L’anno 2025 porta con sé importanti novità fiscali per le imprese italiane, soprattutto in relazione alla tassazione sui redditi d’impresa e agli incentivi per investimenti e assunzioni. Tra le misure di maggiore impatto, spicca l’IRES premiale, una riduzione dell’aliquota d’imposta dal 24% al 20%, introdotta dalla Legge 207/2024.
Questa riduzione non è applicabile a tutte le imprese: sono escluse le società in liquidazione, quelle soggette a procedure concorsuali e quelle che determinano il reddito secondo regimi forfetari. Le imprese idonee dovranno invece dimostrare di aver destinato una parte significativa degli utili a riserva, di aver effettuato investimenti qualificati e di aver mantenuto o incrementato la propria forza lavoro.
L’obiettivo di questa misura è duplice: incentivare la patrimonializzazione delle imprese, evitando distribuzioni di utili agli azionisti, e stimolare la crescita economica attraverso investimenti mirati in innovazione e occupazione.
Cinque condizioni per accedere al beneficio
Per poter beneficiare dell’IRES premiale, le imprese devono soddisfare cinque condizioni essenziali.
- Accantonamento degli utili
La prima condizione riguarda la destinazione dell’utile d’esercizio 2024. Per accedere all’IRES premiale, almeno l’80% di tale utile deve essere accantonato in una riserva apposita, denominata “Riserva utili IRES premiale”, in conformità con la Legge 207/2024. Questo significa che le imprese non potranno distribuire la maggior parte dei loro profitti agli azionisti, ma dovranno conservarli per rafforzare la propria solidità patrimoniale.
Sebbene la normativa non vieti esplicitamente alle imprese in perdita nel 2024 di beneficiare della misura, la relazione tecnica suggerisce che solo le aziende con un utile positivo, anche minimo, possano accedere al beneficio. Inoltre, resta da chiarire se nel calcolo dell’80% possano essere inclusi altri accantonamenti obbligatori, come la riserva legale.
- Investimenti in beni 4.0 e 5.0
La seconda condizione riguarda gli investimenti effettuati tra il 1° gennaio 2025 e il 31 ottobre 2026. Per ottenere l’IRES premiale, le imprese devono realizzare investimenti in beni strumentali nuovi, rientranti nei piani Industria 4.0 o Transizione 5.0, presso strutture situate in Italia.
L’importo minimo degli investimenti deve essere pari al maggiore tra:
- Il 30% dell’80% dell’utile 2024 destinato a riserva
- Il 24% dell’utile dell’esercizio 2023
Tuttavia, vi è una soglia minima assoluta di 20.000 euro, al di sotto della quale l’agevolazione non è concessa. Rimangono alcune incertezze interpretative per le imprese costituite nel 2024 o con bilanci in perdita nel 2023, per le quali si attendono chiarimenti ufficiali.
- Stabilità dell’occupazione
La terza condizione riguarda la tutela del livello occupazionale. Per accedere alla riduzione dell’IRES, le imprese devono garantire che il numero complessivo di unità lavorative per anno (ULA) nel 2025 non sia inferiore alla media del triennio 2022-2024.
Questo requisito è stato introdotto per evitare che le imprese licenzino personale per massimizzare il risparmio fiscale. In tal senso, il mantenimento della forza lavoro è un criterio essenziale per ottenere il beneficio, imponendo alle aziende di pianificare con attenzione eventuali ristrutturazioni aziendali o tagli al personale.
- Nuove assunzioni a tempo indeterminato
La quarta condizione imposta dalla normativa per accedere all’IRES premiale riguarda l’incremento occupazionale. Le imprese devono assumere nuovi dipendenti con contratto a tempo indeterminato nel corso del 2025. Questo incremento deve essere almeno pari all’1% della media dei lavoratori a tempo indeterminato presenti nel 2024, con un minimo di una nuova assunzione.
Questa condizione è stata introdotta per incentivare le imprese a creare nuovi posti di lavoro, migliorando la stabilità del mercato occupazionale. Inoltre, la norma fa riferimento all’incremento occupazionale come previsto dall’articolo 4 del Decreto Legislativo 216/2023, il quale prevede specifici parametri per la misurazione della crescita del personale.
- Esclusione dalla Cassa Integrazione Guadagni (CIG)
Un’altra condizione fondamentale per ottenere la riduzione dell’aliquota IRES è il non utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel biennio 2024-2025. L’unica eccezione riguarda le aziende che hanno usufruito della CIG per eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai lavoratori, come previsto dall’articolo 11, lettera a), del Decreto Legislativo 148/2015.
Questo requisito è stato pensato per premiare le imprese che riescono a mantenere la continuità lavorativa dei propri dipendenti senza ricorrere ad ammortizzatori sociali, rafforzando così il mercato del lavoro e la stabilità aziendale.
Il risparmio fiscale derivante dall’applicazione dell’IRES premiale consiste in una riduzione di quattro punti percentuali dell’aliquota d’imposta, passando dal 24% al 20%. Questa agevolazione si applica sull’intero reddito imponibile dell’esercizio 2025, indipendentemente dall’ammontare dell’utile 2024 accantonato o dal costo degli investimenti effettuati.
Ad esempio, se un’azienda ha un utile di 80.000 euro nel 2024 e accantona l’80% in una riserva apposita, effettuando investimenti qualificati per almeno 24.000 euro, e presenta un reddito imponibile di 1.500.000 euro nel 2025, il risparmio fiscale sarà pari a 60.000 euro.
Tuttavia, se la società dovesse registrare una perdita nel 2025, il beneficio non sarebbe applicabile. Inoltre, l’agevolazione non si estende alla parte di reddito compensata da perdite fiscali pregresse riportate a nuovo.
Le aziende che usufruiscono dell’IRES premiale devono rispettare determinati vincoli per mantenere il beneficio fiscale. In particolare, gli investimenti effettuati non possono essere ceduti, dismessi o delocalizzati all’estero fino al termine del quinto anno successivo all’acquisto. Questo significa che, per gli investimenti realizzati nel 2025, il vincolo resterà in vigore fino al 31 dicembre 2030 o, nel caso di investimenti realizzati nel 2026, fino al 31 dicembre 2031.
Inoltre, la riserva degli utili accantonati non potrà essere distribuita ai soci fino alla chiusura del secondo esercizio successivo, ovvero fino al 31 dicembre 2026. Qualora la riserva venisse distribuita prima di tale data, l’azienda perderebbe il beneficio fiscale e dovrebbe restituire l’importo corrispondente alla riduzione d’imposta ottenuta.
La riduzione dell’aliquota IRES può essere cumulata con altre agevolazioni fiscali, tra cui la super-deduzione del 120% per le nuove assunzioni e gli incentivi per la Transizione 5.0. Tuttavia, alcune limitazioni e condizioni devono essere rispettate per evitare sovrapposizioni e massimizzare il beneficio complessivo.
La Legge 207/2024 proroga fino al 2027 la super-deduzione del 120%-130% per il costo dei nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato. Questa agevolazione consente di maggiorare il costo del personale assunto ai fini della deduzione fiscale, riducendo ulteriormente l’imponibile fiscale dell’impresa.
La super-deduzione si applica solo alle aziende che registrano un incremento occupazionale misurato alla fine di ciascun esercizio rispetto al periodo precedente. Pertanto, il beneficio dell’IRES premiale può essere potenziato con la super-deduzione, a condizione che l’azienda incrementi il numero di lavoratori a tempo indeterminato nel triennio 2025-2027.
La Legge 207/2024 ha ridotto gli incentivi per gli investimenti in beni 4.0 a partire dal 2025, al fine di orientare le imprese verso il programma Transizione 5.0, che offre percentuali di credito d’imposta più elevate per investimenti che contribuiscono al risparmio energetico.
Le imprese che optano per l’IRES premiale e realizzano investimenti in beni 5.0 potranno beneficiare di crediti d’imposta più elevati, arrivando fino al 45% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, se soddisfano i requisiti energetici stabiliti dalla normativa.
Possibilità di cumulo con altri incentivi
L’IRES premiale può essere cumulato con altri incentivi previsti dai programmi dell’Unione Europea e con il credito d’imposta per investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) del Mezzogiorno. Tuttavia, la somma dei benefici non può superare il 100% del costo dell’investimento agevolato. Inoltre, l’IRES premiale non è cumulabile con il credito d’imposta Industria 4.0.
Le imprese che desiderano sfruttare appieno le agevolazioni disponibili dovranno, quindi, valutare attentamente la combinazione dei benefici per ottimizzare il proprio piano fiscale.
Per maggiori dettagli e per assistenza personalizzata il nostro team di esperti è a vostra disposizione.
Condizioni per accedere all’IRES premiale
Condizione | Requisito |
Accantonamento utili | Almeno l’80% dell’utile 2024 in una riserva dedicata |
Investimenti | Minimo 20.000 euro in beni 4.0 o 5.0 tra 01/01/2025 e 31/10/2026 |
Stabilità occupazionale | Numero di ULA nel 2025 non inferiore alla media 2022-2024 |
Nuove assunzioni | Almeno +1% rispetto alla media 2024, con un minimo di un assunto |
No utilizzo CIG | Nessuna richiesta di CIG nel biennio 2024-2025, salvo eventi transitori |
Benefici e vincoli
Aspetto | Dettagli |
Aliquota IRES ridotta | Dal 24% al 20% per il 2025 |
Applicazione dell’aliquota | Su tutto l’imponibile 2025, senza limiti di importo |
Cause di decadenza | Distribuzione della riserva prima del 31/12/2026; cessione o delocalizzazione investimenti prima del 2030/2031 |
Possibilità di cumulo | Con super-deduzione 120%, incentivi Transizione 5.0 e ZES, ma non con Industria 4.0 |
FAQ
- Chi può beneficiare dell’IRES premiale?
Le società di capitali che rispettano tutte e cinque le condizioni imposte dalla normativa. Sono escluse le società in liquidazione, in procedura concorsuale e quelle con regime forfettario. - Se un’impresa ha registrato una perdita nel 2024, può comunque accedere al beneficio?
No, l’agevolazione è concessa solo alle imprese che hanno registrato un utile nel 2024, anche minimo. - Gli investimenti devono essere effettuati solo nel 2025?
No, gli investimenti devono essere realizzati tra il 1° gennaio 2025 e il 31 ottobre 2026. - L’IRES premiale è cumulabile con altre agevolazioni?
Sì, con la super-deduzione 120% e con gli incentivi Transizione 5.0, ma non con il credito Industria 4.0. - Cosa succede se la riserva accantonata viene distribuita prima del 31 dicembre 2026?
L’azienda perde il diritto all’aliquota ridotta e dovrà restituire il beneficio fiscale. - Qual è il minimo di investimento richiesto?
Il minimo assoluto è di 20.000 euro, ma l’importo effettivo dipende dagli utili aziendali e deve essere almeno il 30% dell’80% dell’utile 2024 o il 24% dell’utile 2023. - Se un’impresa utilizza la CIG nel 2024-2025, può comunque accedere al beneficio?
Solo se l’utilizzo della CIG è motivato da eventi transitori non imputabili all’impresa o ai dipendenti, come specificato dall’art. 11 del Dlgs 148/2015. - Quali sono le penalità in caso di non rispetto delle condizioni?
La perdita dell’agevolazione e la restituzione delle imposte non versate con l’aliquota ridotta. - L’IRES premiale si applica automaticamente o bisogna fare domanda?
L’agevolazione non è automatica. Le imprese devono dimostrare di aver rispettato tutte le condizioni nella dichiarazione dei redditi 2025. - Gli investimenti in beni immateriali sono inclusi?
No, l’agevolazione riguarda solo investimenti in beni materiali 4.0 e 5.0.