Con l’approvazione definitiva del Decreto Fiscale n. 155 del 19 ottobre 2024, il panorama normativo fiscale italiano si arricchisce di importanti novità. Questo intervento legislativo è stato concepito per rispondere alle esigenze economiche post-pandemiche, concentrandosi sul Concordato Preventivo Biennale (CPB) e su strumenti di supporto per imprese e lavoratori.

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) rappresenta un pilastro fondamentale per agevolare la gestione fiscale delle imprese italiane. In seguito agli effetti della pandemia da COVID-19, che ha messo a dura prova la stabilità economica di molti settori, il Governo ha deciso di intervenire con un correttivo, ampliando le opportunità di regolarizzazione fiscale e introducendo nuovi strumenti di supporto economico. Il Decreto Fiscale n. 155/2024 diventa così un tassello fondamentale per rafforzare la ripresa economica del Paese.

Una delle misure di maggior rilievo riguarda il cosiddetto ravvedimento speciale, applicabile agli anni dal 2018 al 2022, che consente alle imprese di regolarizzare la propria posizione fiscale con condizioni particolarmente favorevoli. Questa misura è dedicata a coloro che hanno aderito al CPB e soddisfano specifiche condizioni, come aver dichiarato cause di esclusione dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) a causa della pandemia o operato in condizioni di non normale svolgimento dell’attività.

Per accedere al ravvedimento, le imposte sostitutive vengono calcolate sulla base di un incremento del reddito dichiarato del 25%, applicando un’aliquota ridotta. Ad esempio:

Imposta IRPEF: aliquota del 12,5%.

Imposta IRAP: aliquota del 3,9%.

Inoltre, una riduzione del 30% sulle imposte sostitutive rende questa misura ancora più conveniente per i soggetti idonei.

 

Tipologia di Imposta Base Imponibile Aliquota Riduzione Applicabile
IRPEF Reddito incrementato del 25% 12,5% 30%
IRAP Valore della produzione incrementato 25% 3,9% 30%

 

Un punto importante del decreto è il potenziamento del credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES), un incentivo destinato alle imprese del Sud Italia. Grazie alle nuove disposizioni, gli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024 possono essere inclusi in una comunicazione integrativa, aumentando così il credito d’imposta disponibile. Questo strumento rappresenta un motore per stimolare nuovi investimenti e rafforzare la competitività del Mezzogiorno.

Un’altra misura che guarda alle necessità delle partite IVA riguarda il rinvio della scadenza della seconda rata di acconto IRPEF. Originariamente fissata al 30 novembre, la nuova scadenza è stata spostata al 16 gennaio 2025, dando così maggior respiro finanziario a lavoratori autonomi e piccole imprese con ricavi non superiori a 170.000 euro.

 

Questa proroga rappresenta un intervento mirato per migliorare la liquidità dei contribuenti, in un periodo spesso critico per le finanze delle imprese.

Il Decreto Fiscale introduce anche un rifinanziamento per l’APE Sociale, un’indennità che permette a determinate categorie di lavoratori di accedere al pensionamento anticipato a partire dai 63 anni. Le risorse aggiuntive stanziate fino al 2028 garantiscono la continuità di questa misura, con una suddivisione annuale che arriva a 50 milioni di euro nel 2027.

 

Un riepilogo delle modifiche principali

 

Misura Ambito di Applicazione Dettagli Principali
Ravvedimento speciale Annualità 2018-2022 Aliquote agevolate su redditi incrementati
Credito d’imposta ZES Zone Economiche Speciali Nuovi investimenti ammissibili
Rinvio rata di acconto IRPEF Partite IVA con ricavi < 170.000€ Scadenza prorogata al 16 gennaio 2025

 

FAQ

Cos’è il Concordato Preventivo Biennale (CPB)?

È un regime fiscale che consente alle imprese di pianificare e gestire gli obblighi fiscali su un periodo di due anni.

Chi può accedere al ravvedimento speciale?

Imprese con ricavi fino a 5,16 milioni di euro che soddisfano le condizioni legate alla pandemia.

Quali vantaggi offre il credito d’imposta ZES?

Permette di aumentare il credito fiscale per nuovi investimenti nel Sud Italia.

Chi può beneficiare del rifinanziamento dell’APE Sociale?

Lavoratori che soddisfano i requisiti per il pensionamento anticipato, in particolare quelli in condizioni di difficoltà.

Quando scade la seconda rata di acconto IRPEF?

Per il 2024, la nuova scadenza è fissata al 16 gennaio 2025.

L’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è un obbligo fiscale che ogni anno coinvolge i datori di lavoro italiani. Con la scadenza per il versamento dell’acconto fissata al 16 dicembre 2024, è importante comprendere tutti gli aspetti normativi e operativi legati a questa imposta.

Il TFR rappresenta una forma di risparmio obbligatorio accumulato dai datori di lavoro per i dipendenti, da corrispondere al termine del rapporto di lavoro. La rivalutazione del TFR avviene annualmente per adeguare il suo valore all’inflazione. Su questa rivalutazione si applica un’imposta sostitutiva pari al 17%, gestita direttamente dal datore di lavoro.

Questa imposta si riferisce esclusivamente alla quota finanziaria rivalutata del TFR, non alla quota capitale. Quest’ultima, infatti, viene tassata solo al momento della liquidazione finale o in caso di anticipi concessi per esigenze specifiche, come l’acquisto della prima casa.

 

Rivalutazione TFR: Metodo e Calcolo

La rivalutazione del TFR è determinata secondo una formula che combina un tasso fisso dell’1,5% con il 75% della variazione dell’indice ISTAT FOI relativo ai prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Questo calcolo consente di mantenere il valore del TFR allineato al costo della vita.

Un elemento chiave è che la rivalutazione non si applica alla quota di TFR maturata nell’anno corrente, ma solo al fondo accumulato al 31 dicembre dell’anno precedente. In caso di deflazione, la variazione ISTAT viene considerata pari a zero.

L’imposta sostitutiva viene versata in due momenti distinti:

Acconto: entro il 16 dicembre dell’anno in corso.

Saldo: entro il 16 febbraio dell’anno successivo.

Il pagamento avviene tramite il modello F24, utilizzando i codici tributo specifici:

  • 1712 per l’acconto.
  • 1713 per il saldo.

I datori di lavoro possono inoltre compensare eventuali crediti fiscali maturati per altre imposte o contributi.

Metodo Storico vs Metodo Previsionale

Per il calcolo dell’acconto, i datori di lavoro possono scegliere tra due metodi:

Metodo storico: si basa sulle rivalutazioni maturate nell’anno precedente. È una soluzione stabile e meno rischiosa, ideale in contesti economici prevedibili.

Metodo previsionale: consente di stimare le rivalutazioni dell’anno in corso. Questo approccio offre maggiore flessibilità, ma richiede un’analisi economica accurata per evitare errori che potrebbero portare a sanzioni.

La scelta del metodo più adatto dipende dalle competenze interne e dalla variabilità del contesto economico.

La gestione del TFR varia in base alla dimensione aziendale:

Aziende con almeno 50 dipendenti: il TFR viene trasferito all’INPS, che si occupa della rivalutazione e della gestione.

Aziende con meno di 50 dipendenti: la gestione resta a carico del datore di lavoro, che può decidere se accantonare il TFR internamente o trasferirlo a un fondo pensionistico complementare.

Questa seconda opzione può offrire vantaggi finanziari a breve termine, ma comporta rischi significativi in termini di liquidità.

Novità Normative

Un’importante novità introdotta dall’Agenzia delle Entrate riguarda l’opzione di calcolo dell’acconto basata sull’incremento presuntivo dell’indice ISTAT di dicembre. Questo approccio offre maggiore flessibilità, consentendo alle aziende di stimare l’acconto in modo più aderente alle condizioni economiche attuali.

Focus sull’Acconto del 16 dicembre 2024

L’acconto rappresenta il 90% dell’imposta sostitutiva totale sulle rivalutazioni maturate. Il metodo previsionale può essere particolarmente utile in periodi di forte volatilità economica, mentre il metodo storico è indicato per contesti più stabili.

Il saldo, da versare entro il 16 febbraio 2025, corrisponde alla differenza tra l’imposta dovuta e l’acconto già versato. In caso di saldo negativo, l’importo può essere utilizzato come credito in compensazione.

Ravvedimento Operoso e Sanzioni

Il mancato rispetto delle scadenze comporta una sanzione del 30% sull’importo dovuto, ma il ravvedimento operoso consente di ridurre significativamente queste penalità. Questo strumento è particolarmente utile per regolarizzare eventuali errori senza conseguenze gravi.

Lo Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione per  consulenza e assistenza personalizzata.

L’anno 2024 ha visto alcune modifiche normative rilevanti, introdotte dal Decreto Legislativo del 5 agosto 2024, n. 108, che ha apportato variazioni ai termini di presentazione delle dichiarazioni. Forniamo, con questo articolo, un quadro esaustivo sulle scadenze principali, le novità introdotte e gli obblighi per i contribuenti, con un focus specifico sui modelli più comuni.

Mod. IVA: Termini e Obblighi

Il Modello IVA è uno degli adempimenti fiscali principali per i soggetti passivi IVA, che sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale entro il 30 aprile di ogni anno. Tuttavia, per chi decide di includere la Liquidazione Periodica IVA (LIPE) del quarto trimestre nel Modello IVA, il termine viene anticipato al 28 febbraio o al 29 febbraio negli anni bisestili. Esistono alcune categorie esonerate dalla presentazione della dichiarazione IVA, come i contribuenti minimi, i forfetari, i produttori agricoli esonerati e i soggetti in regime agevolato ai sensi della legge n. 398/1991.

Certificazione Unica (CU): Novità e Termini

La Certificazione Unica (CU) è il documento con cui i sostituti d’imposta attestano i redditi corrisposti ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e ad altri percettori di redditi. Nel 2024, le scadenze per la trasmissione della CU dipendono dalla tipologia di reddito. Per la CU contenente redditi di lavoro dipendente e assimilati, la scadenza ordinaria è fissata al 16 marzo. Dal 2025, per i redditi di lavoro autonomo abituale, la trasmissione dovrà avvenire entro il 31 marzo. Infine, per i redditi esenti o non dichiarabili con la dichiarazione precompilata, il termine è prorogato al 31 ottobre.

Modello 770: Dichiarazione dei Sostituti d’Imposta

Il Modello 770 è riservato ai sostituti d’imposta, ovvero quei soggetti che trattengono le imposte dai redditi corrisposti ai lavoratori e le versano direttamente all’erario. Nel 2024, la scadenza per la presentazione del Modello 770 è fissata al 31 ottobre. Questo modello consente al sostituto d’imposta di dichiarare i dati relativi alle ritenute operate, ai versamenti eseguiti, e agli eventuali conguagli effettuati.

Modello 730: Scadenze per i Contribuenti Privati

Il Modello 730 rappresenta la dichiarazione dei redditi più utilizzata dai contribuenti privati, in particolare dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Il termine ultimo per la trasmissione telematica del Modello 730 all’Agenzia delle Entrate è fissato al 30 settembre. Tuttavia, esistono termini differenziati a seconda del periodo di consegna della dichiarazione al sostituto d’imposta, al CAF o al professionista abilitato. Ad esempio, per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio, il termine di trasmissione è il 15 giugno, mentre per quelle consegnate tra il 16 luglio e il 31 agosto, il termine è il 15 settembre.

Modello Redditi PF: Le Persone Fisiche

Le persone fisiche che non rientrano tra i contribuenti esonerati devono presentare la dichiarazione dei redditi attraverso il Modello Redditi PF. La scadenza per la trasmissione telematica del Modello Redditi Persone Fisiche è fissata al 31 ottobre. È importante ricordare che non possono utilizzare il Modello 730 coloro che percepiscono redditi d’impresa, redditi da lavoro autonomo abituale o redditi di partecipazione, per i quali è obbligatoria la presentazione del Modello Redditi PF.

Modello Redditi SP: Società di Persone

Le società di persone, come le società in nome collettivo (SNC) e le società in accomandita semplice (SAS), sono tenute a presentare il Modello Redditi SP e il Modello IRAP entro il 31 ottobre dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di cessazione dell’attività o di operazioni straordinarie, come la liquidazione o la trasformazione della società, i termini possono variare, ma in generale è previsto che la dichiarazione venga inviata entro la fine del nono mese successivo alla data di effetto dell’operazione.

Modello Redditi SC: Società di Capitali

Anche le società di capitali, come le società per azioni (SPA) e le società a responsabilità limitata (SRL), devono presentare il Modello Redditi SC e il Modello IRAP entro il 31 ottobre, in riferimento all’anno solare precedente. Per le società il cui esercizio non coincide con l’anno solare, la scadenza per l’invio delle dichiarazioni è stabilita alla fine del decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni o trasformazioni, la dichiarazione va presentata entro la fine del nono mese successivo alla data dell’operazione.

Modello IRAP: Le Imprese e i Termini

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è dovuta da diverse categorie di contribuenti, incluse le società di persone, le società di capitali e le cooperative. Tuttavia, dal 2022, le persone fisiche non sono più soggette all’IRAP. Per le società e gli enti, la scadenza per la presentazione del Modello IRAP è fissata al 31 ottobre. Anche in questo caso, per le società con esercizio non coincidente con l’anno solare, la scadenza è prorogata al decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio.

Operazioni Straordinarie e Termini Speciali

Le operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni, liquidazioni o trasformazioni, influenzano i termini di presentazione delle dichiarazioni fiscali. In generale, le dichiarazioni relative al periodo precedente all’operazione devono essere presentate utilizzando il modello “vecchio”, entro la fine del nono mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta. Per il periodo successivo all’operazione, si utilizza invece il modello “nuovo”, con la consueta scadenza fissata al 31 ottobre.

Dichiarazioni Fiscali e Scadenze nei Giorni Festivi

Nel caso in cui la scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali cada in un giorno festivo, la stessa viene automaticamente prorogata al primo giorno lavorativo successivo. Questo meccanismo di proroga garantisce che i contribuenti non siano penalizzati da eventi al di fuori del loro controllo. Tuttavia, è importante notare che le dichiarazioni inviate entro il novantesimo giorno successivo alla scadenza sono considerate tardive, ma valide. Le dichiarazioni presentate oltre questo termine sono soggette a sanzioni.

Conseguenze del Ritardo nella Presentazione

Il ritardo nella presentazione delle dichiarazioni fiscali comporta l’applicazione di sanzioni amministrative, che possono variare a seconda dell’entità del ritardo e della tipologia di contribuente. Le sanzioni possono essere ridotte se la dichiarazione tardiva viene inviata entro 90 giorni dalla scadenza, ma oltre questo termine si incorre in sanzioni più severe. In alcuni casi, è possibile ricorrere al ravvedimento operoso, che consente al contribuente di sanare la propria posizione pagando una sanzione ridotta e gli interessi dovuti.

La corretta e tempestiva presentazione delle dichiarazioni fiscali è un elemento fondamentale nella gestione delle finanze. Le modifiche normative introdotte nel 2024 rendono ancora più importante la pianificazione fiscale e la consulenza di professionisti qualificati, che possono aiutare a evitare errori e a garantire il rispetto delle scadenze.

 

Dichiarazione Scadenza 2024 Note
Modello IVA 30 aprile Termine anticipato al 28/29 febbraio se si include la LIPE del 4° trimestre nel modello IVA.
Certificazione Unica (CU) – 16 marzo (redditi lavoro dipendente e assimilati)

– 31 marzo (dal 2025, per redditi lavoro autonomo abituale)

– 31 ottobre (redditi esenti/non dichiarabili con precompilata)

Scadenze differenti in base alla tipologia di reddito.
Modello 770 31 ottobre Per i sostituti d’imposta.
Modello 730 30 settembre Termini variabili in base alla data di consegna: – Entro il 31 maggio: scadenza il 15 giugno

– Tra 1 giugno e 20 giugno: scadenza il 29 giugno

Modello Redditi PF 31 ottobre Per persone fisiche non esonerate dalla dichiarazione dei redditi.
Modello Redditi SP 31 ottobre

 

Per società di persone e soggetti equiparati.

 

Modello Redditi SC 31 ottobre (per esercizio solare)

Fine del 10° mese successivo alla chiusura dell’esercizio (per esercizio non coincidente con anno solare)

Per società di capitali (SPA, SRL) con differenze tra esercizio solare e non solare.
Modello IRAP 31 ottobre Anche per società di persone e capitali; esonero per le persone fisiche dal 2022.

 

Operazioni straordinarie (SP e SC) Fine del 9° mese successivo alla data dell’operazione Termine speciale per operazioni come liquidazioni, trasformazioni, fusioni, ecc.
Giorni festivi Proroga automatica al primo giorno feriale successivo Se la scadenza cade in un giorno festivo.

 

Per ulteriori informazioni o assistenza il nostro team di esperti sarà felice di offrire consulenza ed assistenza personalizzata.

Dal 1° settembre 2024, il sistema sanzionatorio tributario italiano ha subito significative modifiche, che riguardano in particolare le violazioni relative ai bonus edilizi. Questi cambiamenti sono stati introdotti dal Decreto Legislativo n. 87/2024, che dà attuazione all’articolo 20 della Legge n. 111/2023, nell’ambito della riforma fiscale. Il ravvedimento operoso rimane uno strumento fondamentale per i contribuenti che intendono regolarizzare le proprie posizioni fiscali, ma il nuovo quadro normativo stabilisce nuove modalità di applicazione e riduzioni delle sanzioni, differenziate a seconda del momento in cui la violazione è stata commessa e regolarizzata.

Il Ruolo del Ravvedimento nel Sistema Sanzionatorio

Il ravvedimento operoso consente al contribuente di correggere spontaneamente errori o omissioni nella dichiarazione dei redditi o nel versamento delle imposte. Questo istituto permette di evitare sanzioni elevate, favorendo il corretto adempimento degli obblighi fiscali con l’applicazione di sanzioni ridotte. La riforma del 2024 ha mantenuto l’importanza del ravvedimento operoso, ma ha introdotto nuove regole che si applicano alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, con una riduzione delle sanzioni differenziata in base al momento della regolarizzazione. Inoltre, è possibile accedere al ravvedimento anche in caso di controlli già in corso, purché non sia stata notificata un accertamento ufficiale.

Le violazioni relative ai bonus edilizi sono molteplici e possono verificarsi sia in fase di dichiarazione che in fase di liquidazione o controlli formali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tra le violazioni più comuni troviamo l’omesso o insufficiente versamento delle imposte e le dichiarazioni infedeli, in cui l’importo dichiarato risulta significativamente diverso rispetto a quello effettivamente dovuto. La nuova normativa introduce un sistema sanzionatorio più favorevole per le violazioni commesse dopo il 1° settembre 2024, con sanzioni ridotte al 25% rispetto al precedente 30%.

Per le violazioni commesse fino al 31 agosto 2024, la sanzione standard applicabile era pari al 30% degli importi non versati. Tuttavia, per le violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, la sanzione è stata ridotta al 25%. Tale riduzione è una delle principali novità introdotte dal Decreto Legislativo n. 87/2024 e riflette l’intento del legislatore di favorire la regolarizzazione spontanea da parte dei contribuenti. È importante sottolineare che queste sanzioni possono essere ulteriormente ridotte attraverso il ravvedimento, che prevede riduzioni progressive a seconda del momento in cui avviene la regolarizzazione.

Come si Applica il Ravvedimento per le Violazioni sui Bonus Edilizi

Il ravvedimento operoso consente ai contribuenti di regolarizzare le violazioni commesse con riduzioni delle sanzioni. La sanzione base del 25% per violazioni commesse dal 1° settembre 2024 può essere ridotta fino a 1/9, 1/8 o 1/7 del suo valore originale, a seconda del momento della regolarizzazione. Ad esempio, se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni dalla violazione, la sanzione viene ridotta ad 1/9 del minimo; se avviene entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione, la sanzione viene ridotta a 1/8.

 

Le riduzioni delle sanzioni dipendono dal momento in cui viene effettuata la regolarizzazione. Per le violazioni commesse entro il 31 agosto 2024, la riduzione della sanzione è calcolata in base alla vecchia normativa, mentre per le violazioni successive si applicano le nuove riduzioni:

1/9 del minimo se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni.

1/8 del minimo se avviene entro la scadenza della dichiarazione dell’anno di riferimento.

1/7 del minimo per regolarizzazioni oltre il termine di presentazione della dichiarazione.


Dichiarazioni Infedeli e Ravvedimento

Un caso specifico riguarda le dichiarazioni infedeli. In caso di violazioni commesse fino al 31 agosto 2024, la sanzione variava dal 90% al 180% dell’imposta dovuta o del credito utilizzato in compensazione. Tuttavia, per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024, la sanzione è stata ridotta al 70%, con un minimo di 150 euro. Anche in questo caso, il ravvedimento può ridurre sensibilmente l’importo della sanzione, con l’applicazione di aliquote ridotte che variano a seconda del momento della regolarizzazione.

Il ravvedimento può essere utilizzato anche in presenza di violazioni gravi, come nel caso di utilizzo di documentazione falsa, operazioni inesistenti o altri comportamenti fraudolenti. In questi casi, la regolarizzazione spontanea consente comunque di ridurre le sanzioni, sebbene in misura minore rispetto alle violazioni meno gravi. Il legislatore ha voluto mantenere una certa flessibilità, anche per incentivare la regolarizzazione di condotte potenzialmente dannose per l’erario.


Esclusioni dal Ravvedimento

Non sempre è possibile accedere al ravvedimento. Le esclusioni si applicano nei casi in cui la violazione sia già stata contestata formalmente o in cui siano già in corso accertamenti ufficiali. Inoltre, non è possibile usufruire del ravvedimento per violazioni che abbiano portato alla notifica di atti di liquidazione o accertamento, né per situazioni in cui sono già stati avviati accessi, ispezioni o verifiche formali.

 

I Termini di Regolarizzazione Post-Riforma

Le nuove regole impongono termini stringenti per la regolarizzazione delle violazioni. Ad esempio, per le violazioni commesse dopo il 1° settembre 2024, il ravvedimento deve avvenire entro 90 giorni per ottenere la riduzione massima delle sanzioni. È fondamentale che i contribuenti siano consapevoli delle scadenze previste dalla nuova normativa, per evitare sanzioni più elevate.

Per regolarizzare una violazione sui bonus edilizi, è necessario presentare una dichiarazione integrativa e versare l’importo dovuto, inclusa la sanzione ridotta e gli interessi. La procedura è stata semplificata rispetto al passato, ma richiede comunque attenzione per evitare errori che potrebbero invalidare il ravvedimento. La normativa post-riforma stabilisce chiaramente quali documenti devono essere presentati e quali modelli fiscali devono essere utilizzati.

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti attraverso circolari, come la n. 42/2016, che ha chiarito l’applicazione delle sanzioni ridotte in caso di ravvedimento. Queste circolari rimangono valide anche dopo la riforma, e si prevede che l’Agenzia emetta ulteriori istruzioni per guidare i contribuenti nell’applicazione delle nuove norme. È consigliabile consultare regolarmente gli aggiornamenti dell’Agenzia per rimanere conformi.

La riforma del sistema sanzionatorio tributario rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e efficienza fiscale. Le modifiche al ravvedimento operoso offrono opportunità concrete ai contribuenti di sanare le proprie posizioni, ma richiedono una conoscenza approfondita delle nuove norme. Il futuro dei bonus edilizi e del loro trattamento sanzionatorio dipenderà anche dall’evoluzione normativa e dagli ulteriori chiarimenti che verranno forniti dall’Agenzia delle Entrate.

Per consulenze personalizzate e chiarimenti su questo e altri aspetti fiscali, come il ravvedimento operoso e le novità sui bonus edilizi, lo  Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione.

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