Il ravvedimento operoso è un meccanismo che permette ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente la propria posizione fiscale beneficiando di sanzioni ridotte.

Con l’entrata in vigore del D.lgs. 87/2024, prevista per il 1° settembre 2024, sono state introdotte importanti novità che rendono le sanzioni meno onerose per le violazioni commesse a partire da questa data.

Il ravvedimento operoso consente ai contribuenti di sanare le proprie irregolarità fiscali versando una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. Questo strumento, previsto dall’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, mira a incentivare la compliance fiscale, offrendo una via più economica e rapida per regolarizzare le posizioni fiscali irregolari.

Le Modifiche Introdotte dal D.lgs. 87/2024

Il D.lgs. 87/2024 ha riformato significativamente il regime delle sanzioni amministrative per le violazioni fiscali, introducendo percentuali di riduzione più vantaggiose.

Le nuove disposizioni si applicano esclusivamente alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, offrendo ai contribuenti un incentivo a regolarizzare tempestivamente le proprie posizioni.

Una delle principali novità riguarda la riduzione delle sanzioni. Ad esempio, per le violazioni relative a versamenti tardivi, la sanzione è ridotta dal 30% al 25% dell’imposta non versata. Inoltre, le sanzioni vengono ulteriormente ridotte in base al tempo trascorso dalla violazione, con percentuali decrescenti quanto più tempestivo è il ravvedimento.

Il ravvedimento operoso è articolato su diverse finestre temporali, ognuna delle quali comporta una diversa entità della sanzione ridotta:

  • Ravvedimento entro 30 Giorni dalla Violazione Per i ravvedimenti effettuati entro 30 giorni dalla violazione, la sanzione è ridotta a 1/10 del minimo. Questa finestra temporale è particolarmente vantaggiosa per i contribuenti che desiderano regolarizzare rapidamente la propria posizione senza incorrere in sanzioni pesanti.
  • Ravvedimento entro 90 Giorni dalla Violazione Se il ravvedimento avviene entro 90 giorni, la sanzione è ridotta a 1/9 del minimo. Questo periodo offre ancora un’opportunità significativa per ridurre l’onere sanzionatorio, sebbene sia meno vantaggioso rispetto ai primi 30 giorni.
  • Ravvedimento entro 1 Anno dalla Violazione Il ravvedimento entro l’anno dalla violazione prevede una sanzione ridotta a 1/8 del minimo. Questo permette ai contribuenti di beneficiare di una riduzione rilevante, purché si attivino entro un anno dalla data della violazione.
  • Ravvedimento oltre 1 Anno dalla Violazione Per le violazioni regolarizzate oltre l’anno, la sanzione è ridotta a 1/7 del minimo. Sebbene meno vantaggiosa rispetto alle precedenti finestre temporali, questa opzione rappresenta comunque un risparmio significativo rispetto alle sanzioni ordinarie.

Interessi Moratori e Calcolo

Oltre alle sanzioni ridotte, è necessario calcolare e versare anche gli interessi moratori. Questi sono calcolati al tasso legale, che dal 1° gennaio 2024 è pari al 2,5%, con maturazione giorno per giorno. La corretta applicazione degli interessi è fondamentale per completare il processo di ravvedimento.

Per procedere al ravvedimento operoso, il contribuente deve effettuare il pagamento del tributo non versato, degli interessi moratori e della sanzione ridotta. La regolarizzazione si considera completata solo con il pagamento contestuale di tutte queste componenti.

Le nuove regole introdotte dal D.lgs. 87/2024 offrono riduzioni più significative rispetto al regime precedente. Questo rende il ravvedimento operoso una soluzione ancora più conveniente per chi desidera sanare le proprie irregolarità fiscali.

La complessità delle norme fiscali rende spesso necessario l’intervento di un professionista. Rivolgersi a un commercialista può aiutare a evitare errori e a sfruttare al meglio le opportunità di ravvedimento operoso e guidare il contribuente attraverso ogni fase del processo, assicurando una corretta applicazione delle norme.

 

Domande Frequenti (FAQ)

  1. Cos’è il ravvedimento operoso? Il ravvedimento operoso è una procedura che consente ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente le proprie violazioni fiscali, beneficiando di sanzioni ridotte.
  2. Quali sono le novità introdotte dal D.lgs. 87/2024? Il decreto ha ridotto le sanzioni per le violazioni fiscali commesse a partire dal 1° settembre 2024, introducendo nuove percentuali di riduzione basate sul tempo trascorso dalla violazione.
  3. Come si calcolano le sanzioni ridotte? Le sanzioni ridotte si calcolano applicando percentuali decrescenti in base alle tempistiche del ravvedimento: 1/10 entro 30 giorni, 1/9 entro 90 giorni, 1/8 entro un anno, ecc.
  4. Cosa succede se non si rispettano le tempistiche del ravvedimento? Se non si rispettano le tempistiche previste, si applicano le sanzioni ordinarie, che sono significativamente più alte rispetto a quelle ridotte.
  5. Perché è consigliabile rivolgersi a un commercialista? Un commercialista può fornire assistenza personalizzata, assicurando una corretta applicazione delle norme e aiutando a evitare errori costosi durante il processo di ravvedimento.

Per ulteriori chiarimenti, consulenze o assistenza personalizzata, rimaniamo  a vostra disposizione.

Dal 7 luglio è in vigore la Legge 95/2024, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2024, che include la conversione in legge, con modifiche, del D.L. 60/2024, noto come “Decreto Coesione“.

Aspetti Normativi e Fiscali

Le modifiche normative introdotte dal Decreto Coesione 2024 hanno implicazioni fiscali significative per i datori di lavoro. È essenziale comprendere:

  • I dettagli delle nuove norme e come queste influenzano la gestione delle risorse
  • Gli impatti fiscali delle agevolazioni, inclusi gli esoneri contributivi e gli incentivi finanziari.
  • Le procedure per la documentazione e la verifica delle assunzioni e delle trasformazioni

Con l’introduzione di queste numerose novità e opportunità per i datori di lavoro e i sostituti d’imposta, è indispensabile che le aziende siano informate e preparate a sfruttare al meglio queste agevolazioni per migliorare la propria competitività e sostenibilità.

Tra le novità:

Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)

Una delle principali novità introdotte riguarda la disciplina dell’indennità straordinaria ISCRO. Questa misura, pensata per garantire continuità reddituale e operativa ai lavoratori autonomi, ha subito modifiche significative:

  • La partecipazione ai percorsi di aggiornamento professionale, inizialmente condizionenecessaria per l’erogazione dell’indennità, è ora semplicemente “accompagnata” da tali percorsi. Questo significa che i beneficiari non saranno obbligati a seguire i corsi, ma saranno riorganizzate.
  • I beneficiari devono autorizzare l’inserimento dei loro dati nel Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SISSL) e al Sistema unitario di politiche del lavoro. Questo è necessario per la sottoscrizione del patto di attivazione digitale, che permette la convocazione da parte dei centri per l’impiego.

Bonus Donne

Il Decreto Coesione introduce un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni di donne svantaggiate. Questa misura, prevista dall’articolo 23 del decreto, non ha subito modifiche durante l’iter di conversione. Le categorie di beneficiarie includono:

  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno.
  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, nei settori con un tasso di disparità di genere superiore almeno del 25% rispetto alla media.
  • Donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque

L’esonero contributivo spetta nel limite di 650 euro mensili e solo se realizza un incremento occupazionale netto tra il numero di lavoratori occupati in ciascun mese e la media dei 12 mesi precedenti.

Bonus Giovani

Il Decreto Coesione riconferma l’agevolazione prevista dall’art.22 del DL 60/2024, che prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo
  • Le trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, effettuate tra il 01.09.2024 e il 31.12.2025.

Questa agevolazione è rivolta a giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato. L’esonero spetta nel limite di 500 euro mensili per ciascun lavoratore, che salgono a 650 nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Bonus ZES Mezzogiorno

Durante l’iter di conversione del decreto è stato riconfermato l’esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo indeterminato di personale non
  • Effettuate tra il 09.2024 e il 31.12.2025.
  • Da datori di lavoro privati che occupano fino a 10
  • Presso una sede o unità produttiva ubicata nella ZES unica per il

Le assunzioni devono riguardare soggetti over 35 disoccupati da almeno 24 mesi. L’esonero spetta nel limite di 650 euro su base mensile per lavoratore. È stato inoltre chiarito che il Bonus Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno non si applica ai rapporti di apprendistato e di lavoro domestico. Le regioni coinvolte sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Proroga Attività Agenzie Portuali e Incremento Finanziamenti

Un’altra novità rilevante è la proroga di nove mesi per le attività delle agenzie per la somministrazione e la riqualificazione del lavoro istituite nei porti. Questa misura, introdotta nel 2017 per sostenere l’occupazione e migliorare l’efficienza operativa nel comparto del trasporto marittimo, è stata prorogata in sede di conversione del decreto. Inoltre, le risorse finanziarie per il personale non avviato al lavoro sono state incrementate a 8.800.000 euro per il 2024.

Nuove Imprese digitali ed ecologiche 2025 under 35

Il Decreto Coesione prevede anche agevolazioni per gli under 35 che avviano nuove imprese entro il 2025 nei settori della transizione digitale ed ecologica. Queste agevolazioni mirano a promuovere l’innovazione e la sostenibilità, offrendo esoneri contributivi e altri incentivi finanziari per le nuove iniziative imprenditoriali.

Per sfruttare al meglio le nuove agevolazioni introdotte dal Decreto Coesione 2024, i datori di lavoro devono essere consapevoli delle condizioni e dei requisiti necessari per accedere a questi benefici. È consigliabile:

  • Monitorare attentamente le scadenze e le procedure per l’ottenimento degli esoneri contributivi.
  • Collaborare con i consulenti del lavoro per garantire la conformità alle nuove
  • Investire in formazione e aggiornamento professionale per il personale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove misure.

Per meglio comprendere le nuove misure introdotte con il Decreto Coesione, per consulenze personalizzate ed assistenza su queste ed altre tematiche fiscali e normative, il nostro Studio è a vostra disposizione!

FAQ

  1. Cos’è il Decreto Coesione 2024? Il Decreto Coesione 2024 è una normativa che introduce varie agevolazioni e modifiche fiscali per promuovere l’occupazione e la competitività delle imprese, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno.
  2. Quali sono le principali novità per i datori di lavoro? Tra le principali novità vi sono l’esonero contributivo per le assunzioni di donne e giovani, le agevolazioni per le ZES del Mezzogiorno, e le modifiche alla disciplina ISCRO.
  3. Chi può beneficiare del Bonus Donne? Il Bonus Donne è destinato a donne di qualsiasi età che siano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti nelle regioni della ZES del Mezzogiorno, o che appartengono a settori con alta disparità di
  4. Come funziona il Bonus Giovani? Il Bonus Giovani prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni contrattuali di giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato.
  5. Cosa sono le ZES e quali vantaggi offrono? Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche nelle regioni del Mezzogiorno che beneficiano di agevolazioni fiscali e contributive per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione.

Le operazioni interne al Gruppo IVA rappresentano un tema di grande rilevanza nel panorama fiscale europeo. Recentemente, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (UE) si è espressa sulla questione dell’imponibilità dei servizi resi a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA, escludendoli dall’applicazione dell’imposta.

Cos’è un Gruppo IVA?

Un Gruppo IVA è un insieme di soggetti giuridici che, pur mantenendo la propria autonomia legale, sono considerati un’unica entità ai fini dell’IVA. Questa struttura permette ai membri del gruppo di beneficiare di semplificazioni amministrative e di evitare la doppia imposizione sulle transazioni interne. Tuttavia, la formazione di un Gruppo IVA comporta anche sfide e svantaggi, come la complessità nella gestione della detraibilità dell’IVA e l’adeguamento alle normative nazionali e comunitarie.

L’11 luglio 2024, la Corte di Giustizia UE si è pronunciata sulla causa C-184/23, stabilendo che i servizi resi a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA non sono soggetti a imposta, anche se l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta.

Questa sentenza è fondamentale poiché fornisce chiarezza sulla rilevanza ai fini dell’IVA delle operazioni interne al Gruppo, un tema che ha visto opinioni divergenti tra gli Avvocati generali della Corte.

Posizioni Divergenti degli Avvocati Generali

Gli Avvocati generali della Corte UE hanno espresso opinioni diverse riguardo all’imponibilità delle operazioni infragruppo. Da un lato, un primo orientamento sostiene che tali operazioni sono escluse dal campo di applicazione dell’IVA, considerandole operazioni infragruppo. Questa posizione è stata sostenuta nelle cause C-85/11 (Commissione/Irlanda), C-480/10 (Commissione/Svezia) e C-108/14 e C-109/14 (Larentia + Minerva e Marenave Schiffahrt).

Dall’altro lato, un orientamento opposto ritiene che le operazioni interne tra i membri del Gruppo IVA debbano essere imponibili.

La Corte ha dovuto quindi bilanciare queste posizioni divergenti per giungere a una decisione definitiva.

La sentenza della Corte di Giustizia UE ha effetti immediati per i Gruppi IVA, escludendo dall’imposta le operazioni interne. Questo significa che i servizi resi all’interno di un Gruppo IVA non saranno più soggetti all’IVA, indipendentemente dalla detraibilità dell’imposta per il destinatario. Le imprese dovranno quindi rivedere le loro pratiche fiscali e adattarsi a questa nuova normativa, che porta con sé sia vantaggi che sfide.

Per beneficiare dell’esclusione dall’IVA, le operazioni devono soddisfare determinati requisiti. In particolare, devono essere effettuate tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA e devono essere a titolo oneroso. Ad esempio, se una società del gruppo fornisce servizi di consulenza a un’altra società dello stesso gruppo, questi servizi non saranno soggetti a IVA. Tuttavia, è importantissimo che tutte le condizioni previste dalla normativa siano rispettate per evitare sanzioni e contestazioni da parte delle autorità fiscali.

Differenze tra Stati Membri

Gli Stati membri dell’UE adottano approcci diversi nella regolamentazione delle operazioni infragruppo. Ad esempio, in Italia, l’Agenzia delle Entrate ha fornito specifiche indicazioni sull’applicazione delle esclusioni per i Gruppi IVA. Altri paesi, come la Germania e la Francia, hanno normative leggermente diverse che riflettono le loro specificità fiscali. È essenziale che le imprese multinazionali siano consapevoli di queste differenze e si adeguino di conseguenza per garantire la conformità in ogni giurisdizione.

Detraibilità dell’IVA

La detraibilità dell’IVA è un concetto fondamentale nella gestione fiscale delle imprese. La sentenza della Corte di Giustizia UE specifica che, anche se le operazioni interne al Gruppo IVA sono escluse dall’imposta, l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta. Questo implica che le imprese devono prestare particolare attenzione alla gestione della detraibilità per evitare impatti negativi sul cash flow e sulla pianificazione fiscale.

La sentenza della Corte di Giustizia UE rappresenta un cambiamento significativo nella gestione delle operazioni interne ai Gruppi IVA. Escludendo queste operazioni dall’imposta, la Corte ha fornito chiarezza su un tema controverso e ha introdotto nuove sfide per le imprese.

Per adattarsi alla nuova normativa, le imprese dovranno rivedere le loro procedure interne e assicurarsi di rispettare tutte le condizioni previste e tenere conto delle diverse normative nazionali per assicurarsi di essere conformi in ogni giurisdizione in cui operano.

È consigliabile consultare esperti fiscali per valutare l’impatto della sentenza e implementare strategie che ottimizzino la gestione dell’IVA.
Il nostri esperti sono a disposizione per chiarire ogni eventuale dubbio, per consulenze e per assistenza personalizzata.

 

FAQ

  1. Cos’è un Gruppo IVA? Un Gruppo IVA è un insieme di soggetti giuridici che vengono considerati come un’unica entità ai fini dell’IVA, beneficiando di semplificazioni amministrative e riduzione della doppia imposizione.
  2. Quali sono le implicazioni della sentenza della Corte di Giustizia UE? La sentenza esclude dall’imposta le operazioni interne ai Gruppi IVA, influenzando la gestione fiscale delle imprese e la detraibilità dell’IVA.
  3. Come si applicano le esclusioni dall’IVA? Le esclusioni si applicano alle operazioni a titolo oneroso tra soggetti appartenenti allo stesso Gruppo IVA, a condizione che tutte le normative siano rispettate.
  4. Quali sono le differenze tra gli Stati membri nella regolamentazione delle operazioni infragruppo? Gli Stati membri adottano approcci diversi; le imprese devono adeguarsi alle specifiche normative nazionali per garantire la conformità.
  5. Qual è l’impatto della sentenza sulla detraibilità dell’IVA? Anche se le operazioni interne sono escluse dall’imposta, l’IVA assolta dal destinatario non può essere detratta, influenzando il cash flow e la pianificazione fiscale delle imprese.

 

Il termine per il pagamento del saldo IVA 2023 è fissato al 31 luglio 2024 e riguarda tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito. Questo include anche coloro che non hanno rispettato le scadenze precedenti del 19 marzo o del 1° luglio 2024. In particolare, sono interessati i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) e che dichiarano ricavi o compensi entro i limiti stabiliti dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il saldo IVA 2023 può essere pagato in unica soluzione o rateizzato. Se si opta per il pagamento rateale, le rate devono essere di pari importo e la prima rata deve essere versata entro il termine ordinario di pagamento dell’IVA in unica soluzione. Le rate successive devono essere pagate entro il giorno 16 di ogni mese, con l’aggiunta di un interesse fisso dello 0,33% mensile su ciascuna rata dopo la prima.

La scadenza del 31 luglio 2024 si applica anche ai soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale. In questo caso, il pagamento del saldo IVA 2023 può essere effettuato senza applicare la maggiorazione dello 0,40% prevista per altri contribuenti. Tuttavia, per i contribuenti che non hanno effettuato il pagamento entro il 19 marzo o il 1° luglio, è prevista una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivo al 19 marzo fino al 30 giugno, più un’ulteriore maggiorazione dello 0,40%.

Il D.Lgs. n. 13/2024 disciplina l’istituto del concordato preventivo biennale, prevedendo una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione. Questo beneficio si applica ai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA e che dichiarano ricavi o compensi non superiori ai limiti stabiliti dal relativo decreto ministeriale. In questo contesto, il contribuente può godere di una proroga anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP.

Per chi sceglie la rateizzazione, è importante seguire un preciso calendario dei pagamenti. La prima rata deve essere versata entro il 18 marzo 2024, mentre le rate successive devono essere pagate entro il 16 di ogni mese. Grazie al Decreto Adempimenti (D.Lgs. n. 1/2024), l’ultima rata può essere pagata entro il 16 dicembre 2024, estendendo il termine originario del 16 novembre. Questo decreto consente ai contribuenti di perfezionare la rateizzazione senza effettuare l’opzione in dichiarazione, stabilendo una data unica di scadenza per il pagamento delle rate successive alla prima.

Il contribuente ha la possibilità di differire il pagamento del saldo IVA 2023 al 1° luglio 2024 o al 31 luglio 2024. Nel primo caso, si applica una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivi al 16 marzo, fino al 30 giugno. Nel secondo caso, si aggiunge un’ulteriore maggiorazione dello 0,40% per il periodo dal 1° luglio al 31 luglio.

Le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023 variano a seconda del tipo di soggetto che effettua il pagamento. Per le persone fisiche, le società di persone e i soggetti IRES, le date di scadenza dipendono dall’approvazione del bilancio d’esercizio e dalla chiusura dell’esercizio fiscale. È fondamentale considerare questi aspetti per determinare la corretta data di pagamento del saldo IVA.

Per i soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale, il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio senza applicare la maggiorazione dello 0,40%. Questo termine si applica anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Questa proroga rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti di regolarizzare la loro posizione fiscale senza incorrere in ulteriori costi.

Il termine del 31 luglio 2024 rappresenta una scadenza importante per il pagamento del saldo IVA 2023. I contribuenti devono assicurarsi di rispettare le modalità e le scadenze stabilite per evitare sanzioni. Per chi ha aderito al concordato preventivo biennale, il 31 luglio offre un’opportunità di differimento senza maggiorazioni, consentendo una gestione finanziaria più flessibile.

Per consulenze ed assistenza personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

FAQ

  1. Chi deve pagare il saldo IVA 2023? Tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito.
  2. Quali sono le modalità di pagamento del saldo IVA 2023? Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o rateizzato. Le rate devono essere di pari importo con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima.
  3. Quali sono le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023? Le principali scadenze sono il 18 marzo 2024, il 1° luglio 2024, e il 31 luglio 2024.
  4. Che cosa prevede il concordato preventivo biennale? Il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA.
  5. Come influisce la rateizzazione sui pagamenti del saldo IVA 2023? La rateizzazione consente di distribuire il pagamento in più rate mensili, con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima, estendendo il termine finale al 16 dicembre 2024.

Con l’approvazione definitiva del Decreto Riscossione da parte del Consiglio dei Ministri il 3 luglio, il panorama della rateizzazione delle cartelle esattoriali in Italia è destinato a cambiare significativamente a partire dal 2025.

Queste modifiche sono progettate per offrire maggiore flessibilità ai contribuenti e per allineare le procedure di riscossione alle attuali esigenze economiche del Paese.

Il Decreto Riscossione nasce dalla necessità di modernizzare e rendere più flessibili le modalità di pagamento delle cartelle esattoriali, rispondendo così alle richieste di cittadini e imprese che si trovano in difficoltà economiche. L’obiettivo principale è di offrire un sistema di rateizzazione più accessibile e sostenibile nel tempo, riducendo il carico fiscale immediato e distribuendolo su un arco temporale più ampio.

Attualmente, i contribuenti possono richiedere un piano di rateizzazione ordinario che consente di suddividere il pagamento in un massimo di 72 rate mensili. In alternativa, esiste la possibilità di accedere a un piano straordinario, che richiede una documentazione dettagliata delle difficoltà economiche, e permette di dilazionare i pagamenti fino a 120 rate, ossia 10 anni.

A partire dal 2025, il DL Riscossione introdurrà nuove modalità di rateizzazione che consentiranno di suddividere i pagamenti in periodi progressivamente più lunghi.

Inizialmente, sarà possibile optare per un piano di 84 rate mensili. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al piano ordinario attuale, poiché offre due anni aggiuntivi per saldare il debito.

Rateizzazione Semplificata

La rateizzazione semplificata prevista dal DL Riscossione permette ai contribuenti di accedere a piani di pagamento più lunghi senza dover fornire una documentazione dettagliata delle proprie difficoltà economiche, purché l’importo da rateizzare sia inferiore a 120.000 euro. Dal 2027, il numero delle rate aumenterà ulteriormente a 96 mensili, e dal 2029 sarà possibile richiedere fino a 108 rate.

Rateizzazione Estesa

Per chi si trova in situazioni economiche particolarmente difficili e può dimostrarlo tramite documentazione adeguata, la nuova normativa consente di accedere a piani di rateizzazione ancora più estesi. In questo caso, il numero di rate potrà partire da 85, 96 o 108 mensili, a seconda dell’anno di richiesta, arrivando fino a un massimo di 120 rate, equivalenti a 10 anni di pagamento.

I criteri di accesso alle nuove rateizzazioni prevedono che i contribuenti con debiti inferiori a 120.000 euro possano richiedere le rateizzazioni semplificate senza necessità di documentare dettagliatamente le proprie difficoltà economiche.

Per importi superiori, invece, sarà necessaria una documentazione più dettagliata che dimostri lo stato di difficoltà economica.

Il Decreto Riscossione stabilisce che l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) continuerà a essere il principale strumento per valutare le condizioni economiche dei richiedenti. Per le imprese, invece, sarà considerato l’indice di liquidità. Questi parametri saranno definiti più precisamente da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che indicherà anche gli eventi particolari che potranno giustificare una temporanea situazione di difficoltà economica.

Dal 2025, i contribuenti potranno optare per un piano di pagamento suddiviso in 84 rate mensili. Questo piano sarà ulteriormente esteso negli anni successivi: dal 2027, saranno disponibili piani di 96 rate mensili e dal 2029, piani di 108 rate. Questi cambiamenti graduali permetteranno di adeguare le modalità di pagamento alle esigenze economiche di un numero sempre maggiore di contribuenti.

Il decreto individua anche particolari eventi che possono far scattare una situazione di difficoltà obiettiva, permettendo ai contribuenti di accedere a piani di rateizzazione più vantaggiosi. Tra questi, si considerano fattori come calamità naturali, crisi aziendali o altri eventi eccezionali che impattano significativamente sulla capacità di pagamento del contribuente.

Le nuove disposizioni avranno un impatto significativo sulle persone fisiche e sulle ditte individuali, offrendo loro maggiore flessibilità e tempi più lunghi per adempiere ai propri obblighi fiscali. Questo è particolarmente importante in un contesto economico in cui molte famiglie e piccoli imprenditori si trovano in difficoltà finanziarie.

I nuovi parametri di valutazione per l’accesso ai piani di rateizzazione tengono conto della situazione economica reale dei contribuenti, utilizzando indicatori come l’ISEE per le persone fisiche e l’indice di liquidità per le imprese. Questo approccio mira a garantire che le agevolazioni siano concesse a chi ne ha realmente bisogno.

Rispetto alle normative precedenti, il DL Riscossione rappresenta un passo avanti significativo, introducendo maggiore flessibilità e tempi di pagamento più lunghi. Questo cambiamento è destinato a rendere più gestibili gli oneri fiscali per un numero maggiore di contribuenti, riducendo il rischio di insolvenze e contribuendo alla stabilità economica.

Benefici per i Contribuenti

I benefici per i contribuenti sono evidenti: tempi di pagamento più lunghi, maggiore flessibilità nei piani di rateizzazione e criteri di accesso semplificati per importi inferiori a 120.000 euro. Queste misure sono progettate per offrire un supporto concreto a chi si trova in difficoltà economiche, facilitando il rispetto degli obblighi fiscali.

Nonostante i numerosi vantaggi, potrebbero emergere alcune criticità. Ad esempio, l’allungamento dei tempi di pagamento potrebbe portare a un incremento degli interessi dovuti. Inoltre, la necessità di documentare dettagliatamente le difficoltà economiche per accedere ai piani di rateizzazione più estesi potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni contribuenti.

Il DL Riscossione rappresenta una riforma significativa del sistema di rateizzazione delle cartelle esattoriali in Italia. Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore dal 2025, offrono maggiore flessibilità e tempi di pagamento più lunghi, rispondendo alle esigenze di cittadini e imprese in difficoltà economiche.

Per ulteriori chiarimenti e una consulenza personalizzata sulla nuova rateizzazione delle cartelle esattoriali e le novità introdotte dal Decreto Riscossione, non esitare a contattarci: i nostri esperti sono a tua disposizione per aiutarti a comprendere al meglio le nuove disposizioni e per fornirti supporto nella gestione dei tuoi obblighi fiscali.

 

FAQs

  1. Quali sono le principali novità del DL Riscossione? Le principali novità includono l’introduzione di piani di pagamento più lunghi e flessibili, accessibili a partire dal 2025.
  2. Come posso accedere alla rateizzazione semplificata? I contribuenti con debiti inferiori a 120.000 euro possono accedere alla rateizzazione semplificata senza necessità di documentare dettagliatamente le proprie difficoltà economiche.
  3. Quali documenti sono necessari per la rateizzazione estesa? Per la rateizzazione estesa, è necessaria una documentazione che dimostri le difficoltà economiche, come l’ISEE per le persone fisiche e l’indice di liquidità per le imprese.
  4. Quali sono i nuovi piani di pagamento introdotti dal 2025? Dal 2025 sarà possibile optare per un piano di pagamento di 84 rate mensili, che aumenterà a 96 rate dal 2027 e a 108 rate dal 2029.
  5. Quali sono i benefici principali delle nuove disposizioni? I principali benefici includono tempi di pagamento più lunghi, maggiore flessibilità nei piani di rateizzazione e criteri di accesso semplificati per importi inferiori a 120.000 euro.
Prorogato dal 15 luglio al 20 settembre il termine per la presentazione al ministero del Lavoro del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile.

Il differimento del termine si è reso necessario a fronte di una serie di problematiche che – se pure già segnalate in occasione del precedente invio – hanno trovato parziale e non esaustivo accoglimento.

La legge di conversione del Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2024 come legge n. 95/2024. Questo decreto introduce una serie di misure mirate a promuovere lo sviluppo economico attraverso incentivi fiscali e contributi diretti. Tra le principali novità, troviamo il credito d’imposta per le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), nuovi incentivi per l’assunzione, e misure a sostegno dell’autoimpiego nel Centro-Nord e nel Sud Italia.

Credito di Imposta per le Zone Logistiche Semplificate (Art. 13)

Il Decreto Coesione introduce un credito di imposta per progetti di investimento iniziale compresi tra 200.000 e 100 milioni di euro. Questi progetti devono essere realizzati da imprese esistenti o nuove insediate nelle ZLS. Le agevolazioni riguardano gli investimenti in beni strumentali effettuati tra l’8 maggio e il 15 novembre 2024. Lo stanziamento previsto è di 80 milioni di euro per il 2024.

Le modalità di accesso al beneficio, i criteri e le modalità di applicazione e fruizione del credito d’imposta saranno definiti con decreto del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Istituzione delle Zone Logistiche Semplificate nelle Regioni in Transizione (Art. 13-bis)

Le ZLS si estenderanno anche alle regioni Marche e Umbria, considerate aree in transizione. La procedura di istituzione delle ZLS per queste regioni sarà disciplinata da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Autoimpiego Centro-Nord Italia e Resto al Sud 2.0 (Artt. 16, 17, 18, 19, 20 e 21)

Due nuove misure, Autoimpiego Centro-Nord Italia e Resto al Sud 2.0, sono state istituite per sostenere l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali. Queste misure sono destinate ai giovani under 35 in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, oppure inoccupati, inattivi e disoccupati. Le agevolazioni sono concesse in regime “de minimis” e comprendono un voucher per l’acquisto di beni e servizi o un contributo a fondo perduto.

Incentivi per le Assunzioni (Artt. 21, 22, 23 e 24)

Il decreto introduce quattro nuovi incentivi all’assunzione:

  1. Incentivi all’autoimpiego nei settori strategici: Esonero del 100% dei contributi previdenziali per assunzioni a tempo indeterminato di under 35 nei settori delle nuove tecnologie e della transizione digitale ed ecologica.
  2. Bonus giovani: Esonero contributivo totale per 24 mesi per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani under 35, con un limite mensile di 500 euro.
  3. Bonus donne: Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
  4. Bonus ZES: Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione a tempo indeterminato di disoccupati over 35 in una sede o unità produttiva ubicata nella ZES Unica.

Per l’operatività degli incentivi è necessario attendere i decreti attuativi del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, e, ove previsto, l’autorizzazione della Commissione Europea.

La legge di conversione del Decreto Coesione rappresenta un importante passo avanti per il sostegno e lo sviluppo economico in Italia. Con l’introduzione di agevolazioni fiscali, incentivi per l’assunzione e misure di sostegno all’autoimpiego, il governo mira a stimolare la crescita imprenditoriale e l’occupazione, specialmente nelle aree più svantaggiate e in transizione.

Per chiarimenti, approfondimenti e assistenza personalizzata sulle novità introdotte dalla legge di conversione del Decreto Coesione, vi invitiamo a contattarci. I nostri esperti sono a vostra disposizione per offrirvi consulenze su misura, garantendo il massimo supporto nell’interpretazione e nell’applicazione delle nuove normative.

 

FAQs

  1. Che cos’è il Decreto Coesione?
    • È un decreto che introduce misure per promuovere lo sviluppo economico attraverso incentivi fiscali e contributi diretti.
  2. Quali sono le principali agevolazioni previste?
    • Credito d’imposta per le Zone Logistiche Semplificate, incentivi all’assunzione, e misure di sostegno all’autoimpiego nel Centro-Nord e nel Sud Italia.
  3. Chi può beneficiare delle agevolazioni per l’autoimpiego?
    • Giovani under 35 in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, oppure inoccupati, inattivi e disoccupati.
  4. Quando entreranno in vigore le ZLS nelle regioni Marche e Umbria?
    • Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  5. Cosa prevede il Bonus donne?
    • Esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per l’assunzione di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.

 

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha lanciato una nuova iniziativa per facilitare il dialogo tra le piccole e medie imprese (PMI) italiane e le istituzioni finanziarie, in particolare le banche, su temi di sostenibilità. Questa iniziativa, sviluppata nell’ambito del “Tavolo per la Finanza Sostenibile,” mira a dotare le PMI degli strumenti necessari per rendicontare efficacemente le loro performance ambientali, sociali e di governance (ESG).

La crescente rilevanza delle pratiche ESG nel contesto globale ha reso cruciale per le PMI dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità per rimanere competitive e attrattive per investitori e finanziatori.

Il “Tavolo per la Finanza Sostenibile” è stato istituito dal MEF con l’obiettivo di coordinare gli sforzi tra istituzioni e il sistema economico italiano. Questo tavolo include rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, della Banca d’Italia, della CONSOB, dell’IVASS e della COVIP. L’obiettivo principale è sviluppare e attuare strategie di finanza sostenibile che mobilitino risorse private attraverso i mercati dei capitali, sostenendo così la transizione verde e digitale dell’economia reale.

La collaborazione tra questi enti mira a creare un quadro normativo e operativo che promuova pratiche sostenibili tra le PMI.

Componenti Chiave dell’Iniziativa

L’iniziativa comprende la creazione di un modello di riferimento per la standardizzazione delle informazioni sulla sostenibilità che le PMI devono fornire alle banche. Questo modello è accompagnato da una guida metodologica dettagliata che offre istruzioni chiare su come le PMI possono riportare accuratamente le loro performance ESG. La standardizzazione delle informazioni rende più facile per le banche valutare il rischio e le opportunità di investimento, migliorando così l’accesso al credito per le PMI. La guida metodologica aiuta le PMI a navigare nei complessi requisiti di reportistica, assicurando che le informazioni siano complete e comparabili.

Importanza della Reportistica ESG per le PMI

La capacità delle PMI di fornire report ESG chiari e completi è fondamentale per accedere al credito e attirare investimenti. Le informazioni ESG consentono alle banche e agli investitori di valutare meglio il profilo di rischio delle PMI e le loro potenzialità di crescita sostenibile. In un contesto in cui gli investitori sono sempre più attenti ai criteri ESG, le PMI che riescono a dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità possono ottenere un vantaggio competitivo. Inoltre, la trasparenza nella reportistica ESG rafforza la reputazione delle PMI, favorendo relazioni di fiducia con i finanziatori.

Processo di Consultazione Pubblica

Il documento che descrive l’iniziativa è attualmente aperto alla consultazione pubblica fino al 2 agosto 2024. Questo periodo di consultazione consente a tutti gli stakeholder di fornire feedback e suggerimenti, garantendo che il modello e la guida finali siano il più possibile completi ed efficaci. La partecipazione alla consultazione pubblica è un’opportunità per le PMI e altre parti interessate di influenzare il contenuto finale del documento, assicurando che le loro esigenze e preoccupazioni siano prese in considerazione.

Ruolo delle Istituzioni Finanziarie

Le istituzioni finanziarie, come banche e investitori, giocano un ruolo cruciale in questa iniziativa. Utilizzando le informazioni ESG standardizzate, possono valutare in modo più accurato i profili di rischio e le potenzialità di investimento delle PMI. Questa valutazione più precisa aiuta le banche a offrire condizioni di credito più favorevoli alle PMI che dimostrano solidi impegni ESG, favorendo così una crescita sostenibile. Inoltre, gli investitori possono utilizzare queste informazioni per prendere decisioni di investimento più informate, allineate ai loro obiettivi di sostenibilità.

Supporto Governativo e Istituzionale

L’iniziativa è supportata da diversi ministeri governativi e importanti istituzioni finanziarie. Oltre al MEF, sono coinvolti il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Banca d’Italia, la CONSOB, l’IVASS e la COVIP. Questa collaborazione garantisce una vasta base di competenze e risorse, necessarie per promuovere efficacemente la sostenibilità tra le PMI. Il coinvolgimento di questi enti dimostra l’impegno del governo italiano nel sostenere la transizione verso un’economia più verde e digitale.

 

Strumenti Pratici per le PMI

Gli strumenti pratici forniti dall’iniziativa includono modelli e linee guida per la reportistica ESG. Questi strumenti aiutano le PMI a riportare le loro performance ESG in modo chiaro e conciso, facilitando la comprensione da parte delle banche e degli investitori. I modelli standardizzati semplificano il processo di raccolta e presentazione dei dati ESG, riducendo il carico amministrativo per le PMI. Le linee guida metodologiche offrono indicazioni dettagliate su come compilare i report, assicurando che le informazioni siano accurate e complete.

Benefici per l’Economia Italiana

Promuovendo una migliore reportistica ESG tra le PMI, l’iniziativa mira a migliorare la sostenibilità del settore imprenditoriale italiano. Questo non solo contribuisce alla stabilità economica a lungo termine, ma anche alla protezione ambientale, allineandosi con gli obiettivi più ampi dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile e la neutralità climatica entro il 2050. Un settore imprenditoriale sostenibile è più resiliente agli shock economici e ambientali, creando un’economia più stabile e prospera.

Sfide e Opportunità

Le PMI possono affrontare diverse sfide nell’adattarsi ai nuovi standard e processi di reportistica ESG. Queste sfide includono la necessità di investire in nuove competenze e tecnologie, nonché di riorganizzare i processi interni per raccogliere e riportare accuratamente i dati ESG. Tuttavia, queste sfide rappresentano anche opportunità di crescita e miglioramento. Le PMI che riescono ad implementare con successo la reportistica ESG possono ottenere un vantaggio competitivo, attrarre nuovi investitori e accedere a migliori condizioni di credito.

Studi di Caso ed Esempi

Diverse PMI hanno già iniziato a implementare la reportistica ESG, fornendo preziose intuizioni e lezioni per gli altri. Questi successi dimostrano i benefici pratici dell’iniziativa e servono da esempio per altre imprese. I casi di studio possono includere PMI che hanno migliorato la loro performance ESG, ottenendo accesso a nuovi mercati e finanziamenti. Questi esempi illustrano come le PMI possono superare le sfide iniziali e ottenere risultati positivi attraverso l’adozione di pratiche sostenibili.

Prospettive Future

Guardando al futuro, l’iniziativa è destinata a guidare significativi cambiamenti nelle normative e nelle aspettative di mercato riguardo alla sostenibilità. Con l’importanza crescente dei criteri ESG, le PMI dovranno rimanere informate e adattabili per rimanere competitive. Le future regolamentazioni potrebbero richiedere livelli ancora più elevati di trasparenza e impegno verso la sostenibilità, rendendo cruciale per le PMI continuare a migliorare le loro pratiche ESG.

L’iniziativa del MEF rappresenta un importante passo avanti nel migliorare il dialogo tra le PMI e le istituzioni finanziarie su temi di sostenibilità. Fornendo linee guida chiare e strumenti pratici per la reportistica ESG, l’iniziativa supporta la crescita sostenibile delle PMI e contribuisce a un’economia italiana più verde e resiliente. Le PMI che adottano queste pratiche possono migliorare la loro accessibilità al credito e attrarre nuovi investimenti, beneficiando a lungo termine sia a livello economico che ambientale.

Per ulteriori approfondimenti, chiarimenti e assistenza personalizzata sulla sostenibilità delle PMI e la reportistica ESG, vi invitiamo a contattarci. Il nostro team di esperti è a vostra disposizione per offrirvi consulenza e supporto su misura per le vostre esigenze.

 

FAQ

Qual è l’obiettivo principale dell’iniziativa del “Tavolo per la Finanza Sostenibile”?

L’obiettivo principale è migliorare il dialogo tra le PMI e le istituzioni finanziarie sulla sostenibilità, fornendo strumenti per una reportistica ESG efficace.

Come possono le PMI partecipare alla consultazione pubblica?

Le PMI possono partecipare inviando feedback e suggerimenti tramite la piattaforma di consultazione pubblica del MEF fino al 2 agosto 2024.

Quali sono i principali benefici della standardizzazione della reportistica ESG per le PMI?

La standardizzazione della reportistica ESG migliora la trasparenza, aiuta le PMI ad accedere al credito, attira investimenti e supporta la crescita sostenibile.

Quale ruolo giocano le istituzioni finanziarie in questa iniziativa?

Le istituzioni finanziarie utilizzano le informazioni ESG standardizzate per valutare i profili di rischio e il potenziale di investimento delle PMI.

Come beneficia questa iniziativa l’intera economia italiana?

L’iniziativa promuove la sostenibilità nel settore imprenditoriale, contribuendo alla stabilità economica a lungo termine e alla protezione ambientale.

Con l’avvento delle nuove tecnologie e l’espansione dell’economia digitale, l’Unione Europea ha riconosciuto la necessità di modernizzare la gestione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Questo bisogno di rinnovamento ha dato origine all’iniziativa ViDA, acronimo di “VAT in the Digital Age” (IVA nell’Era Digitale). ViDA è un progetto ambizioso che mira a migliorare l’efficienza, la trasparenza e l’integrazione delle pratiche fiscali a livello europeo attraverso la digitalizzazione e l’adozione di standard tecnologici avanzati.

ViDA rappresenta una svolta epocale nella gestione dell’IVA a livello europeo, introducendo la digitalizzazione come elemento centrale per migliorare la trasparenza e l’efficienza. L’adozione dell’e-reporting e della fatturazione elettronica non solo ridurrà gli oneri amministrativi per le imprese, ma contribuirà anche a combattere l’evasione fiscale.

Uno degli obiettivi principali di ViDA è la modernizzazione del sistema IVA. La Direttiva 2006/112/CE necessita di modifiche per adattarsi ai nuovi modelli operativi digitali e sfruttare appieno i dati generati dalla digitalizzazione. Inoltre, ViDA mira a ridurre la frode fiscale intracomunitaria, che rappresenta una perdita significativa per il gettito fiscale dell’UE, stimata tra 40 e 60 miliardi di euro nel 2020. Per raggiungere questo obiettivo, ViDA intende armonizzare le politiche fiscali e migliorare la cooperazione tra gli Stati membri.

La fatturazione elettronica diventerà il sistema predefinito per l’emissione di fatture, facilitando l’automazione del processo di comunicazione e riducendo i costi di conformità per le imprese. Le operazioni dovranno essere documentate elettronicamente e trasmesse alle amministrazioni fiscali in tempo reale, migliorando la capacità di controllo e riducendo i costi di conformità.

Dalla data di entrata in vigore della direttiva ViDA, gli Stati membri potranno introdurre l’obbligo generalizzato di fattura elettronica senza necessità di deroghe o autorizzazioni preventive. L’articolo 1 del nuovo regolamento, applicabile dal 1° gennaio 2026, si focalizza sulle piattaforme digitali e sulla detrazione IVA, obbligando le piattaforme che facilitano il trasporto passeggeri e gli alloggi a breve termine a riscuotere l’IVA.

Le fatture elettroniche per le transazioni internazionali continueranno a seguire le modalità esistenti fino all’adozione di standard europei unificati come UBL e CII. Questi standard sono destinati a diventare la norma per tutte le transazioni intracomunitarie, migliorando la trasparenza e riducendo i costi di conformità.

Gli standard europei per la fatturazione elettronica (EN 16931) sono stati sviluppati per garantire l’interoperabilità dei dati tra i diversi sistemi nazionali. L’adozione di questi standard faciliterà lo scambio di informazioni tra imprese e autorità fiscali, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando la trasparenza.

Una delle modifiche più significative introdotte da ViDA riguarda il termine per l’emissione delle fatture elettroniche in ambito intracomunitario, che sarà ridotto a 10 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione. Inoltre, le condizioni di pagamento diventeranno un requisito standard, migliorando la trasparenza e facilitando il monitoraggio dei flussi finanziari.

L’iniziativa ViDA sostituirà l’obbligo di compilare rapporti Intrastat con la comunicazione digitale delle transazioni, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando la tempestività dei dati. Questo cambiamento ridurrà gli oneri amministrativi per le aziende, che non dovranno più compilare rapporti periodici in quanto procederanno a inviare le informazioni “in tempo reale”.

ViDA introdurrà il monitoraggio dei flussi finanziari attraverso le fatture elettroniche, permettendo alle autorità fiscali di tracciare i pagamenti associati alle transazioni commerciali, migliorando la trasparenza e riducendo il rischio di evasione fiscale. Le fatture elettroniche intracomunitarie dovranno includere le coordinate bancarie del fornitore, permettendo alle autorità fiscali di tracciare non solo le merci ma anche i flussi finanziari associati alle transazioni.

L’implementazione completa di ViDA è prevista per il 2030, con una fase di transizione che permetterà agli Stati membri di adeguare i propri sistemi entro il 2035. Questo periodo consentirà alle aziende di adattarsi gradualmente alle nuove normative e ai nuovi standard tecnologici.

Il passaggio al sistema ViDA rappresenta un cambiamento significativo rispetto all’attuale gestione dell’IVA. Le principali differenze includono l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le operazioni intracomunitarie, la riduzione dei tempi per l’emissione delle fatture e l’inclusione delle condizioni di pagamento come requisito standard.

L’adozione di ViDA comporterà una serie di impatti e benefici per le imprese, tra cui la riduzione degli oneri amministrativi, una migliore conformità fiscale, maggiore trasparenza, facilitazione delle operazioni internazionali, riduzione dei costi e opportunità di crescita. Le imprese dovranno aggiornare i loro sistemi di fatturazione e gestione delle transazioni per conformarsi ai nuovi standard e requisiti. Questo potrebbe comportare investimenti iniziali in tecnologia e formazione, ma i benefici a lungo termine saranno significativi.

Sebbene in Italia il sistema di fatturazione elettronica sia ormai diffuso e consolidato, quest’obbligo sarà esteso a tutti i Paesi membri della comunità europea entro il 2030, anche per le fatture intracomunitarie tra società di diversi Stati membri.

La fase di transizione prevista fino al 2030 permetterà alle imprese di adattarsi gradualmente ai nuovi requisiti, assicurando un passaggio senza intoppi verso il nuovo sistema. Le sfide associate all’adozione di ViDA saranno superabili grazie all’apporto consulenziale degli studi professionali e dei provider di fatturazione elettronica.

ViDA rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione della gestione dell’IVA a livello europeo, offrendo numerosi vantaggi per le imprese e contribuendo a creare un ambiente fiscale più trasparente ed efficiente.

Per domande su questa tematica, per altri approfondimenti, chiarimenti o consulenza personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

Ricordiamo le principali scadenze di Luglio 2024

Lunedi 1 luglio

-Versam. imposta sostitutiva rottamazione magazzino (NB Per soggetti ISA e forfetari il termine è differito al 31.7)

-Versam. saldo 2023 e 1° acconto 2024 – mod. REDDITI/IRAP senza maggiorazione dello 0,40% (art. 37, D.Lgs. 13/2024)

-Dichiarazione IMU, IMI e ILIA variazioni anno 2023 (no per IMIS)

-Versamento imposta sostitutiva estromissione immobile (2a rata 40% – Comma 106, L. 197/2022)

-Versam. Ravv. speciale (6a rata trim. di 8), Liti fiscali pendenti (5a rata trim. di max 20), Rate ist. definitori (6a rata trim. di max 20) -Commi 174, 194 e 220, L. 197/2022 -Ravv. speciale anno 2022 (2a rata trim. di 4) – DL 215/23

-Redazione e asseverazione perizia + versamento imposta sostitutiva (o 1ª rata) rival. terreni e partecip. all’1.1.2024 – Commi 52 e 53, L. 213/2023


Martedì 16 luglio

-Versamento IVA e ritenute – Giugno

 

Giovedi 25 luglio
-Mod. INTRA – Giugno e 2° trimestre

Mercoledì 31 luglio

-Dichiarazione e liquidazione OSS – 2° trimestre

-Versam. imposta sostitutiva rottamazione magazzino + 0,40% (NB Per soggetti ISA e forfetari non è dovuta la maggiorazione)
-Versam.saldo 2023 e 1° acc. 2024 – mod. REDDITI /IRAP + 0,40% ne dello 0,40% (art. 37, D.Lgs. 13/2024)

-Mod. IVA TR – 2° trimestre

-Versamento Rottamazione-quater (5a rata di max 18) – Comma 232, L. 197/2022

Per qualsiasi domanda il nostro team di esperti è a vostra disposizione.
Non esitate a contattarci per ulteriori dettagli e assistenza personalizzata!

 

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