La pubblicazione del nuovo decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nella Gazzetta Ufficiale rappresenta un’importante svolta per i giovani che desiderano mettersi in proprio. L’Italia, in linea con le politiche europee di stimolo all’occupazione e all’innovazione, ha introdotto un pacchetto di incentivi per giovani imprenditori pensato per favorire l’autoimprenditorialità giovanile nei settori più promettenti del mercato attuale: il digitale, l’ecologia e le nuove tecnologie.

Nel contesto economico post-pandemico, la crescita dell’occupazione giovanile e l’apertura a nuove imprese innovative si confermano priorità strategiche del Governo. Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 maggio 2025 offre un sostegno concreto a chi decide di scommettere su se stesso, promuovendo una cultura imprenditoriale moderna, sostenibile e tecnologicamente avanzata.

L’obiettivo primario della misura è duplice: da un lato sostenere l’occupazione giovanile attraverso l’autoimpiego e l’imprenditoria innovativa, dall’altro stimolare lo sviluppo di settori considerati fondamentali per la transizione ecologica, digitale e tecnologica dell’economia italiana. Con questo strumento, lo Stato punta ad accompagnare i giovani verso percorsi di crescita autonoma e allo stesso tempo a rafforzare il tessuto produttivo nazionale in una fase di forte evoluzione.

Ora si attende esclusivamente la pubblicazione della circolare INPS, che fornirà le indicazioni definitive per l’invio delle domande e l’accesso alle risorse.

Possono accedere al bonus giovani imprenditori i cittadini italiani di età inferiore ai 35 anni che decidano di avviare una nuova attività economica in uno dei settori strategici individuati dall’articolo 2 del decreto. I settori inclusi spaziano dalle tecnologie avanzate all’energia rinnovabile, dalla manifattura innovativa al digitale, dalla mobilità sostenibile ai servizi di welfare, tracciando un quadro preciso di ciò che lo Stato considera prioritario per il futuro.

Per poter usufruire dell’agevolazione, è fondamentale che l’attività imprenditoriale sia avviata in un periodo ben preciso: tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025. Si tratta di una finestra temporale limitata, ma sufficiente a permettere a molti giovani di elaborare e lanciare un progetto imprenditoriale sostenibile.

È importante ricordare che il bonus per giovani imprenditori è accessibile esclusivamente per le attività nuove, avviate ex novo e coerenti con le finalità del decreto.

L’incentivo complessivo può raggiungere un massimo di 1.300 euro al mese per un periodo fino a tre anni, attraverso due distinti strumenti: un esonero contributivo e un contributo economico esentasse. Questi due elementi possono coesistere, generando un impatto economico rilevante per l’imprenditore, sia in termini di risparmio che di liquidità.

Il primo dei due incentivi è il più rilevante in termini di valore. Si tratta dell’esonero contributivo del 100% dei contributi previdenziali dovuti all’INPS per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato effettuata dal giovane imprenditore. Tale agevolazione contributiva ha un tetto massimo di 800 euro al mese per ciascun lavoratore e può essere riconosciuta per una durata complessiva di 36 mesi, non oltre il 31 dicembre 2028.

Affinché l’esonero INPS possa essere richiesto, le assunzioni devono riguardare altri giovani under 35, anch’essi disoccupati, e devono essere a tempo indeterminato. Restano escluse dal beneficio le forme contrattuali atipiche o a termine, così come le assunzioni con contratto di apprendistato o nel lavoro domestico, ambiti per i quali il legislatore ha deciso di non estendere l’incentivo.

Un aspetto importante da sottolineare è che, pur trattandosi di un esonero contributivo totale, restano dovuti i contributi INAIL (quelli per la sicurezza sul lavoro) e non cambia l’aliquota di riferimento per il calcolo delle prestazioni pensionistiche. In questo modo, l’agevolazione non incide negativamente sui futuri diritti previdenziali del lavoratore assunto.

Il secondo strumento previsto è il riconoscimento di un contributo esentasse pari a 500 euro mensili, erogato direttamente all’imprenditore che abbia avviato un’attività nei settori previsti dal decreto. Anche questa agevolazione ha una durata massima di tre anni, sempre nel limite temporale del 31 dicembre 2028. Il vantaggio di questo contributo diretto è che può essere ottenuto a prescindere dalle assunzioni effettuate, rappresentando così un incentivo liquido immediato per sostenere le prime fasi del progetto.

Per richiedere sia l’esonero contributivo INPS che il contributo mensile da 500 euro, sarà necessario presentare domanda all’INPS secondo le modalità che saranno presto rese note. Attualmente, infatti, manca solo la circolare operativa da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che dettaglierà i modelli, i documenti richiesti, i canali di presentazione e le tempistiche. La pubblicazione della circolare è attesa a brevissimo e rappresenta l’ultimo tassello necessario per rendere pienamente fruibile il bonus per giovani imprenditori.

Le imprese costituite da giovani potranno così beneficiare, in un quadro normativo ormai definito, di un sostegno concreto sia in fase di avviamento che di crescita. Il risparmio sui contributi rappresenta un forte incentivo all’assunzione, mentre il contributo diretto di 500 euro al mese offre un supporto economico per far fronte alle prime spese operative. Il mix tra incentivi all’occupazione e sostegno al reddito imprenditoriale è stato pensato per agire su più fronti contemporaneamente.

Il bonus giovani imprenditori 2025 costituisce una misura ambiziosa e strutturata, capace di fornire strumenti reali per la creazione di impresa giovanile. Con l’attivazione completa del meccanismo prevista nei prossimi mesi, sarà fondamentale diffondere correttamente le informazioni e accompagnare i potenziali beneficiari nella fase di presentazione delle domande.

Per maggiori dettagli, chiarimenti e per assistenza personalizzata il nostro team di esperti è a vostra completa disposizione.

Voce Dettagli
Normativa di riferimento Art. 21 del Decreto Coesione (D.L. 60/2024) + Decreto Ministeriale 3 aprile 2025
Pubblicazione in Gazzetta 21 maggio 2025
Età massima beneficiari Under 35
Periodo di avvio attività Dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2025
Durata massima del beneficio 36 mesi (fino al 31 dicembre 2028)
Importo massimo mensile complessivo 1.300 euro
Componenti dell’incentivo 1. Esonero contributivo INPS (max 800 euro/mese) 2. Contributo esentasse (500 euro/mese)
Tipologia contratti agevolabili Assunzioni a tempo indeterminato di disoccupati under 35
Contratti esclusi Lavoro domestico e apprendistato
Settori ammessi Settori strategici per innovazione, transizione digitale ed ecologica (vedi elenco decreto)
Come si presenta domanda All’INPS, con modalità definite dalla prossima circolare operativa
Contributi esclusi dall’esonero INAIL e quota per prestazioni pensionistiche
Tipo di impresa Nuove attività avviate ex novo da giovani imprenditori o imprenditrici
Finalità del bonus Promuovere autoimprenditorialità, occupazione giovanile e sviluppo settori innovativi

 

FAQ – Bonus Giovani Imprenditori 2025

Chi può richiedere il bonus giovani imprenditori da 1.300 euro al mese?
Possono richiederlo tutti i giovani con meno di 35 anni che avviano una nuova attività imprenditoriale in uno dei settori strategici indicati dal decreto Coesione. È necessario che l’impresa sia costituita tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025.

Quali sono i settori strategici ammessi al bonus per giovani imprenditori?
I settori strategici comprendono quelli legati all’innovazione tecnologica, alla transizione digitale, alla sostenibilità ambientale, all’energia rinnovabile, alla mobilità sostenibile e ad altri ambiti prioritari per lo sviluppo del Paese. L’elenco dettagliato è incluso nell’articolo 2 del decreto attuativo.

Il bonus giovani imprenditori è cumulabile con altri incentivi?
Sì, salvo esplicite incompatibilità, il bonus fino a 1.300 euro può essere cumulato con altri incentivi pubblici, purché non si superino i limiti previsti dalla normativa sugli aiuti di Stato e siano rispettate le regole di cumulabilità previste da INPS.

È obbligatorio assumere personale per ottenere il contributo?
No, l’assunzione non è obbligatoria per accedere al contributo esentasse da 500 euro al mese. Tuttavia, per beneficiare dell’esonero contributivo INPS da 800 euro mensili, è necessario effettuare assunzioni a tempo indeterminato di altri giovani under 35.

L’incentivo per l’assunzione di giovani under 35

Con la pubblicazione, in data 9 maggio 2025, sul sito del Ministero del Lavoro del Decreto Interministeriale 66/2025, prende finalmente forma attuativa l’esonero contributivo noto come “Bonus Giovani”, istituito dall’art. 22 del D.L. 60/2024 (c.d. Decreto Coesione) e convertito, con modificazioni, nella Legge 95/2024. Il provvedimento dà concreta attuazione a una misura che si colloca nel quadro strategico delineato dall’Accordo di Partenariato 2021–2027 e dal Programma nazionale giovani, donne e lavoro, con l’obiettivo di promuovere in modo strutturato l’occupazione stabile giovanile nel settore privato. In particolare, l’incentivo è destinato ai datori di lavoro privati che procedono all’assunzione o alla trasformazione a tempo indeterminato di lavoratori under 35, a condizione che questi ultimi non risultino già titolari di un contratto a tempo indeterminato al momento dell’accesso al beneficio.

Periodo di applicazione e struttura territoriale dell’incentivo

Il decreto specifica che l’arco temporale di riferimento è compreso tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Si tratta, dunque, di una finestra ben definita all’interno della quale i rapporti di lavoro stipulati o trasformati potranno beneficiare dell’esonero contributivo. Il beneficio è riservato al solo personale non dirigente, e presenta una struttura modulare a seconda dell’area territoriale di riferimento: se l’assunzione ha luogo nel territorio nazionale, l’importo massimo mensile dell’esonero è fissato in 500 euro per ciascun lavoratore. Tuttavia, qualora il rapporto venga instaurato con sede effettiva di lavoro in una delle regioni incluse nella cosiddetta Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), il beneficio è maggiorato e può raggiungere i 650 euro mensili. In tale ultimo caso, però, l’incentivo assume natura di aiuto di Stato e, in quanto tale, è stato sottoposto all’autorizzazione della Commissione Europea, concessa in data 31 gennaio 2025.

Prenotazione preventiva nelle ZES e termini perentori

È importante osservare che, proprio per il carattere selettivo dell’intervento ZES, la fruizione del beneficio maggiorato richiede la presentazione della domanda all’INPS in via preventiva rispetto all’instaurazione del rapporto di lavoro. Il meccanismo prevede che, una volta inoltrata l’istanza tramite procedura telematica, l’Istituto assegni una riserva finanziaria pari all’importo teoricamente spettante e che il datore di lavoro proceda all’assunzione entro il termine perentorio di dieci giorni. Decorso inutilmente tale termine, la prenotazione delle risorse decade, senza possibilità di proroga. Di contro, per i rapporti di lavoro in ambito nazionale – non rientranti nella disciplina ZES – è ammessa la fruizione dell’incentivo anche per contratti già instaurati, a condizione che siano rispettate tutte le condizioni previste.

Requisiti soggettivi e fattispecie escluse

L’ambito soggettivo dell’incentivo è definito con altrettanta chiarezza. Possono accedervi i datori di lavoro privati che assumano lavoratori che, alla data di assunzione, non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato. È tuttavia ammessa l’applicazione del beneficio anche nei confronti di soggetti già assunti con contratto di apprendistato non proseguito in ordinario rapporto a tempo indeterminato, così come nei confronti di lavoratori per i quali un altro datore di lavoro abbia già beneficiato del medesimo incentivo ma solo in parte. Restano invece esclusi dal campo di applicazione i rapporti di apprendistato ancora in corso e, in modo categorico, il lavoro domestico. Per quanto concerne la versione ZES, ulteriori limiti derivano dal diritto europeo: non possono accedere al beneficio le imprese che si trovano in stato di difficoltà ai sensi dell’art. 2, punto 18, del Regolamento UE n. 651/2014, né quelle che risultino inadempienti a ordini di recupero di aiuti di Stato già disposti dalla Commissione.

Misura economica, durata e limiti comunitari

La misura dell’incentivo è corrispondente a un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con l’esclusione dei premi INAIL, fino a un massimo mensile – come detto – di 500 o 650 euro, a seconda dell’area territoriale.

La durata dell’esonero è pari a 24 mesi per ciascun lavoratore agevolato e il suo valore non può superare, in ogni caso, il 50% del costo salariale complessivo del lavoratore. Si tratta, dunque, di una misura importante, ma sottoposta a un preciso bilanciamento tra l’effetto di incentivo e la disciplina in materia di aiuti.

Compatibilità e rapporti con altri benefici

Ulteriori condizioni riguardano la cumulabilità. L’esonero non è cumulabile con altri benefici contributivi o riduzioni delle aliquote di finanziamento eventualmente previste da altre norme vigenti. Tuttavia, non vi è alcuna incidenza sulla possibilità di cumulare l’incentivo con la maggiorazione del costo deducibile prevista dall’art. 4 del D.Lgs. 216/2023, in caso di nuove assunzioni: tale possibilità resta pienamente fruibile, trattandosi di due misure fiscalmente autonome.

Condizioni di regolarità e clausole ostative

Per quanto concerne le condizioni di legittima fruizione, il datore di lavoro dovrà risultare in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziale, nonché con l’applicazione dei contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali di riferimento. Viene inoltre richiesto il rispetto dei principi generali in materia di incentivi contenuti nell’art. 31 del D.Lgs. 150/2015, a partire dall’assenza di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o collettivi nei sei mesi precedenti l’assunzione, riferiti alla medesima unità produttiva. Inoltre, è previsto che eventuali licenziamenti effettuati nei sei mesi successivi all’assunzione, con le medesime caratteristiche, comportino la revoca del beneficio con recupero integrale degli importi già fruiti.

Schema di sintesi

Procedura operativa: istruzioni INPS

L’INPS ha reso operativo l’incentivo con la circolare 12 maggio 2025, n. 90, che fornisce indicazioni dettagliate sui requisiti e sulle procedure.

Presentazione della domanda: modulo telematico dal 16 maggio 2025

Dal 16 maggio 2025, i datori di lavoro interessati possono trasmettere esclusivamente online la domanda di accesso al Bonus Giovani tramite il “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”. Il modulo sarà disponibile nella sezione.

Accesso alla procedura telematica

La domanda può essere presentata esclusivamente online, tramite il sito ufficiale dell’INPS www.inps.it, accedendo al:

“Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”

Sezione: “Incentivi Decreto Coesione – Articolo 22 – Giovani”

L’autenticazione al portale richiede l’utilizzo di credenziali SPID, CIE o CNS da parte del datore di lavoro o del consulente delegato.

Contenuto del modulo di istanza

All’interno del modulo telematico, devono essere compilate con attenzione le seguenti sezioni:

– Dati identificativi del datore di lavoro (ragione sociale, CF, matricola INPS);

– Dati del lavoratore già assunto/trasformato o da assumere/trasformare;

– Tipologia contrattuale (tempo pieno / part-time e relativa percentuale);

– Retribuzione mensile media prevista, inclusi i ratei di 13ª e 14ª mensilità;

– Aliquota contributiva datoriale applicabile;

– Luogo effettivo di lavoro (Regione e Provincia, specificando sede operativa o unità locale).

Modalità e limiti di presentazione

  • Bonus nazionale

– Riconosciuto anche per rapporti già in essere (assunzioni o trasformazioni pregresse);

– Esonero massimo: 500 euro mensili per 24 mesi;

– Possibile anche per part-time.

  • Bonus ZES

– Ammesso esclusivamente per rapporti da instaurare;

– Esonero massimo: 650 euro mensili, in quanto costituisce aiuto di Stato territoriale;

– È necessario che il rapporto venga instaurato entro 10 giorni dalla prenotazione effettuata da INPS, pena la perdita del beneficio.

Verifica della domanda da parte dell’INPS

Una volta inoltrata l’istanza:

  • Se riferita a un’assunzione già avvenuta, l’INPS verifica la comunicazione obbligatoria (C.O.) e comunica esito e importo riconosciuto direttamente nel portale.
  • Se si tratta di un’assunzione futura, l’INPS:

o Calcola e prenota le risorse;

o Invia comunicazione via PEC e MyINPS con invito a completare l’assunzione entro 10 giorni;

o Verificato l’invio della C.O., conferma l’accoglimento della domanda.

L’importo comunicato costituisce il tetto massimo dell’esonero fruibile in sede contributiva.

Aspetti critici e responsabilità del datore di lavoro

  • I dati presenti nel modulo devono essere perfettamente coerenti con quelli delle comunicazioni Unilav/Unisomm;
  • Ogni variazione oraria del rapporto (es. passaggio da part-time a full-time o viceversa) comporta l’obbligo di rivalutazione manuale dell’importo da parte del datore;
  • In caso di cumulabilità non ammessa con altri incentivi (es. Decontribuzione Sud, GECO), è necessario restituire eventuali importi già fruiti.

L’incentivo per l’assunzione di donne

Con la pubblicazione della circolare 12 maggio 2025, n. 91, l’INPS ha definito il quadro applicativo e procedurale per la fruizione dell’esonero contributivo introdotto dall’art. 23 del D.L. 7 maggio 2024, n. 60, convertito con modificazioni dalla legge 4 luglio 2024, n. 95, comunemente noto come “Bonus Donne Decreto Coesione”. Tale misura, articolata e profondamente influenzata dalla cornice normativa unionale, fa seguito al ritiro del primo decreto attuativo, sostituito da un nuovo provvedimento ministeriale che ha riformulato i criteri di accesso e ridefinito la platea delle potenziali beneficiarie.

Tre categorie di lavoratrici ammissibili

Il nuovo decreto attuativo identifica con precisione tre distinte categorie di donne svantaggiate, per le quali l’assunzione a tempo indeterminato dà diritto all’esonero contributivo:

  1. Donne ovunque residenti, prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi;
  2. Donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti nelle Regioni comprese nella Zona Economica Speciale unica (ZES) per il Mezzogiorno;
  3. Donne impiegate in professioni o in settori a elevata disparità occupazionale di genere, come individuati dal Decreto interministeriale del 30 dicembre 2024.

Tale classificazione è fondamentale, poiché determina non solo i presupposti soggettivi per accedere al beneficio, ma anche i tempi, la durata e le modalità operative per la presentazione della domanda e per la successiva esposizione del beneficio nei flussi contributivi.

COSA SIGNIFICA ESSERE DONNA PRIVA DI IMPIEGO REGOLARMENTE RETRIBUITO?

In riferimento alla nozione di “impiego regolarmente retribuito”, per verificare il rispetto della condizione è necessario fare riferimento al D.M. 17.10.2017, secondo cui sono da considerarsi tali

“coloro che negli ultimi sei mesi non hanno prestato attività lavorativa riconducibile a un rapporto di lavoro subordinato della durata di almeno sei mesi nonché coloro che negli ultimi sei mesi hanno svolto attività lavorativa in forma autonoma o parasubordinata dalla quale derivi un reddito che corrisponde a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917”.

Tempistiche di validità e durata degli esoneri

L’Istituto, nell’illustrare il campo di applicazione del beneficio, distingue le fattispecie sulla base della categoria di appartenenza:

  • Per le donne prive di occupazione regolarmente retribuita da almeno 24 mesi o per le lavoratrici in settori a forte disparità di genere, l’agevolazione è riconosciuta per le assunzioni effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, per una durata massima di 24 mesi (12 mesi in caso di donne “svantaggiate” ma non “molto svantaggiate”, secondo la classificazione europea).
  • Per le donne residenti nelle Regioni ZES e prive di occupazione regolarmente retribuita da almeno 6 mesi, la finestra temporale decorre dalla data di autorizzazione della Commissione Europea (31 gennaio 2025). Tuttavia, l’effettiva fruizione è subordinata alla presentazione preventiva della domanda all’INPS, che deve avvenire prima dell’instaurazione del rapporto. Pertanto, la data di decorrenza effettiva varia in funzione del momento di trasmissione dell’istanza. Anche in questo caso, la durata dell’agevolazione è di 24 mesi.

Condizione dell’incremento occupazionale netto

Elemento essenziale e condizionante per l’accesso al beneficio è il rispetto del requisito dell’incremento netto della base occupazionale, calcolato mensilmente in unità di lavoro annuo (U.L.A.). La nuova assunzione deve infatti comportare un effettivo aumento del numero di lavoratori impiegati rispetto alla media degli occupati nei dodici mesi precedenti. Tale incremento deve essere mantenuto nel tempo: la sua assenza determina la perdita del beneficio per il singolo mese, mentre il suo ripristino ne riattiva la fruizione, senza possibilità di recuperare le mensilità perse.

Procedura operative: istruzioni INPS

Con l’operatività della circolare INPS 12 maggio 2025, n. 91, è stato ufficialmente attivato il canale per la fruizione dell’esonero contributivo previsto dall’art. 23 del D.L. 7 maggio 2024, n. 60 (cd. “Decreto Coesione”), convertito con modificazioni dalla L. 4 luglio 2024, n. 95. L’agevolazione, nota come Bonus Donne, si configura quale incentivo strutturale a favore dell’occupazione femminile in condizioni di svantaggio, mediante la riduzione dell’onere contributivo a carico del datore di lavoro.

Requisiti oggettivi e soggettivi

L’esonero è destinato alle assunzioni a tempo indeterminato di lavoratrici che versino in almeno una delle seguenti condizioni:

  1. Prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti;
  2. Prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, se residenti nelle Regioni ricomprese nella ZES unica per il Mezzogiorno;
  3. Operanti in professioni o settori a elevata disparità occupazionale di genere, come individuati annualmente con apposito decreto interministeriale.

Tali condizioni devono sussistere al momento dell’assunzione ovvero al momento della presentazione della domanda per i rapporti non ancora instaurati.

Procedura telematica: accesso e compilazione

  1. Accesso al “Portale delle Agevolazioni” INPS

A partire dal 16 maggio 2025, i datori di lavoro possono accedere all’apposito modulo tramite il sito ufficiale INPS, seguendo il percorso:

www.inps.it → Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) → Incentivi Decreto Coesione – Articolo 23 – Donne

L’accesso avviene tramite le credenziali SPID, CNS o CIE del legale rappresentante o di soggetto delegato.

  1. Compilazione del modulo online

Il modulo telematico, suddiviso in sezioni, richiede l’inserimento obbligatorio delle seguenti informazioni:

  1. Dati identificativi del datore di lavoro
  • Ragione sociale;
  • Codice fiscale e matricola INPS;
  • Sede legale e unità operativa di riferimento;
  • Referente per la pratica (con recapiti).
  1. Dati anagrafici della lavoratrice
  • Nome, cognome e codice fiscale;
  • Data e luogo di nascita;
  • Residenza anagrafica (verifica fondamentale per accedere al requisito della ZES);
  • Stato occupazionale (da autodichiarazione o verificabile tramite modello C2 storico).
  1. Caratteristiche del rapporto di lavoro
  • Tipologia contrattuale: tempo pieno o part-time; non sono ammesse richieste per rapporti di lavoro precedentemente instuarati a termine e trasformati a tempo indeterminato.
  • Percentuale oraria, se applicabile.
  • Data di assunzione (effettuata o programmata).
  • Settore di inquadramento e qualifica professionale.
  • Retribuzione media mensile prevista, comprensiva di ratei di 13ª e 14ª mensilità.
  1. Dati contributivi
  • Aliquota contributiva datoriale applicabile;
  • Eventuali riduzioni già in godimento (che escluderebbero la cumulabilità).
  1. Dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. 445/2000

Il datore di lavoro è tenuto a rendere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante:

  • La veridicità dei dati inseriti;
  • L’assenza di cumuli con altri esoneri per la medesima lavoratrice;
  • Il rispetto delle condizioni di legittimità dell’assunzione ai fini dell’agevolazione.

Tempistiche e doppia modalità di riconoscimento

La Circolare distingue due ipotesi operative:

  1. Rapporti di lavoro già instaurati

In caso di rapporto attivo alla data della domanda, il datore:

  • Indica nel modulo la data di assunzione;
  • Allega gli estremi della comunicazione obbligatoria (Unilav);
  • Riceve contestualmente nel sistema telematico l’esito e l’importo dell’esonero concesso.

Attenzione: i dati inseriti devono coincidere con quanto riportato nella comunicazione obbligatoria d’assunzione.

  1. Rapporti non ancora avviati

Se l’assunzione è solo programmata:

  • Il datore riceve da INPS una comunicazione con prenotazione dell’importo e l’invito a procedere entro 10 giorni;
  • Entro tale termine va effettuata l’assunzione e inviata la C.O.;
  • Solo dopo l’avvenuto adempimento, INPS procede a formalizzare l’autorizzazione.

Termini perentori

Il mancato rispetto del termine decennale per l’invio della C.O. determina la decadenza della prenotazione. In tal caso, sarà necessaria una nuova istanza, salva la disponibilità dei fondi.

Elementi vincolanti e controlli formali

L’INPS sottolinea che:

  • L’importo autorizzato rappresenta il tetto massimo fruibile in sede di denuncia contributiva.
  • Le informazioni riportate nella domanda devono coincidere perfettamente con quelle presenti nella C.O. e nei flussi Uniemens.
  • In caso di variazioni orarie (es. passaggio part-time/full-time), non è possibile incrementare l’importo autorizzato.
  • In caso di riduzioni di orario, il datore dovrà autonomamente rimodulare proporzionalmente l’incentivo, riducendo l’importo inizialmente concesso.

Per maggiori chiarimenti e assistenza personalizzata il nostro Studio è a vostra completa disposizione.

Il Bando ISI INAIL 2024-2025 rappresenta una delle iniziative pubbliche più significative per promuovere investimenti in materia di sicurezza sul lavoro. Con un fondo complessivo di 600 milioni di euro, l’obiettivo del bando è incentivare le imprese italiane, comprese le micro, piccole e medie imprese, a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori attraverso l’acquisto di attrezzature innovative, l’adozione di modelli organizzativi avanzati e la bonifica dell’amianto. Il contributo previsto è a fondo perduto fino al 65% delle spese ammissibili, con un massimale di 130.000 euro per progetto.

Questo strumento, giunto ormai a una consolidata tradizione, viene aggiornato ogni anno dall’INAIL con modifiche sostanziali che rispondono alle esigenze emergenti del mondo del lavoro.

Per l’edizione 2024-2025, sono previste novità importanti, sia in termini di criteri di accesso che di modalità di partecipazione.

Il processo di candidatura è gestito tramite uno sportello telematico e si articola in diverse fasi, culminando nel cosiddetto “click day”, durante il quale le imprese dovranno essere pronte a inviare tempestivamente la propria richiesta per accedere al contributo.

Tra i beneficiari del bando figurano tutte le imprese iscritte alla Camera di Commercio, inclusi gli enti del terzo settore per alcuni interventi specifici. Sono tuttavia escluse le imprese che hanno già beneficiato dei bandi ISI 2021, 2022 o 2023, ad eccezione dei casi legati all’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.

Un altro requisito fondamentale riguarda l’assenza di condanne per omicidio colposo o lesioni personali colpose connesse alla violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro.

Il Bando INAIL suddivide le risorse economiche su base regionale e per assi di finanziamento. Ogni impresa può presentare una sola domanda per una sola tipologia di progetto riferito a una singola unità produttiva e in una sola Regione o Provincia Autonoma.

Le principali categorie di intervento ammissibili comprendono progetti di riduzione dei rischi infortunistici e tecnopatici, l’adozione di modelli organizzativi certificati, interventi per la bonifica da amianto, e investimenti per imprese del settore agricolo. Quest’ultimo gode di un trattamento specifico, con una maggiorazione del contributo fino all’80% per i giovani agricoltori.

Per quanto riguarda le spese ammissibili, queste includono i costi direttamente necessari alla realizzazione del progetto, comprese le spese tecniche e accessorie strettamente funzionali e indispensabili. Non sono invece finanziabili le spese per acquisti tramite leasing, l’acquisto di beni usati e altre voci espressamente escluse dal bando. I progetti devono essere nuovi e non ancora avviati alla data di chiusura dello sportello informatico.

Una volta approvato, il progetto deve essere realizzato entro un anno.

Un’ulteriore opportunità è data dalla possibilità di richiedere un’anticipazione fino al 50% del contributo nel caso l’importo superi i 30.000 euro, previa presentazione di una fidejussione. Per le micro e piccole imprese, l’anticipazione può arrivare fino al 70% per alcune linee di finanziamento (assi 4 e 5).

Dal punto di vista procedurale, la modalità di assegnazione è competitiva e basata su una prenotazione telematica. Solo le imprese che superano la soglia minima di 130 punti potranno accedere al click day e inviare la domanda definitiva. Una volta chiusa questa fase, l’INAIL pubblicherà gli elenchi cronologici provvisori e successivamente quelli definitivi degli ammessi.

Dal punto di vista normativo, il contributo è concesso in regime de minimis, il che significa che può essere cumulato con altri finanziamenti pubblici, purché vengano rispettati i limiti previsti dalla normativa europea e nazionale sugli aiuti di Stato.

Questo aspetto è particolarmente rilevante per le imprese che intendano integrare più misure agevolative per massimizzare l’efficacia dell’investimento.

Le scadenze ufficiali hanno visto l’apertura dello sportello informatico il 14 aprile 2025 e la chiusura per la compilazione delle domande il 30 maggio 2025. Le successive fasi tecniche, tra cui la pubblicazione dei codici identificativi e le regole per il click day, sono ancora in via di definizione.

Un aspetto interessante dell’edizione 2024-2025 è l’introduzione di linee di intervento dedicate a specifici codici ATECO, come quelli legati a pesca e acquacoltura, industrie tessili, lavorazione del vetro artistico, fabbricazione di strumenti musicali e dispositivi di protezione.

Per ricevere assistenza e consulenza personalizzata il nostro team di esperti è a vostra completa disposizione.

Dettaglio
Fondo complessivo 600 milioni di euro
Contributo Fino al 65% a fondo perduto (80% per agricoltura)
Importo massimo 130.000 euro
Beneficiari Imprese iscritte alla CCIAA, enti del terzo settore
Spese ammissibili Macchinari, bonifica amianto, modelli organizzativi, costi tecnici
Spese escluse Leasing, beni usati, spese non documentate
Anticipazione Fino al 50% (70% per micro e piccole imprese con fidejussione)
Modalità Click Day con soglia di 130 punti
Regime De minimis
Scadenze Apertura 14 aprile 2025, chiusura 30 maggio 2025

 

FAQ:

Cos’è il Bando ISI INAIL? È un’iniziativa pubblica dell’INAIL per finanziare interventi che migliorano la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Chi può partecipare? Tutte le imprese iscritte alla Camera di Commercio e alcuni enti del terzo settore.

Quali sono i progetti finanziabili? Adozione di modelli organizzativi, bonifica amianto, acquisto di macchinari innovativi, interventi in agricoltura.

Quali sono i requisiti principali? Progetti non ancora realizzati, assenza di condanne gravi, raggiungimento di almeno 130 punti.

Il contributo è cumulabile? Sì, con altri aiuti pubblici nel rispetto dei limiti del regime de minimis.

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207), dal 1° gennaio sono state introdotte importanti modifiche ai bonus edilizi 2025. Il nuovo impianto normativo ha ridefinito le aliquote di detrazione, distinguendo tra abitazioni principali e immobili secondari, con un progressivo calo delle agevolazioni fiscali previsto per gli anni successivi. Il principio guida della riforma è incentivare gli interventi sull’abitazione principale, penalizzando gradualmente gli altri immobili.

Per quanto riguarda le ristrutturazioni edilizie, l’aliquota del 50% viene mantenuta solo per il 2025 e soltanto per gli interventi sull’abitazione principale. Già dal 2026, questa percentuale scenderà al 36%, per poi stabilizzarsi al 30% dal 2028. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale, la detrazione fiscale sarà già nel 2025 pari al 36% e si abbasserà al 30% nei due anni successivi. Il massimale di spesa per tutti resta fissato a 96.000 euro, con una ripartizione della detrazione in 10 rate annuali.

L’Ecobonus segue la medesima struttura: nel 2025 si potrà godere del 50% di detrazione solo se l’immobile è adibito ad abitazione principale e se il soggetto è titolare di diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento. Per le altre unità immobiliari, l’aliquota scende al 36%. Dal 2026 al 2027, la detrazione per l’abitazione principale calerà al 36%, mentre per gli altri immobili si ridurrà al 30%. Il limite massimo di spesa resta invariato, ma cambia il valore effettivo detraibile a causa della rimodulazione delle percentuali.

Una delle principali novità riguarda l’esclusione delle caldaie alimentate a combustibili fossili. In coerenza con la Direttiva europea “Case Green”, non sono più incentivati gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie tradizionali a gas o a condensazione, seppur queste ultime siano più efficienti. Restano invece ammissibili i cosiddetti sistemi ibridi, costituiti da una pompa di calore abbinata a una caldaia a condensazione, purché integrati in un unico sistema controllato da una centralina.

Anche il Sismabonus e il Sismabonus Acquisti sono stati adeguati alla nuova impostazione. Per gli interventi sull’abitazione principale si prevede una detrazione del 50% per il 2025, che scenderà al 36% nel 2026 e 2027. Per gli altri immobili l’aliquota parte già dal 36% nel 2025 e si riduce al 30% nei due anni seguenti. Anche in questo caso, il limite massimo di spesa resta fissato a 96.000 euro e la detrazione è suddivisa in dieci quote annuali.

Il Superbonus, dopo le varie riduzioni subite nel biennio precedente, sarà concesso con aliquota al 65% solo per interventi avviati prima del 15 ottobre 2024 o già formalizzati alla stessa data. Sono validi ai fini dell’agevolazione quei lavori per i quali sia stata presentata la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) o, nel caso di interventi più complessi, l’istanza per ottenere il titolo abilitativo. Le spese sostenute nel 2023 potranno essere ancora ripartite in dieci rate.

Per quanto riguarda il bonus mobili, è stata ufficializzata la proroga anche per il 2025. La detrazione è fissata al 50% per un massimo di spesa pari a 5.000 euro. Gli acquisti devono essere finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione e riguardare mobili o grandi elettrodomestici ad alta efficienza energetica.

Il bonus barriere architettoniche rimane invariato. Fino al 31 dicembre 2025 sarà possibile usufruire della detrazione al 75% per interventi volti a rimuovere ostacoli alla mobilità (scale, ascensori, servoscala, rampe). I massimali variano in base alla tipologia di edificio: 50.000 euro per edifici unifamiliari, 40.000 euro moltiplicati per unità per edifici da 2 a 8 unità, e 30.000 euro per quelli con più di 8 unità. Per interventi sopra i 70.000 euro è obbligatoria l’applicazione di contratti collettivi del settore edile per poter beneficiare dell’incentivo.

Il bonus verde non è stato prorogato. Questo significa che gli interventi di sistemazione a verde degli spazi esterni non saranno più detraibili.

Tra le novità più interessanti del 2025 spicca il nuovo contributo elettrodomestici. Previsto dalla Legge di Bilancio, il contributo è destinato ai consumatori finali che acquistano elettrodomestici ad alta efficienza energetica (almeno classe B) prodotti nell’Unione Europea, a condizione che venga smaltito l’elettrodomestico sostituito. Il contributo copre fino al 30% del costo, con un tetto massimo di 100 euro (200 euro per famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro). Sarà possibile ottenere il bonus solo per un singolo elettrodomestico. Il fondo disponibile è pari a 50 milioni di euro e si attende un decreto attuativo per chiarire criteri e modalità di accesso.

Un’altra importante novità riguarda i limiti alle detrazioni fiscali per redditi superiori a 75.000 euro. In base al nuovo impianto, chi supera questa soglia potrà beneficiare delle detrazioni solo entro un tetto massimo, calcolato in base al numero di figli a carico. Il limite è di 14.000 euro per redditi fino a 100.000 euro e scende a 8.000 euro oltre questa cifra. Tali massimali possono essere ridotti ulteriormente tramite coefficienti: 0,5 in assenza di figli, 0,7 con un figlio e 0,85 con due figli. Si mantiene invece il tetto pieno con almeno tre figli a carico o un figlio disabile.

Di seguito la tabella riassuntiva e le Faq.

Per maggiori chiarimenti e per assistenza personalizzata il nostro team di esperti è a vostra completa disposizione.

TABELLA RIASSUNTIVA

Tipo di Bonus Aliquota 2025 Aliquota 2026-2027 Massimale di Spesa Note
Ristrutturazioni (abitaz. pr.) 50% 36% 96.000 € Dal 2028: 30% fino a 48.000 €
Ristrutturazioni (altri imm.) 36% 30% 96.000 €
Ecobonus (abitaz. pr.) 50% 36% Variabile Stesse percentuali delle ristrutturaz.
Ecobonus (altri imm.) 36% 30% Variabile
Sismabonus (abitaz. pr.) 50% 36% 96.000 €
Sismabonus (altri imm.) 36% 30% 96.000 €
Superbonus (solo cantieri avv.) 65% Variabile Solo se avviati prima del 15/10/2024
Bonus mobili 50% 5.000 € Arredi ed elettrodomestici legati a ristrutturaz.
Barriere architettoniche 75% 30-50.000 € In base a n° di unità immobiliari
Contributo elettrodomestici fino al 30% 100-200 € Un solo acquisto, classi ≥ B

 

FAQ

  1. Il Superbonus è ancora valido nel 2025?
    Sì, ma solo per interventi già avviati entro il 15 ottobre 2024. Non è previsto per nuovi lavori iniziati nel 2025.
  2. Posso ottenere più di un bonus per lo stesso immobile?
    Sì, purché i lavori siano distinti e ognuno rientri nei requisiti specifici dei diversi bonus.
  3. Il nuovo contributo per elettrodomestici vale per qualsiasi prodotto?
    No, solo per elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla B e prodotti nell’UE, accompagnati da smaltimento del vecchio.
  4. I limiti per i redditi alti si applicano a tutte le detrazioni?
    Sì, ma con calcolo differenziato in base al numero di figli a carico.
  5. Le caldaie a condensazione rientrano ancora nei bonus?
    No, sono escluse perché alimentate da gas. Restano ammissibili solo i sistemi ibridi combinati con pompe di calore.

 

La legge di Bilancio 2024 introduce significative novità in materia di fringe benefit per i lavoratori dipendenti. Tra i principali cambiamenti spicca l’innalzamento delle soglie esentasse, l’ampliamento delle tipologie di spese rimborsabili e una maggiore attenzione alle esigenze familiari.

I fringe benefit rappresentano compensi in natura o somme di denaro erogate dai datori di lavoro ai propri dipendenti come beneficio accessorio al reddito da lavoro. Questi vantaggi possono includere rimborsi per spese personali, l’utilizzo di beni aziendali o altri incentivi non monetari. Per il 2024, tali benefici vedono un significativo ampliamento delle soglie di esenzione fiscale e delle categorie di spese rimborsabili, rendendoli ancora più utili e versatili per i lavoratori.

 

Nuove Soglie Esentasse per i Fringe Benefit nel 2024

Nel 2024, la legge di Bilancio stabilisce un innalzamento delle soglie di esenzione fiscale. In particolare, tutti i lavoratori dipendenti potranno beneficiare di una soglia di esenzione fino a 1.000 euro, mentre i lavoratori con figli fiscalmente a carico avranno diritto a una soglia elevata a 2.000 euro. Per determinare la fiscalità dei figli a carico, si considerano tali i figli fino a 24 anni con un reddito complessivo annuo non superiore a 4.000 euro. Per i figli oltre i 24 anni, il reddito complessivo annuo non deve superare i 2.840,51 euro.

Le tipologie di spese che rientrano nell’esenzione fiscale per i fringe benefit sono state ampliate rispetto agli anni precedenti. I rimborsi per le utenze domestiche, come il servizio idrico integrato, l’energia elettrica e il gas naturale, continuano a essere inclusi. Una novità rilevante riguarda l’inclusione delle spese per la prima casa. Per la prima volta, infatti, vengono esentate le somme destinate al rimborso delle spese di affitto e agli interessi sul mutuo della prima casa.

Questi benefici possono essere erogati anche in maniera personalizzata, ossia in base alla situazione specifica del dipendente, offrendo una flessibilità maggiore alle imprese.

Tipologia di spesa Esempi inclusi
Utenze domestiche Servizio idrico, energia elettrica, gas naturale
Prima casa Rimborso affitto, interessi sul mutuo
Benefici personalizzati Su misura per le esigenze del dipendente

 

I lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico possono usufruire di una soglia di esenzione fino a 2.000 euro. Questo beneficio è valido per entrambi i genitori lavoratori dipendenti, a condizione che nessuno dei due risulti fiscalmente a carico dell’altro. È importante sottolineare che, se un coniuge ha un reddito insufficiente ed è fiscalmente a carico dell’altro, non potrà accedere a tale agevolazione.

Per accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa sui fringe benefit, è necessario rispettare alcune procedure. Il dipendente deve presentare un’autocertificazione al datore di lavoro dichiarando il diritto al beneficio e indicando il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico. Il datore di lavoro, a sua volta, deve conservare la documentazione comprovante l’avvenuta dichiarazione. Questo materiale, che può essere firmato anche digitalmente, deve essere pronto per eventuali controlli fiscali da parte degli organi competenti.

L’introduzione delle nuove soglie esentasse e delle tipologie di spese rimborsabili rappresenta un vantaggio significativo sia per i lavoratori sia per le imprese. Per i lavoratori, si tratta di un aumento del potere d’acquisto e di un sostegno concreto per le spese familiari e domestiche. La possibilità di includere rimborsi per l’affitto o per gli interessi sul mutuo della prima casa amplia le opportunità di risparmio. Anche le imprese traggono benefici da questa normativa, migliorando il clima aziendale e offrendo incentivi personalizzati che possono aumentare la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre, le somme erogate sotto forma di fringe benefit non concorrono a formare il reddito imponibile, garantendo un risparmio fiscale.

Le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2024 rappresentano un passo significativo verso una maggiore equità e flessibilità nella gestione dei fringe benefit. Le nuove soglie esentasse e l’inclusione di spese essenziali come quelle per la prima casa offrono vantaggi tangibili sia per i lavoratori che per le imprese.

Per garantire una corretta applicazione di queste agevolazioni e massimizzare i benefici fiscali, è fondamentale affidarsi a esperti del settore. Lo Studio Pallino Commercialisti offre consulenza personalizzata e assistenza dedicata, accompagnandoti in ogni fase della gestione fiscale.

 

FAQ

Chi può beneficiare della soglia esentasse di 2.000 euro?

I lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico possono beneficiare della soglia di esenzione di 2.000 euro.

Quali spese per la prima casa sono incluse nei fringe benefit esenti?

Le spese per la prima casa che rientrano nell’esenzione fiscale includono i rimborsi per l’affitto e gli interessi sul mutuo relativi alla stessa.

Come viene gestita l’autocertificazione per accedere ai benefici?

Il dipendente deve fornire un’autocertificazione al datore di lavoro, dichiarando il diritto al beneficio e includendo il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico.

Entrambi i genitori possono usufruire dei benefici se lavoratori dipendenti?

Sì, purché entrambi siano lavoratori dipendenti e nessuno dei due risulti fiscalmente a carico dell’altro.

 

Dal 7 luglio è in vigore la Legge 95/2024, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2024, che include la conversione in legge, con modifiche, del D.L. 60/2024, noto come “Decreto Coesione“.

Aspetti Normativi e Fiscali

Le modifiche normative introdotte dal Decreto Coesione 2024 hanno implicazioni fiscali significative per i datori di lavoro. È essenziale comprendere:

  • I dettagli delle nuove norme e come queste influenzano la gestione delle risorse
  • Gli impatti fiscali delle agevolazioni, inclusi gli esoneri contributivi e gli incentivi finanziari.
  • Le procedure per la documentazione e la verifica delle assunzioni e delle trasformazioni

Con l’introduzione di queste numerose novità e opportunità per i datori di lavoro e i sostituti d’imposta, è indispensabile che le aziende siano informate e preparate a sfruttare al meglio queste agevolazioni per migliorare la propria competitività e sostenibilità.

Tra le novità:

Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)

Una delle principali novità introdotte riguarda la disciplina dell’indennità straordinaria ISCRO. Questa misura, pensata per garantire continuità reddituale e operativa ai lavoratori autonomi, ha subito modifiche significative:

  • La partecipazione ai percorsi di aggiornamento professionale, inizialmente condizionenecessaria per l’erogazione dell’indennità, è ora semplicemente “accompagnata” da tali percorsi. Questo significa che i beneficiari non saranno obbligati a seguire i corsi, ma saranno riorganizzate.
  • I beneficiari devono autorizzare l’inserimento dei loro dati nel Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SISSL) e al Sistema unitario di politiche del lavoro. Questo è necessario per la sottoscrizione del patto di attivazione digitale, che permette la convocazione da parte dei centri per l’impiego.

Bonus Donne

Il Decreto Coesione introduce un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni di donne svantaggiate. Questa misura, prevista dall’articolo 23 del decreto, non ha subito modifiche durante l’iter di conversione. Le categorie di beneficiarie includono:

  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno.
  • Donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, nei settori con un tasso di disparità di genere superiore almeno del 25% rispetto alla media.
  • Donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque

L’esonero contributivo spetta nel limite di 650 euro mensili e solo se realizza un incremento occupazionale netto tra il numero di lavoratori occupati in ciascun mese e la media dei 12 mesi precedenti.

Bonus Giovani

Il Decreto Coesione riconferma l’agevolazione prevista dall’art.22 del DL 60/2024, che prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo
  • Le trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, effettuate tra il 01.09.2024 e il 31.12.2025.

Questa agevolazione è rivolta a giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato. L’esonero spetta nel limite di 500 euro mensili per ciascun lavoratore, che salgono a 650 nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Bonus ZES Mezzogiorno

Durante l’iter di conversione del decreto è stato riconfermato l’esonero totale dei contributi previdenziali per 24 mesi per:

  • Le assunzioni a tempo indeterminato di personale non
  • Effettuate tra il 09.2024 e il 31.12.2025.
  • Da datori di lavoro privati che occupano fino a 10
  • Presso una sede o unità produttiva ubicata nella ZES unica per il

Le assunzioni devono riguardare soggetti over 35 disoccupati da almeno 24 mesi. L’esonero spetta nel limite di 650 euro su base mensile per lavoratore. È stato inoltre chiarito che il Bonus Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno non si applica ai rapporti di apprendistato e di lavoro domestico. Le regioni coinvolte sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Proroga Attività Agenzie Portuali e Incremento Finanziamenti

Un’altra novità rilevante è la proroga di nove mesi per le attività delle agenzie per la somministrazione e la riqualificazione del lavoro istituite nei porti. Questa misura, introdotta nel 2017 per sostenere l’occupazione e migliorare l’efficienza operativa nel comparto del trasporto marittimo, è stata prorogata in sede di conversione del decreto. Inoltre, le risorse finanziarie per il personale non avviato al lavoro sono state incrementate a 8.800.000 euro per il 2024.

Nuove Imprese digitali ed ecologiche 2025 under 35

Il Decreto Coesione prevede anche agevolazioni per gli under 35 che avviano nuove imprese entro il 2025 nei settori della transizione digitale ed ecologica. Queste agevolazioni mirano a promuovere l’innovazione e la sostenibilità, offrendo esoneri contributivi e altri incentivi finanziari per le nuove iniziative imprenditoriali.

Per sfruttare al meglio le nuove agevolazioni introdotte dal Decreto Coesione 2024, i datori di lavoro devono essere consapevoli delle condizioni e dei requisiti necessari per accedere a questi benefici. È consigliabile:

  • Monitorare attentamente le scadenze e le procedure per l’ottenimento degli esoneri contributivi.
  • Collaborare con i consulenti del lavoro per garantire la conformità alle nuove
  • Investire in formazione e aggiornamento professionale per il personale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove misure.

Per meglio comprendere le nuove misure introdotte con il Decreto Coesione, per consulenze personalizzate ed assistenza su queste ed altre tematiche fiscali e normative, il nostro Studio è a vostra disposizione!

FAQ

  1. Cos’è il Decreto Coesione 2024? Il Decreto Coesione 2024 è una normativa che introduce varie agevolazioni e modifiche fiscali per promuovere l’occupazione e la competitività delle imprese, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno.
  2. Quali sono le principali novità per i datori di lavoro? Tra le principali novità vi sono l’esonero contributivo per le assunzioni di donne e giovani, le agevolazioni per le ZES del Mezzogiorno, e le modifiche alla disciplina ISCRO.
  3. Chi può beneficiare del Bonus Donne? Il Bonus Donne è destinato a donne di qualsiasi età che siano prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti nelle regioni della ZES del Mezzogiorno, o che appartengono a settori con alta disparità di
  4. Come funziona il Bonus Giovani? Il Bonus Giovani prevede un esonero contributivo totale per 24 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni contrattuali di giovani che non hanno compiuto i 35 anni e che non sono mai stati occupati a tempo indeterminato.
  5. Cosa sono le ZES e quali vantaggi offrono? Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche nelle regioni del Mezzogiorno che beneficiano di agevolazioni fiscali e contributive per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione.

Nuove agevolazioni per le mamme lavoratrici: ecco cosa prevede la legge di bilancio 2024

La recente legge di bilancio per il 2024 ha introdotto una serie di misure volte a sostenere le mamme che lavorano, con particolare attenzione all’aspetto previdenziale. Tra queste novità, spicca il tanto atteso “Bonus Mamme”, un beneficio che mira a alleviare il carico finanziario delle lavoratrici che hanno figli a carico.

Il “Bonus Mamme” consiste nell’esenzione dal pagamento della contribuzione previdenziale, la quale rappresenta il 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, suddivisi su base mensile. Questa agevolazione è destinata alle lavoratrici che hanno almeno tre figli, offrendo loro un importante supporto economico nel lungo periodo.

Una delle novità più significative riguarda il periodo sperimentale del 2024, durante il quale il bonus sarà esteso anche alle mamme con due figli. Questo ampliamento dell’accesso al beneficio è stato accolto positivamente, poiché riconosce l’importanza del ruolo delle madri anche in situazioni familiari leggermente diverse.
È importante sottolineare che il “Bonus Mamme” è esteso a tutte le lavoratrici dipendenti, indipendentemente dal settore di impiego. Ciò include il settore pubblico e privato, nonché le lavoratrici agricole, quelle in somministrazione e in apprendistato, a condizione che abbiano un contratto a tempo indeterminato. Tuttavia, le lavoratrici domestiche non rientrano nei criteri per accedere a questa agevolazione.

La circolare INPS n 11 /2024 ha precisato le istruzioni operative per i datori di lavoro per l’applicazione e la fruizione in Uniemens dell’esonero parziale sulla contribuzione IVS per i rapporti di lavoro dipendente, le mamme che soddisfano i requisiti richiesti vedranno applicata l’esenzione nella busta paga di Febbraio 2024, a partire dal primo mese dell’anno, per cui gennaio sarà recuperato. In caso di nascita del secondo figlio durante l’anno, il bonus sarà erogato dal mese di nascita fino al decimo anno del bambino.

Questo meccanismo assicura un sostegno continuo alle famiglie durante i primi anni di vita dei figli, quando le spese possono essere particolarmente elevate.

Per quanto riguarda gli anni 2025 e 2026, il beneficio sarà assegnato solo a partire dal terzo figlio e si protrarrà fino al diciottesimo anno dell’ultimo figlio. Questo approccio graduale garantisce un sostegno mirato alle famiglie con un numero maggiore di figli, tenendo conto delle esigenze specifiche di ciascuna situazione.

Per maggiori informazioni, chiarimenti o assistenza personalizzata lo Studio Pallino è a vostra disposizione.

Aiuti Covid: entro il 31 dicembre le imprese devono autocertificare gli importi ricevuti

Con un decreto pubblicato il 21 settembre 2023, il Ministero del Turismo ha previsto che le imprese che hanno beneficiato di aiuti Covid devono presentare un’autocertificazione entro il 31 dicembre 2023.

L’autocertificazione deve attestare l’importo complessivo degli aiuti ricevuti oltre i massimali previsti dal “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza da Covid-19”.

I massimali variano a seconda del periodo di erogazione dell’aiuto:
– 800.000 euro per impresa unica per gli aiuti ricevuti dal 19 marzo 2020 al 27 gennaio 2021;
– 1.800.000 euro per impresa unica per gli aiuti ricevuti dal 28 gennaio 2021 al 18 novembre 2021;
– 2.300.000 euro per impresa unica per gli aiuti ricevuti dal 19 novembre 2021 al 30 giugno 2022.

Nel caso in cui l’importo degli aiuti ricevuti superi i massimali, l’impresa deve restituire la differenza entro il 30 giugno 2024, unitamente agli interessi di recupero calcolati ai sensi del regolamento (CE) n. 794/2004 della Commissione europea.

In caso di mancata restituzione volontaria, l’importo delle somme sarà detratto, senza applicazione di sanzioni, dagli aiuti di Stato ricevuti o concessi successivamente all’impresa.
Con questa misura, il Ministero del Turismo intende verificare il rispetto delle condizioni previste per la concessione degli aiuti Covid e il conseguente recupero di quelli indebitamente percepiti.

Per maggiori informazioni su questo argomento o per una consulenza personalizzata  lo Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione.

Il panorama fiscale per chi vende una casa ristrutturata con il Superbonus 110% subirà significative modifiche a partire da gennaio 2024. La vendita di un immobile che ha beneficiato di questa agevolazione comporterà un aumento dell’onere fiscale, soprattutto per coloro che hanno intrapreso ristrutturazioni con l’unico scopo di speculare sul mercato immobiliare.

Le nuove disposizioni della legge di bilancio prevedono che, entro dieci anni dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione, chi vende un immobile ristrutturato con il Superbonus 110% dovrà affrontare una tassazione del 26% sull’intera plusvalenza ottenuta. Questo nuovo scenario non consentirà più di scontare il costo dei lavori agevolati nel calcolo della plusvalenza.

In breve, la cessione a titolo oneroso di immobili su cui sono stati completati lavori agevolati, come definito dall’articolo 119 del Dl 34/2020, entro un periodo di dieci anni, comporterà una plusvalenza imponibile Irpef. Nel calcolo di questa plusvalenza, le spese sostenute (limitate a quelle agevolate al 110%, che sono oggetto di cessione del credito o di sconto in fattura) non verranno considerate se l’intervento si è concluso da non più di cinque anni, mentre avranno un peso del 50% in caso contrario.

È possibile richiedere l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 26% sulla plusvalenza presso il notaio, ai sensi dell’articolo 1, comma 496, della legge 266/2005, eliminando l’obbligo dichiarativo. Tuttavia, questa opzione è valida solo se l’acquisto o la costruzione risalgono ad almeno cinque anni prima, consentendo l’aggiornamento del costo originario in base all’indice Istat.

Al di fuori di questo regime, sono esclusi dalla tassazione aggiuntiva gli immobili ottenuti per eredità, quelli adibiti ad abitazione principale del venditore o dei suoi familiari, e quelli interessati da ristrutturazioni diverse dal bonus 110%. Per gli altri immobili, sarà necessario attendere almeno dieci anni dalla conclusione dei lavori prima di poterli rivendere senza subire ulteriori tassazioni. Per calcolare l’importo aggiuntivo delle tasse, sarà essenziale determinare l’entità della plusvalenza e applicare il 26% su tale cifra. Questa nuova impostazione fiscale richiede una valutazione attenta per coloro che intendono vendere una casa ristrutturata con il Superbonus 110%.

Per eventuali domande o consulenza sulla vendita di immobili ristrutturati con il Superbonus 110% lo Studio Pallino rimane a disposizione.

Agevolazioni Fiscali per Dipendenti con Figli nel 2023

Il Decreto Legge 48/2023 ha stabilito una nuova soglia di fringe benefits per i dipendenti con figli, con un massimo di 3.000 euro esenti da imposte. La Circolare n. 23 del 1 agosto emessa dalle Entrate fornisce ulteriori dettagli su questa agevolazione.

In particolare, la Circolare offre chiarimenti ai datori di lavoro sulla nuova disciplina del welfare aziendale. Questa normativa, introdotta dal “Decreto Lavoro” per il 2023, ha innalzato il limite per l’erogazione di beni e servizi esenti da imposte da 258,23 euro a 3.000 euro. Questa agevolazione si applica a ciascun genitore, purché il figlio sia fiscalmente a carico di entrambi, anche se c’è un solo figlio con un reddito inferiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili).

È importante notare che questa agevolazione è valida solo per il 2023 e si applica anche quando i genitori decidono di assegnare la detrazione per figli a carico al genitore con il reddito più alto tra i due. Inoltre, i dipendenti con figli fiscalmente a carico sono esentati dall’IRPEF e dall’imposta sostitutiva sui premi di produttività per i benefit fino a 3.000 euro ricevuti dal datore di lavoro, comprese le somme per le utenze domestiche.

Per accedere a questa agevolazione, i lavoratori devono dichiarare al loro datore di lavoro il diritto a beneficiarne, fornendo il codice fiscale dei figli. Non esiste una forma specifica per questa dichiarazione, ma deve essere concordata tra le due parti. È importante comunicare tempestivamente al datore di lavoro se i requisiti per l’agevolazione non sono più soddisfatti, in modo che il beneficio possa essere recuperato nei periodi di paga successivi.

La nuova soglia di 3.000 euro per i fringe benefits è stata confermata dalla conversione in legge del DL 48/2023 ed è applicabile solo ai dipendenti con figli a carico. Si ricorda che questa soglia comprende anche eventuali bonus bollette per le utenze domestiche. La norma prevede un finanziamento di circa 150 milioni di euro per il 2023 e il 2024, ma la relazione illustrativa della legge prevede un aumento delle risorse necessarie a causa dell’esenzione anche contributiva.

Lo Studio Pallino rimane a disposizione per ogni approfondimento di Vostro interesse.

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