraverso ogni fase del processo, assicurando una corretta applicazione delle norme.

 

Domande Frequenti (FAQ)

  1. Cos’è il ravvedimento operoso? Il ravvedimento operoso è una procedura che consente ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente le proprie violazioni fiscali, beneficiando di sanzioni ridotte.
  2. Quali sono le novità introdotte dal D.lgs. 87/2024? Il decreto ha ridotto le sanzioni per le violazioni fiscali commesse a partire dal 1° settembre 2024, introducendo nuove percentuali di riduzione basate sul tempo trascorso dalla violazione.
  3. Come si calcolano le sanzioni ridotte? Le sanzioni ridotte si calcolano applicando percentuali decrescenti in base alle tempistiche del ravvedimento: 1/10 entro 30 giorni, 1/9 entro 90 giorni, 1/8 entro un anno, ecc.
  4. Cosa succede se non si rispettano le tempistiche del ravvedimento? Se non si rispettano le tempistiche previste, si applicano le sanzioni ordinarie, che sono significativamente più alte rispetto a quelle ridotte.
  5. Perché è consigliabile rivolgersi a un commercialista? Un commercialista può fornire assistenza personalizzata, assicurando una corretta applicazione delle norme e aiutando a evitare errori costosi durante il processo di ravvedimento.

Per ulteriori chiarimenti, consulenze o assistenza personalizzata, rimaniamo  a vostra disposizione.

Dal 7 luglio è in vigore la Legge 95/2024, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2024, che include la conversione in legge, con modifiche, del D.L. 60/2024, noto come “Decreto Coesione“.

Aspetti Normativi e Fiscali

Le modifiche normative introdotte dal Decreto Coesione 2024 hanno implicazioni fiscali significative per i datori di lavoro. È essenziale comprendere:

  • I dettagli delle nuove norme e come queste influenzano la gestione delle risorse
  • Gli impatti fiscali delle agevolazioni, inclusi gli esoneri contributivi e gli incentivi finanziari.
  • Le procedure per la documentazione e la verifica delle assunzioni e delle trasformazioni

Con l’introduzione di queste numerose novità e opportunità per i datori di lavoro e i sostituti d’imposta, è indispensabile che le aziende siano informate e preparate a sfruttare al meglio queste agevolazioni per migliorare la propria competitività e sostenibilità.

Tra le novità:

Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)

Una delle principali novità introdotte riguarda la disciplina dell’indennità straordinaria ISCRO. Questa misura, pensata per garantire continuità reddituale e operativa ai lavoratori autonomi, ha subito modifiche significative:

  • La partecipazione ai percorsi di aggiornamento professionale, inizialmente condizionenecessaria per l’erogazione dell’indennità, è ora semplicemente “accompagnata” da tali percorsi. Questo significa che i beneficiari non saranno obbligati a seguire i corsi, ma saranno riorganizzate.
  • I beneficiari devono autorizzare l’inserimento dei loro dati nel Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SISSL) e al Sistema unitario di politiche del lavoro. Questo è necessario per la sottoscrizione del patto di attivazione digitale, che permette la convocazione da parte dei centri per l’impiego.

Bonus Donne

Il Decreto Coesione introduce un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni di donne svantaggiate. Questa misura, prevista dall’articolo 23 del decreto, non ha subito modifiche durante l’iter di conversione. Le categorie di beneficiarie includono:

  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno.
  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, nei settori con un tasso di disparità di genere superiore almeno del 25% rispetto alla media.
  • Donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque

L’esonero contributivo spetta nel limite di 650 euro mensili e solo se realizza un incremento occupazionale netto tra il numero di lavoratori occupati in ciascun mese e la media dei 12 mesi precedenti.

Bonus Giovani

Il Decreto Coesione riconferma l’agevolazione prevista dall’art.22 del DL 60/2024, che prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo
  • Le trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, effettuate tra il 01.09.2024 e il 31.12.2025.

Questa agevolazione è rivolta a giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato. L’esonero spetta nel limite di 500 euro mensili per ciascun lavoratore, che salgono a 650 nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Bonus ZES Mezzogiorno

Durante l’iter di conversione del decreto è stato riconfermato l’esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo indeterminato di personale non
  • Effettuate tra il 09.2024 e il 31.12.2025.
  • Da datori di lavoro privati che occupano fino a 10
  • Presso una sede o unità produttiva ubicata nella ZES unica per il

Le assunzioni devono riguardare soggetti over 35 disoccupati da almeno 24 mesi. L’esonero spetta nel limite di 650 euro su base mensile per lavoratore. È stato inoltre chiarito che il Bonus Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno non si applica ai rapporti di apprendistato e di lavoro domestico. Le regioni coinvolte sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Proroga Attività Agenzie Portuali e Incremento Finanziamenti

Un’altra novità rilevante è la proroga di nove mesi per le attività delle agenzie per la somministrazione e la riqualificazione del lavoro istituite nei porti. Questa misura, introdotta nel 2017 per sostenere l’occupazione e migliorare l’efficienza operativa nel comparto del trasporto marittimo, è stata prorogata in sede di conversione del decreto. Inoltre, le risorse finanziarie per il personale non avviato al lavoro sono state incrementate a 8.800.000 euro per il 2024.

Nuove Imprese digitali ed ecologiche 2025 under 35

Il Decreto Coesione prevede anche agevolazioni per gli under 35 che avviano nuove imprese entro il 2025 nei settori della transizione digitale ed ecologica. Queste agevolazioni mirano a promuovere l’innovazione e la sostenibilità, offrendo esoneri contributivi e altri incentivi finanziari per le nuove iniziative imprenditoriali.

Per sfruttare al meglio le nuove agevolazioni introdotte dal Decreto Coesione 2024, i datori di lavoro devono essere consapevoli delle condizioni e dei requisiti necessari per accedere a questi benefici. È consigliabile:

  • Monitorare attentamente le scadenze e le procedure per l’ottenimento degli esoneri contributivi.
  • Collaborare con i consulenti del lavoro per garantire la conformità alle nuove
  • Investire in formazione e aggiornamento professionale per il personale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove misure.

Per meglio comprendere le nuove misure introdotte con il Decreto Coesione, per consulenze personalizzate ed assistenza su queste ed altre tematiche fiscali e normative, il nostro Studio è a vostra disposizione!

FAQ

  1. Cos’è il Decreto Coesione 2024? Il Decreto Coesione 2024 è una normativa che introduce varie agevolazioni e modifiche fiscali per promuovere l’occupazione e la competitività delle imprese, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno.
  2. Quali sono le principali novità per i datori di lavoro? Tra le principali novità vi sono l’esonero contributivo per le assunzioni di donne e giovani, le agevolazioni per le ZES del Mezzogiorno, e le modifiche alla disciplina ISCRO.
  3. Chi può beneficiare del Bonus Donne? Il Bonus Donne è destinato a donne di qualsiasi età che siano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti nelle regioni della ZES del Mezzogiorno, o che appartengono a settori con alta disparità di
  4. Come funziona il Bonus Giovani? Il Bonus Giovani prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni contrattuali di giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato.
  5. Cosa sono le ZES e quali vantaggi offrono? Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche nelle regioni del Mezzogiorno che beneficiano di agevolazioni fiscali e contributive per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione.

Le operazioni interne al Gruppo IVA rappresentano un tema di grande rilevanza nel panorama fiscale europeo. Recentemente, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (UE) si è espressa sulla questione dell’imponibilità dei servizi resi a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA, escludendoli dall’applicazione dell’imposta.

Cos’è un Gruppo IVA?

Un Gruppo IVA è un insieme di soggetti giuridici che, pur mantenendo la propria autonomia legale, sono considerati un’unica entità ai fini dell’IVA. Questa struttura permette ai membri del gruppo di beneficiare di semplificazioni amministrative e di evitare la doppia imposizione sulle transazioni interne. Tuttavia, la formazione di un Gruppo IVA comporta anche sfide e svantaggi, come la complessità nella gestione della detraibilità dell’IVA e l’adeguamento alle normative nazionali e comunitarie.

L’11 luglio 2024, la Corte di Giustizia UE si è pronunciata sulla causa C-184/23, stabilendo che i servizi resi a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA non sono soggetti a imposta, anche se l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta.

Questa sentenza è fondamentale poiché fornisce chiarezza sulla rilevanza ai fini dell’IVA delle operazioni interne al Gruppo, un tema che ha visto opinioni divergenti tra gli Avvocati generali della Corte.

Posizioni Divergenti degli Avvocati Generali

Gli Avvocati generali della Corte UE hanno espresso opinioni diverse riguardo all’imponibilità delle operazioni infragruppo. Da un lato, un primo orientamento sostiene che tali operazioni sono escluse dal campo di applicazione dell’IVA, considerandole operazioni infragruppo. Questa posizione è stata sostenuta nelle cause C-85/11 (Commissione/Irlanda), C-480/10 (Commissione/Svezia) e C-108/14 e C-109/14 (Larentia + Minerva e Marenave Schiffahrt).

Dall’altro lato, un orientamento opposto ritiene che le operazioni interne tra i membri del Gruppo IVA debbano essere imponibili.

La Corte ha dovuto quindi bilanciare queste posizioni divergenti per giungere a una decisione definitiva.

La sentenza della Corte di Giustizia UE ha effetti immediati per i Gruppi IVA, escludendo dall’imposta le operazioni interne. Questo significa che i servizi resi all’interno di un Gruppo IVA non saranno più soggetti all’IVA, indipendentemente dalla detraibilità dell’imposta per il destinatario. Le imprese dovranno quindi rivedere le loro pratiche fiscali e adattarsi a questa nuova normativa, che porta con sé sia vantaggi che sfide.

Per beneficiare dell’esclusione dall’IVA, le operazioni devono soddisfare determinati requisiti. In particolare, devono essere effettuate tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA e devono essere a titolo oneroso. Ad esempio, se una società del gruppo fornisce servizi di consulenza a un’altra società dello stesso gruppo, questi servizi non saranno soggetti a IVA. Tuttavia, è importantissimo che tutte le condizioni previste dalla normativa siano rispettate per evitare sanzioni e contestazioni da parte delle autorità fiscali.

Differenze tra Stati Membri

Gli Stati membri dell’UE adottano approcci diversi nella regolamentazione delle operazioni infragruppo. Ad esempio, in Italia, l’Agenzia delle Entrate ha fornito specifiche indicazioni sull’applicazione delle esclusioni per i Gruppi IVA. Altri paesi, come la Germania e la Francia, hanno normative leggermente diverse che riflettono le loro specificità fiscali. È essenziale che le imprese multinazionali siano consapevoli di queste differenze e si adeguino di conseguenza per garantire la conformità in ogni giurisdizione.

Detraibilità dell’IVA

La detraibilità dell’IVA è un concetto fondamentale nella gestione fiscale delle imprese. La sentenza della Corte di Giustizia UE specifica che, anche se le operazioni interne al Gruppo IVA sono escluse dall’imposta, l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta. Questo implica che le imprese devono prestare particolare attenzione alla gestione della detraibilità per evitare impatti negativi sul cash flow e sulla pianificazione fiscale.

La sentenza della Corte di Giustizia UE rappresenta un cambiamento significativo nella gestione delle operazioni interne ai Gruppi IVA. Escludendo queste operazioni dall’imposta, la Corte ha fornito chiarezza su un tema controverso e ha introdotto nuove sfide per le imprese.

Per adattarsi alla nuova normativa, le imprese dovranno rivedere le loro procedure interne e assicurarsi di rispettare tutte le condizioni previste e tenere conto delle diverse normative nazionali per assicurarsi di essere conformi in ogni giurisdizione in cui operano.

È consigliabile consultare esperti fiscali per valutare l’impatto della sentenza e implementare strategie che ottimizzino la gestione dell’IVA.
Il nostri esperti sono a disposizione per chiarire ogni eventuale dubbio, per consulenze e per assistenza personalizzata.

 

FAQ

  1. Cos’è un Gruppo IVA? Un Gruppo IVA è un insieme di soggetti giuridici che vengono considerati come un’unica entità ai fini dell’IVA, beneficiando di semplificazioni amministrative e riduzione della doppia imposizione.
  2. Quali sono le implicazioni della sentenza della Corte di Giustizia UE? La sentenza esclude dall’imposta le operazioni interne ai Gruppi IVA, influenzando la gestione fiscale delle imprese e la detraibilità dell’IVA.
  3. Come si applicano le esclusioni dall’IVA? Le esclusioni si applicano alle operazioni a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA, a condizione che tutte le normative siano rispettate.
  4. Quali sono le differenze tra gli Stati membri nella regolamentazione delle operazioni infragruppo? Gli Stati membri adottano approcci diversi; le imprese devono adeguarsi alle specifiche normative nazionali per garantire la conformità.
  5. Qual è l’impatto della sentenza sulla detraibilità dell’IVA? Anche se le operazioni interne sono escluse dall’imposta, l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta, influenzando il cash flow e la pianificazione fiscale delle imprese.

 

Il termine per il pagamento del saldo IVA 2023 è fissato al 31 luglio 2024 e riguarda tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito. Questo include anche coloro che non hanno rispettato le scadenze precedenti del 19 marzo o del 1° luglio 2024. In particolare, sono interessati i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) e che dichiarano ricavi o compensi entro i limiti stabiliti dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il saldo IVA 2023 può essere pagato in unica soluzione o rateizzato. Se si opta per il pagamento rateale, le rate devono essere di pari importo e la prima rata deve essere versata entro il termine ordinario di pagamento dell’IVA in unica soluzione. Le rate successive devono essere pagate entro il giorno 16 di ogni mese, con l’aggiunta di un interesse fisso dello 0,33% mensile su ciascuna rata dopo la prima.

La scadenza del 31 luglio 2024 si applica anche ai soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale. In questo caso, il pagamento del saldo IVA 2023 può essere effettuato senza applicare la maggiorazione dello 0,40% prevista per altri contribuenti. Tuttavia, per i contribuenti che non hanno effettuato il pagamento entro il 19 marzo o il 1° luglio, è prevista una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivo al 19 marzo fino al 30 giugno, più un’ulteriore maggiorazione dello 0,40%.

Il D.Lgs. n. 13/2024 disciplina l’istituto del concordato preventivo biennale, prevedendo una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione. Questo beneficio si applica ai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA e che dichiarano ricavi o compensi non superiori ai limiti stabiliti dal relativo decreto ministeriale. In questo contesto, il contribuente può godere di una proroga anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP.

Per chi sceglie la rateizzazione, è importante seguire un preciso calendario dei pagamenti. La prima rata deve essere versata entro il 18 marzo 2024, mentre le rate successive devono essere pagate entro il 16 di ogni mese. Grazie al Decreto Adempimenti (D.Lgs. n. 1/2024), l’ultima rata può essere pagata entro il 16 dicembre 2024, estendendo il termine originario del 16 novembre. Questo decreto consente ai contribuenti di perfezionare la rateizzazione senza effettuare l’opzione in dichiarazione, stabilendo una data unica di scadenza per il pagamento delle rate successive alla prima.

Il contribuente ha la possibilità di differire il pagamento del saldo IVA 2023 al 1° luglio 2024 o al 31 luglio 2024. Nel primo caso, si applica una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivi al 16 marzo, fino al 30 giugno. Nel secondo caso, si aggiunge un’ulteriore maggiorazione dello 0,40% per il periodo dal 1° luglio al 31 luglio.

Le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023 variano a seconda del tipo di soggetto che effettua il pagamento. Per le persone fisiche, le società di persone e i soggetti IRES, le date di scadenza dipendono dall’approvazione del bilancio d’esercizio e dalla chiusura dell’esercizio fiscale. È fondamentale considerare questi aspetti per determinare la corretta data di pagamento del saldo IVA.

Per i soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale, il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio senza applicare la maggiorazione dello 0,40%. Questo termine si applica anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Questa proroga rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti di regolarizzare la loro posizione fiscale senza incorrere in ulteriori costi.

Il termine del 31 luglio 2024 rappresenta una scadenza importante per il pagamento del saldo IVA 2023. I contribuenti devono assicurarsi di rispettare le modalità e le scadenze stabilite per evitare sanzioni. Per chi ha aderito al concordato preventivo biennale, il 31 luglio offre un’opportunità di differimento senza maggiorazioni, consentendo una gestione finanziaria più flessibile.

Per consulenze ed assistenza personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

FAQ

  1. Chi deve pagare il saldo IVA 2023? Tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito.
  2. Quali sono le modalità di pagamento del saldo IVA 2023? Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o rateizzato. Le rate devono essere di pari importo con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima.
  3. Quali sono le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023? Le principali scadenze sono il 18 marzo 2024, il 1° luglio 2024, e il 31 luglio 2024.
  4. Che cosa prevede il concordato preventivo biennale? Il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA.
  5. Come influisce la rateizzazione sui pagamenti del saldo IVA 2023? La rateizzazione consente di distribuire il pagamento in più rate mensili, con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima, estendendo il termine finale al 16 dicembre 2024.

Con l’approvazione definitiva del Decreto Riscossione da parte del Consiglio dei Ministri il 3 luglio, il panorama della rateizzazione delle cartelle esattoriali in Italia è destinato a cambiare significativamente a partire dal 2025.

Queste modifiche sono progettate per offrire maggiore flessibilità ai contribuenti e per allineare le procedure di riscossione alle attuali esigenze economiche del Paese.

Il Decreto Riscossione nasce dalla necessità di modernizzare e rendere più flessibili le modalità di pagamento delle cartelle esattoriali, rispondendo così alle richieste di cittadini e imprese che si trovano in difficoltà economiche. L’obiettivo principale è di offrire un sistema di rateizzazione più accessibile e sostenibile nel tempo, riducendo il carico fiscale immediato e distribuendolo su un arco temporale più ampio.

Attualmente, i contribuenti possono richiedere un piano di rateizzazione ordinario che consente di suddividere il pagamento in un massimo di 72 rate mensili. In alternativa, esiste la possibilità di accedere a un piano straordinario, che richiede una documentazione dettagliata delle difficoltà economiche, e permette di dilazionare i pagamenti fino a 120 rate, ossia 10 anni.

A partire dal 2025, il DL Riscossione introdurrà nuove modalità di rateizzazione che consentiranno di suddividere i pagamenti in periodi progressivamente più lunghi.

Inizialmente, sarà possibile optare per un piano di 84 rate mensili. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al piano ordinario attuale, poiché offre due anni aggiuntivi per saldare il debito.

Rateizzazione Semplificata

La rateizzazione semplificata prevista dal DL Riscossione permette ai contribuenti di accedere a piani di pagamento più lunghi senza dover fornire una documentazione dettagliata delle proprie difficoltà economiche, purché l’importo da rateizzare sia inferiore a 120.000 euro. Dal 2027, il numero delle rate aumenterà ulteriormente a 96 mensili, e dal 2029 sarà possibile richiedere fino a 108 rate.

Rateizzazione Estesa

Per chi si trova in situazioni economiche particolarmente difficili e può dimostrarlo tramite documentazione adeguata, la nuova normativa consente di accedere a piani di rateizzazione ancora più estesi. In questo caso, il numero di rate potrà partire da 85, 96 o 108 mensili, a seconda dell’anno di richiesta, arrivando fino a un massimo di 120 rate, equivalenti a 10 anni di pagamento.

I criteri di accesso alle nuove rateizzazioni prevedono che i contribuenti con debiti inferiori a 120.000 euro possano richiedere le rateizzazioni semplificate senza necessità di documentare dettagliatamente le proprie difficoltà economiche.

Per importi superiori, invece, sarà necessaria una documentazione più dettagliata che dimostri lo stato di difficoltà economica.

Il Decreto Riscossione stabilisce che l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) continuerà a essere il principale strumento per valutare le condizioni economiche dei richiedenti. Per le imprese, invece, sarà considerato l’indice di liquidità. Questi parametri saranno definiti più precisamente da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che indicherà anche gli eventi particolari che potranno giustificare una temporanea situazione di difficoltà economica.

Dal 2025, i contribuenti potranno optare per un piano di pagamento suddiviso in 84 rate mensili. Questo piano sarà ulteriormente esteso negli anni successivi: dal 2027, saranno disponibili piani di 96 rate mensili e dal 2029, piani di 108 rate. Questi cambiamenti graduali permetteranno di adeguare le modalità di pagamento alle esigenze economiche di un numero sempre maggiore di contribuenti.

Il decreto individua anche particolari eventi che possono far scattare una situazione di difficoltà obiettiva, permettendo ai contribuenti di accedere a piani di rateizzazione più vantaggiosi. Tra questi, si considerano fattori come calamità naturali, crisi aziendali o altri eventi eccezionali che impattano significativamente sulla capacità di pagamento del contribuente.

Le nuove disposizioni avranno un impatto significativo sulle persone fisiche e sulle ditte individuali, offrendo loro maggiore flessibilità e tempi più lunghi per adempiere ai propri obblighi fiscali. Questo è particolarmente importante in un contesto economico in cui molte famiglie e piccoli imprenditori si trovano in difficoltà finanziarie.

I nuovi parametri di valutazione per l’accesso ai piani di rateizzazione tengono conto della situazione economica reale dei contribuenti, utilizzando indicatori come l’ISEE per le persone fisiche e l’indice di liquidità per le imprese. Questo approccio mira a garantire che le agevolazioni siano concesse a chi ne ha realmente bisogno.

Rispetto alle normative precedenti, il DL Riscossione rappresenta un passo avanti significativo, introducendo maggiore flessibilità e tempi di pagamento più lunghi. Questo cambiamento è destinato a rendere più gestibili gli oneri fiscali per un numero maggiore di contribuenti, riducendo il rischio di insolvenze e contribuendo alla stabilità economica.

Benefici per i Contribuenti

I benefici per i contribuenti sono evidenti: tempi di pagamento più lunghi, maggiore flessibilità nei piani di rateizzazione e criteri di accesso semplificati per importi inferiori a 120.000 euro. Queste misure sono progettate per offrire un supporto concreto a chi si trova in difficoltà economiche, facilitando il rispetto degli obblighi fiscali.

Nonostante i numerosi vantaggi, potrebbero emergere alcune criticità. Ad esempio, l’allungamento dei tempi di pagamento potrebbe portare a un incremento degli interessi dovuti. Inoltre, la necessità di documentare dettagliatamente le difficoltà economiche per accedere ai piani di rateizzazione più estesi potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni contribuenti.

Il DL Riscossione rappresenta una riforma significativa del sistema di rateizzazione delle cartelle esattoriali in Italia. Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore dal 2025, offrono maggiore flessibilità e tempi di pagamento più lunghi, rispondendo alle esigenze di cittadini e imprese in difficoltà economiche.

Per ulteriori chiarimenti e una consulenza personalizzata sulla nuova rateizzazione delle cartelle esattoriali e le novità introdotte dal Decreto Riscossione, non esitare a contattarci: i nostri esperti sono a tua disposizione per aiutarti a comprendere al meglio le nuove disposizioni e per fornirti supporto nella gestione dei tuoi obblighi fiscali.

 

FAQs

  1. Quali sono le principali novità del DL Riscossione? Le principali novità includono l’introduzione di piani di pagamento più lunghi e flessibili, accessibili a partire dal 2025.
  2. Come posso accedere alla rateizzazione semplificata? I contribuenti con debiti inferiori a 120.000 euro possono accedere alla rateizzazione semplificata senza necessità di documentare dettagliatamente le proprie difficoltà economiche.
  3. Quali documenti sono necessari per la rateizzazione estesa? Per la rateizzazione estesa, è necessaria una documentazione che dimostri le difficoltà economiche, come l’ISEE per le persone fisiche e l’indice di liquidità per le imprese.
  4. Quali sono i nuovi piani di pagamento introdotti dal 2025? Dal 2025 sarà possibile optare per un piano di pagamento di 84 rate mensili, che aumenterà a 96 rate dal 2027 e a 108 rate dal 2029.
  5. Quali sono i benefici principali delle nuove disposizioni? I principali benefici includono tempi di pagamento più lunghi, maggiore flessibilità nei piani di rateizzazione e criteri di accesso semplificati per importi inferiori a 120.000 euro.
Prorogato dal 15 luglio al 20 settembre il termine per la presentazione al ministero del Lavoro del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile.

Il differimento del termine si è reso necessario a fronte di una serie di problematiche che – se pure già segnalate in occasione del precedente invio – hanno trovato parziale e non esaustivo accoglimento.

La legge di conversione del Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2024 come legge n. 95/2024. Questo decreto introduce una serie di misure mirate a promuovere lo sviluppo economico attraverso incentivi fiscali e contributi diretti. Tra le principali novità, troviamo il credito d’imposta per le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), nuovi incentivi per l’assunzione, e misure a sostegno dell’autoimpiego nel Centro-Nord e nel Sud Italia.

Credito di Imposta per le Zone Logistiche Semplificate (Art. 13)

Il Decreto Coesione introduce un credito di imposta per progetti di investimento iniziale compresi tra 200.000 e 100 milioni di euro. Questi progetti devono essere realizzati da imprese esistenti o nuove insediate nelle ZLS. Le agevolazioni riguardano gli investimenti in beni strumentali effettuati tra l’8 maggio e il 15 novembre 2024. Lo stanziamento previsto è di 80 milioni di euro per il 2024.

Le modalità di accesso al beneficio, i criteri e le modalità di applicazione e fruizione del credito d’imposta saranno definiti con decreto del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Istituzione delle Zone Logistiche Semplificate nelle Regioni in Transizione (Art. 13-bis)

Le ZLS si estenderanno anche alle regioni Marche e Umbria, considerate aree in transizione. La procedura di istituzione delle ZLS per queste regioni sarà disciplinata da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Autoimpiego Centro-Nord Italia e Resto al Sud 2.0 (Artt. 16, 17, 18, 19, 20 e 21)

Due nuove misure, Autoimpiego Centro-Nord Italia e Resto al Sud 2.0, sono state istituite per sostenere l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali. Queste misure sono destinate ai giovani under 35 in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, oppure inoccupati, inattivi e disoccupati. Le agevolazioni sono concesse in regime “de minimis” e comprendono un voucher per l’acquisto di beni e servizi o un contributo a fondo perduto.

Incentivi per le Assunzioni (Artt. 21, 22, 23 e 24)

Il decreto introduce quattro nuovi incentivi all’assunzione:

  1. Incentivi all’autoimpiego nei settori strategici: Esonero del 100% dei contributi previdenziali per assunzioni a tempo indeterminato di under 35 nei settori delle nuove tecnologie e della transizione digitale ed ecologica.
  2. Bonus giovani: Esonero contributivo totale per 24 mesi per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani under 35, con un limite mensile di 500 euro.
  3. Bonus donne: Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
  4. Bonus ZES: Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione a tempo indeterminato di disoccupati over 35 in una sede o unità produttiva ubicata nella ZES Unica.

Per l’operatività degli incentivi è necessario attendere i decreti attuativi del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, e, ove previsto, l’autorizzazione della Commissione Europea.

La legge di conversione del Decreto Coesione rappresenta un importante passo avanti per il sostegno e lo sviluppo economico in Italia. Con l’introduzione di agevolazioni fiscali, incentivi per l’assunzione e misure di sostegno all’autoimpiego, il governo mira a stimolare la crescita imprenditoriale e l’occupazione, specialmente nelle aree più svantaggiate e in transizione.

Per chiarimenti, approfondimenti e assistenza personalizzata sulle novità introdotte dalla legge di conversione del Decreto Coesione, vi invitiamo a contattarci. I nostri esperti sono a vostra disposizione per offrirvi consulenze su misura, garantendo il massimo supporto nell’interpretazione e nell’applicazione delle nuove normative.

 

FAQs

  1. Che cos’è il Decreto Coesione?
    • È un decreto che introduce misure per promuovere lo sviluppo economico attraverso incentivi fiscali e contributi diretti.
  2. Quali sono le principali agevolazioni previste?
    • Credito d’imposta per le Zone Logistiche Semplificate, incentivi all’assunzione, e misure di sostegno all’autoimpiego nel Centro-Nord e nel Sud Italia.
  3. Chi può beneficiare delle agevolazioni per l’autoimpiego?
    • Giovani under 35 in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, oppure inoccupati, inattivi e disoccupati.
  4. Quando entreranno in vigore le ZLS nelle regioni Marche e Umbria?
    • Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  5. Cosa prevede il Bonus donne?
    • Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.

 

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