Nel contesto della conversione in legge del decreto-legge del 19 ottobre 2024, n. 155, il Parlamento italiano ha approvato un emendamento significativo rivolto ai titolari di partita IVA. La misura prevede la proroga del termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, originariamente fissato al 2 dicembre 2024, al 16 gennaio 2025.

Questa proroga si applica esclusivamente ai titolari di partita IVA che, nell’anno precedente, hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170 mila euro, e introduce una maggiore flessibilità nei pagamenti senza però alterare gli obblighi relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, né quelli verso l’INAIL.

Le Principali Novità del Provvedimento

Il rinvio al 16 gennaio 2025 interessa unicamente il secondo acconto delle imposte sui redditi, offrendo ai contribuenti due modalità di pagamento:

  • In un’unica soluzione, da effettuare entro il 16 gennaio 2025.
  • In cinque rate mensili di pari importo, con scadenze distribuite tra gennaio e maggio 2025.

A Chi Si Rivolge la Proroga?

La misura è destinata esclusivamente ai contribuenti che rispettano i seguenti requisiti:

  • Titolari di partita IVA.
  • Ricavi o compensi dichiarati nel 2023 non superiori a 170 mila euro.

È importante sottolineare che la proroga non include:

  • Il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
  • I premi assicurativi dovuti all’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro).

Importante: Per aderire alla proroga, è indispensabile contattare la nostra Alessandra Casciotti esclusivamente entro la giornata odierna.

Per ulteriori chiarimenti lo Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione.

L’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è un obbligo fiscale che ogni anno coinvolge i datori di lavoro italiani. Con la scadenza per il versamento dell’acconto fissata al 16 dicembre 2024, è importante comprendere tutti gli aspetti normativi e operativi legati a questa imposta.

Il TFR rappresenta una forma di risparmio obbligatorio accumulato dai datori di lavoro per i dipendenti, da corrispondere al termine del rapporto di lavoro. La rivalutazione del TFR avviene annualmente per adeguare il suo valore all’inflazione. Su questa rivalutazione si applica un’imposta sostitutiva pari al 17%, gestita direttamente dal datore di lavoro.

Questa imposta si riferisce esclusivamente alla quota finanziaria rivalutata del TFR, non alla quota capitale. Quest’ultima, infatti, viene tassata solo al momento della liquidazione finale o in caso di anticipi concessi per esigenze specifiche, come l’acquisto della prima casa.

 

Rivalutazione TFR: Metodo e Calcolo

La rivalutazione del TFR è determinata secondo una formula che combina un tasso fisso dell’1,5% con il 75% della variazione dell’indice ISTAT FOI relativo ai prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Questo calcolo consente di mantenere il valore del TFR allineato al costo della vita.

Un elemento chiave è che la rivalutazione non si applica alla quota di TFR maturata nell’anno corrente, ma solo al fondo accumulato al 31 dicembre dell’anno precedente. In caso di deflazione, la variazione ISTAT viene considerata pari a zero.

L’imposta sostitutiva viene versata in due momenti distinti:

Acconto: entro il 16 dicembre dell’anno in corso.

Saldo: entro il 16 febbraio dell’anno successivo.

Il pagamento avviene tramite il modello F24, utilizzando i codici tributo specifici:

  • 1712 per l’acconto.
  • 1713 per il saldo.

I datori di lavoro possono inoltre compensare eventuali crediti fiscali maturati per altre imposte o contributi.

Metodo Storico vs Metodo Previsionale

Per il calcolo dell’acconto, i datori di lavoro possono scegliere tra due metodi:

Metodo storico: si basa sulle rivalutazioni maturate nell’anno precedente. È una soluzione stabile e meno rischiosa, ideale in contesti economici prevedibili.

Metodo previsionale: consente di stimare le rivalutazioni dell’anno in corso. Questo approccio offre maggiore flessibilità, ma richiede un’analisi economica accurata per evitare errori che potrebbero portare a sanzioni.

La scelta del metodo più adatto dipende dalle competenze interne e dalla variabilità del contesto economico.

La gestione del TFR varia in base alla dimensione aziendale:

Aziende con almeno 50 dipendenti: il TFR viene trasferito all’INPS, che si occupa della rivalutazione e della gestione.

Aziende con meno di 50 dipendenti: la gestione resta a carico del datore di lavoro, che può decidere se accantonare il TFR internamente o trasferirlo a un fondo pensionistico complementare.

Questa seconda opzione può offrire vantaggi finanziari a breve termine, ma comporta rischi significativi in termini di liquidità.

Novità Normative

Un’importante novità introdotta dall’Agenzia delle Entrate riguarda l’opzione di calcolo dell’acconto basata sull’incremento presuntivo dell’indice ISTAT di dicembre. Questo approccio offre maggiore flessibilità, consentendo alle aziende di stimare l’acconto in modo più aderente alle condizioni economiche attuali.

Focus sull’Acconto del 16 dicembre 2024

L’acconto rappresenta il 90% dell’imposta sostitutiva totale sulle rivalutazioni maturate. Il metodo previsionale può essere particolarmente utile in periodi di forte volatilità economica, mentre il metodo storico è indicato per contesti più stabili.

Il saldo, da versare entro il 16 febbraio 2025, corrisponde alla differenza tra l’imposta dovuta e l’acconto già versato. In caso di saldo negativo, l’importo può essere utilizzato come credito in compensazione.

Ravvedimento Operoso e Sanzioni

Il mancato rispetto delle scadenze comporta una sanzione del 30% sull’importo dovuto, ma il ravvedimento operoso consente di ridurre significativamente queste penalità. Questo strumento è particolarmente utile per regolarizzare eventuali errori senza conseguenze gravi.

Lo Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione per  consulenza e assistenza personalizzata.

Novembre è un mese di importanti scadenze fiscali che richiedono attenzione e puntualità. Affrontare questi adempimenti in modo accurato è essenziale per garantire la conformità alle normative.

Di seguito le principali scadenze del mese di Novembre 2024:

18 NOVEMBRE LUNEDI’
• Vers. IVA e ritenute Ottobre
•Vers. INPS fìssi e IVA – 3°Trim

20 NOVEMBRE MERCOLEDì
• Vers. ENASARCO su provvigioni maturate 3° trim

25 NOVEMBRE LUNEDI’
• Mod.INTRA – Ottobre

30 NOVEMBRE SABATO

AFFRANCAMENTO VALORI
posseduti al 01/01/2024 -Vers. rata imp. sostitutiva e redazione perizia

Lo Studio Pallino offre un supporto professionale per chi desidera gestire al meglio le proprie esigenze fiscali, fornendo un’assistenza su misura. Per maggiori informazioni o per una consulenza personalizzata, siamo a vostra completa disposizione.

Ottobre è un mese di importanti scadenze fiscali che richiedono attenzione e puntualità. Affrontare questi adempimenti in modo accurato è essenziale per garantire la conformità alle normative.

Di seguito le principali scadenze del mese di Ottobre 2024:


Mercoledì 16 Ottobre

-Versamento IVA e ritenute Settembre

Venerdì 25 Ottobre
-Mod. INTRA – Settembre e 3° trimestre

Giovedì 31 Ottobre
-Mod. REDDITI 2024 e IRAP 2024 – anno 2023 (Termine modificato da art. 2, D.Lgs. 108/24)
-Mod. IVA TR – 3° trimestre
-Mod. 770/2024 – anno 2023 + CU 2024 per compensi no 730
-Dichiarazione e liquidazione OSS – 3° trimestre
-Invio telematico delle dichiarazioni dei redditi da parte degli intermediari professionisti abilitati (Si ricorda che il nostro Studio è intermediario abilitato)

Lo Studio Pallino offre un supporto professionale per chi desidera gestire al meglio le proprie esigenze fiscali, fornendo un’assistenza su misura. Per maggiori informazioni o per un incontro personalizzato, siamo a vostra completa disposizione.

L’anno 2024 ha visto alcune modifiche normative rilevanti, introdotte dal Decreto Legislativo del 5 agosto 2024, n. 108, che ha apportato variazioni ai termini di presentazione delle dichiarazioni. Forniamo, con questo articolo, un quadro esaustivo sulle scadenze principali, le novità introdotte e gli obblighi per i contribuenti, con un focus specifico sui modelli più comuni.

Mod. IVA: Termini e Obblighi

Il Modello IVA è uno degli adempimenti fiscali principali per i soggetti passivi IVA, che sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale entro il 30 aprile di ogni anno. Tuttavia, per chi decide di includere la Liquidazione Periodica IVA (LIPE) del quarto trimestre nel Modello IVA, il termine viene anticipato al 28 febbraio o al 29 febbraio negli anni bisestili. Esistono alcune categorie esonerate dalla presentazione della dichiarazione IVA, come i contribuenti minimi, i forfetari, i produttori agricoli esonerati e i soggetti in regime agevolato ai sensi della legge n. 398/1991.

Certificazione Unica (CU): Novità e Termini

La Certificazione Unica (CU) è il documento con cui i sostituti d’imposta attestano i redditi corrisposti ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e ad altri percettori di redditi. Nel 2024, le scadenze per la trasmissione della CU dipendono dalla tipologia di reddito. Per la CU contenente redditi di lavoro dipendente e assimilati, la scadenza ordinaria è fissata al 16 marzo. Dal 2025, per i redditi di lavoro autonomo abituale, la trasmissione dovrà avvenire entro il 31 marzo. Infine, per i redditi esenti o non dichiarabili con la dichiarazione precompilata, il termine è prorogato al 31 ottobre.

Modello 770: Dichiarazione dei Sostituti d’Imposta

Il Modello 770 è riservato ai sostituti d’imposta, ovvero quei soggetti che trattengono le imposte dai redditi corrisposti ai lavoratori e le versano direttamente all’erario. Nel 2024, la scadenza per la presentazione del Modello 770 è fissata al 31 ottobre. Questo modello consente al sostituto d’imposta di dichiarare i dati relativi alle ritenute operate, ai versamenti eseguiti, e agli eventuali conguagli effettuati.

Modello 730: Scadenze per i Contribuenti Privati

Il Modello 730 rappresenta la dichiarazione dei redditi più utilizzata dai contribuenti privati, in particolare dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Il termine ultimo per la trasmissione telematica del Modello 730 all’Agenzia delle Entrate è fissato al 30 settembre. Tuttavia, esistono termini differenziati a seconda del periodo di consegna della dichiarazione al sostituto d’imposta, al CAF o al professionista abilitato. Ad esempio, per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio, il termine di trasmissione è il 15 giugno, mentre per quelle consegnate tra il 16 luglio e il 31 agosto, il termine è il 15 settembre.

Modello Redditi PF: Le Persone Fisiche

Le persone fisiche che non rientrano tra i contribuenti esonerati devono presentare la dichiarazione dei redditi attraverso il Modello Redditi PF. La scadenza per la trasmissione telematica del Modello Redditi Persone Fisiche è fissata al 31 ottobre. È importante ricordare che non possono utilizzare il Modello 730 coloro che percepiscono redditi d’impresa, redditi da lavoro autonomo abituale o redditi di partecipazione, per i quali è obbligatoria la presentazione del Modello Redditi PF.

Modello Redditi SP: Società di Persone

Le società di persone, come le società in nome collettivo (SNC) e le società in accomandita semplice (SAS), sono tenute a presentare il Modello Redditi SP e il Modello IRAP entro il 31 ottobre dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di cessazione dell’attività o di operazioni straordinarie, come la liquidazione o la trasformazione della società, i termini possono variare, ma in generale è previsto che la dichiarazione venga inviata entro la fine del nono mese successivo alla data di effetto dell’operazione.

Modello Redditi SC: Società di Capitali

Anche le società di capitali, come le società per azioni (SPA) e le società a responsabilità limitata (SRL), devono presentare il Modello Redditi SC e il Modello IRAP entro il 31 ottobre, in riferimento all’anno solare precedente. Per le società il cui esercizio non coincide con l’anno solare, la scadenza per l’invio delle dichiarazioni è stabilita alla fine del decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni o trasformazioni, la dichiarazione va presentata entro la fine del nono mese successivo alla data dell’operazione.

Modello IRAP: Le Imprese e i Termini

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è dovuta da diverse categorie di contribuenti, incluse le società di persone, le società di capitali e le cooperative. Tuttavia, dal 2022, le persone fisiche non sono più soggette all’IRAP. Per le società e gli enti, la scadenza per la presentazione del Modello IRAP è fissata al 31 ottobre. Anche in questo caso, per le società con esercizio non coincidente con l’anno solare, la scadenza è prorogata al decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio.

Operazioni Straordinarie e Termini Speciali

Le operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni, liquidazioni o trasformazioni, influenzano i termini di presentazione delle dichiarazioni fiscali. In generale, le dichiarazioni relative al periodo precedente all’operazione devono essere presentate utilizzando il modello “vecchio”, entro la fine del nono mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta. Per il periodo successivo all’operazione, si utilizza invece il modello “nuovo”, con la consueta scadenza fissata al 31 ottobre.

Dichiarazioni Fiscali e Scadenze nei Giorni Festivi

Nel caso in cui la scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali cada in un giorno festivo, la stessa viene automaticamente prorogata al primo giorno lavorativo successivo. Questo meccanismo di proroga garantisce che i contribuenti non siano penalizzati da eventi al di fuori del loro controllo. Tuttavia, è importante notare che le dichiarazioni inviate entro il novantesimo giorno successivo alla scadenza sono considerate tardive, ma valide. Le dichiarazioni presentate oltre questo termine sono soggette a sanzioni.

Conseguenze del Ritardo nella Presentazione

Il ritardo nella presentazione delle dichiarazioni fiscali comporta l’applicazione di sanzioni amministrative, che possono variare a seconda dell’entità del ritardo e della tipologia di contribuente. Le sanzioni possono essere ridotte se la dichiarazione tardiva viene inviata entro 90 giorni dalla scadenza, ma oltre questo termine si incorre in sanzioni più severe. In alcuni casi, è possibile ricorrere al ravvedimento operoso, che consente al contribuente di sanare la propria posizione pagando una sanzione ridotta e gli interessi dovuti.

La corretta e tempestiva presentazione delle dichiarazioni fiscali è un elemento fondamentale nella gestione delle finanze. Le modifiche normative introdotte nel 2024 rendono ancora più importante la pianificazione fiscale e la consulenza di professionisti qualificati, che possono aiutare a evitare errori e a garantire il rispetto delle scadenze.

 

Dichiarazione Scadenza 2024 Note
Modello IVA 30 aprile Termine anticipato al 28/29 febbraio se si include la LIPE del 4° trimestre nel modello IVA.
Certificazione Unica (CU) – 16 marzo (redditi lavoro dipendente e assimilati)

– 31 marzo (dal 2025, per redditi lavoro autonomo abituale)

– 31 ottobre (redditi esenti/non dichiarabili con precompilata)

Scadenze differenti in base alla tipologia di reddito.
Modello 770 31 ottobre Per i sostituti d’imposta.
Modello 730 30 settembre Termini variabili in base alla data di consegna: – Entro il 31 maggio: scadenza il 15 giugno

– Tra 1 giugno e 20 giugno: scadenza il 29 giugno

Modello Redditi PF 31 ottobre Per persone fisiche non esonerate dalla dichiarazione dei redditi.
Modello Redditi SP 31 ottobre

 

Per società di persone e soggetti equiparati.

 

Modello Redditi SC 31 ottobre (per esercizio solare)

Fine del 10° mese successivo alla chiusura dell’esercizio (per esercizio non coincidente con anno solare)

Per società di capitali (SPA, SRL) con differenze tra esercizio solare e non solare.
Modello IRAP 31 ottobre Anche per società di persone e capitali; esonero per le persone fisiche dal 2022.

 

Operazioni straordinarie (SP e SC) Fine del 9° mese successivo alla data dell’operazione Termine speciale per operazioni come liquidazioni, trasformazioni, fusioni, ecc.
Giorni festivi Proroga automatica al primo giorno feriale successivo Se la scadenza cade in un giorno festivo.

 

Per ulteriori informazioni o assistenza il nostro team di esperti sarà felice di offrire consulenza ed assistenza personalizzata.

L’affrancamento dei valori è uno strumento fiscale importante che consente ai contribuenti di rideterminare il valore di acquisto di tali beni, riducendo o annullando le plusvalenze generate al momento della cessione. Questa agevolazione, disciplinata per la prima volta dalla Legge 448/2001, è stata riproposta e prorogata più volte, confermandosi come una misura cruciale per facilitare la gestione fiscale delle operazioni di trasferimento di partecipazioni e terreni, soprattutto in ambito aziendale.

Per il 2024, la Legge di Bilancio ha confermato nuovamente la possibilità di affrancamento, mantenendo un’imposta sostitutiva del 16%, sia per partecipazioni negoziate che non negoziate, e terreni edificabili e agricoli. A tale regime si affianca una proroga recentemente annunciata con il Decreto Omnibus, che estende il termine per la rideterminazione del valore e il versamento dell’imposta sostitutiva al 30 novembre 2024.

La Legge di Bilancio 2024, approvata il 30 dicembre 2023, conferma l’opportunità di affrancare le partecipazioni societarie e i terreni, sia edificabili che agricoli, attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 16% del valore di perizia. Questa misura mira a ridurre l’imposizione fiscale derivante dalle plusvalenze generate dalla cessione di tali beni. Il contribuente potrà scegliere se pagare l’imposta in un’unica soluzione o in tre rate annuali di pari importo, con una maggiorazione del 3% annuo a partire dalla seconda rata.

Le disposizioni normative attuali, riprese dalla Legge 448/2001, non introducono modifiche sostanziali rispetto agli anni precedenti, confermando il quadro legislativo che è già stato consolidato nel tempo. Tuttavia, le scadenze e le modalità di versamento vengono modificate con la proroga del Decreto Omnibus, che posticipa i termini al 30 novembre 2024.

Partecipazioni Soggette all’Affrancamento

L’affrancamento si applica a diverse tipologie di partecipazioni societarie. In particolare, sono rilevanti:

Le partecipazioni qualificate, che rappresentano una percentuale di diritti di voto superiore al 20% in assemblea ordinaria o una partecipazione al capitale sociale superiore al 25%.

Le partecipazioni non qualificate, che non raggiungono le percentuali sopra descritte.

Questa distinzione è fondamentale per determinare il regime fiscale applicabile, soprattutto in termini di aliquote e detrazioni. L’affrancamento si applica a partecipazioni sia quotate che non quotate, rendendo la misura particolarmente utile per una vasta gamma di investitori e contribuenti.

Requisiti per Beneficiare dell’Affrancamento

Non tutti i soggetti possono beneficiare di questa agevolazione fiscale. Secondo la normativa vigente, possono procedere all’affrancamento:

Persone fisiche che detengono partecipazioni al di fuori dell’attività d’impresa.

Società semplici e associazioni equiparate.

Enti non commerciali, limitatamente alle partecipazioni detenute al di fuori dell’attività commerciale.

Soggetti non residenti in Italia, purché privi di una stabile organizzazione nel territorio nazionale.

Sono invece esclusi i soggetti che detengono partecipazioni nell’ambito dell’attività d’impresa. Questo vincolo permette di delimitare chiaramente il perimetro d’azione dell’affrancamento e garantire che tale misura sia utilizzata correttamente per finalità non strettamente imprenditoriali.

Procedura di Rideterminazione del Valore

Per usufruire dell’affrancamento, il contribuente deve seguire una procedura specifica, che include la redazione di una perizia giurata da parte di un professionista abilitato. Il valore delle partecipazioni o dei terreni deve essere determinato alla data del 1° gennaio 2024, e la perizia deve essere asseverata entro il 30 novembre 2024. Questo passaggio è essenziale per fissare il valore sul quale verrà applicata l’imposta sostitutiva.

Il contribuente deve poi versare l’imposta sostitutiva del 16%, potendo scegliere se pagare in un’unica soluzione o rateizzare il versamento in tre rate annuali. Il pagamento della prima rata, o dell’importo totale, deve avvenire entro il 30 novembre 2024. Le eventuali rate successive devono essere pagate entro il 30 novembre 2025 e 30 novembre 2026, con l’aggiunta di un interesse annuo del 3%.

La Perizia di Stima per le Partecipazioni Non Negoziate

La perizia giurata, necessaria per partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati, deve essere redatta da un professionista iscritto all’albo dei dottori commercialisti, dei ragionieri o dei revisori contabili. Per quanto riguarda i terreni, sono abilitati anche professionisti come ingegneri, agronomi e geometri.

La perizia certifica il valore delle partecipazioni o dei terreni alla data del 1° gennaio 2024 e rappresenta il documento essenziale per definire l’importo dell’imposta sostitutiva da versare. Nonostante il costo della perizia possa rappresentare un onere aggiuntivo per il contribuente, questo costo è deducibile fiscalmente, migliorando la convenienza della procedura.

Proroga al 30 Novembre 2024

Una delle novità più rilevanti per il 2024 riguarda la proroga dei termini. Inizialmente, la scadenza per la presentazione della perizia e il versamento dell’imposta sostitutiva era fissata al 30 giugno 2024. Tuttavia, il Decreto Omnibus del 7 agosto 2024 ha esteso il termine fino al 30 novembre 2024, offrendo ai contribuenti un ulteriore margine di tempo per organizzare la procedura.

La proroga agevola in particolar modo le imprese familiari e le piccole e medie imprese, facilitando operazioni di riorganizzazione aziendale e passaggio generazionale, senza l’urgenza di chiudere le operazioni entro il primo semestre dell’anno.

La Rateizzazione dell’Imposta Sostitutiva

Per coloro che non intendono versare l’imposta sostitutiva in un’unica soluzione, è possibile rateizzare l’importo in tre rate annuali. La prima rata deve essere versata entro il 30 novembre 2024, mentre le successive due rate dovranno essere versate entro il 30 novembre 2025 e il 30 novembre 2026. È previsto un interesse annuo del 3% sulle rate successive alla prima.

Questo meccanismo di rateizzazione rende più agevole l’affrancamento anche per quei soggetti che non dispongono immediatamente della liquidità necessaria per coprire l’intero ammontare dell’imposta.

 

Affrancamento e Passaggio Generazionale nelle PMI

Un aspetto particolarmente rilevante dell’affrancamento è il suo ruolo nel facilitare il passaggio generazionale nelle imprese familiari italiane, uno dei pilastri del sistema imprenditoriale nazionale. Grazie alla rideterminazione del valore delle partecipazioni, l’affrancamento riduce l’imposizione fiscale sulle plusvalenze, rendendo meno oneroso il trasferimento di quote aziendali da una generazione all’altra.

Questo strumento si rivela particolarmente utile per le PMI che devono affrontare il ricambio generazionale e che possono sfruttare l’affrancamento per riorganizzare la propria struttura societaria senza subire penalizzazioni fiscali eccessive.

Vendita di Partecipazioni Rivalutate a Prezzi Inferiori alla Perizia

Una delle questioni più frequenti riguarda la possibilità di vendere le partecipazioni a un prezzo inferiore rispetto al valore determinato dalla perizia. In questi casi, la normativa permette comunque di mantenere i benefici dell’affrancamento, senza che sia necessario rivedere il valore delle partecipazioni o procedere a una nuova perizia. La cessione a un prezzo inferiore non invalida dunque l’affrancamento, purché la vendita avvenga in conformità con le regole previste dalla normativa fiscale.

Aspetti Fiscali Legati alla Successione e Donazione di Partecipazioni

In caso di successione mortis causa o di donazione di partecipazioni, le conseguenze fiscali variano sensibilmente. In caso di donazione, il donatario subentra nella posizione fiscale del donante, mantenendo gli eventuali benefici dell’affrancamento effettuato in precedenza. Tuttavia, in caso di successione, l’erede non eredita il valore affrancato, ma deve determinare il valore delle partecipazioni secondo le regole ordinarie, basate sul valore contabile dichiarato nella successione.

La Rinuncia all’Affrancamento: Possibilità di Rimborso?

Se un contribuente decide di rinunciare all’affrancamento dopo aver versato la prima rata dell’imposta sostitutiva, non ha diritto al rimborso di quanto pagato. La procedura di affrancamento, una volta avviata, è infatti considerata irrevocabile, e il contribuente è comunque obbligato a completare il pagamento delle rate successive, se previste.

Alcune interpretazioni giurisprudenziali hanno tuttavia aperto a una possibile revisione di questa rigidità, ma la linea prevalente conferma l’impossibilità di ottenere il rimborso delle somme già versate.

L’Affrancamento Come Strumento di Ottimizzazione Fiscale

L’affrancamento rappresenta uno strumento di grande efficacia per ottimizzare la gestione fiscale delle plusvalenze generate dalla cessione di partecipazioni e terreni. Tuttavia, non sempre conviene procedere all’affrancamento. È importante valutare attentamente se la rideterminazione del valore sia più conveniente rispetto al regime ordinario di tassazione delle plusvalenze, soprattutto in caso di partecipazioni rivalutate con aliquote molto basse in passato.

Penalità e Sanzioni per l’Omessa Dichiarazione

La mancata indicazione dei dati relativi all’affrancamento nella dichiarazione dei redditi costituisce una violazione formale, punibile con sanzioni amministrative che vanno da 258 a 2.065 euro. Tuttavia, l’omessa dichiarazione non inficia gli effetti dell’affrancamento stesso, purché l’imposta sostitutiva sia stata correttamente versata.

 

Con la proroga dei termini al 30 novembre 2024, i contribuenti hanno più tempo per organizzare la perizia e procedere con il pagamento dell’imposta sostitutiva. Tuttavia, è fondamentale rispettare tutte le scadenze e compilare correttamente la dichiarazione dei redditi per evitare penalizzazioni.

Per ottenere assistenza professionale e personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

FAQ

Chi può beneficiare dell’affrancamento dei valori nel 2024?
Persone fisiche, società semplici, enti non commerciali e soggetti non residenti senza stabile organizzazione in Italia.

Quali sono le scadenze per l’affrancamento nel 2024?
La scadenza per la presentazione della perizia e il pagamento dell’imposta sostitutiva è il 30 novembre 2024.

Cosa succede se non si paga una rata dell’imposta sostitutiva?
Il mancato pagamento di una rata comporta la perdita dei benefici dell’affrancamento, ma non dà diritto al rimborso delle somme già versate.

Posso vendere una partecipazione rivalutata a un prezzo inferiore a quello della perizia?
Sì, ma la cessione non genererà plusvalenze tassabili.

Cosa accade in caso di successione o donazione di partecipazioni rivalutate?
Il donatario subentra nella posizione fiscale del donante, ma in caso di successione mortis causa l’erede non eredita il valore affrancato.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del MEF del 29 aprile 2024, avvenuta il 10 settembre 2024, segna l’entrata in vigore ufficiale delle modifiche agli ISA applicabili al periodo d’imposta 2023. Questo decreto rappresenta l’ultimo tassello di un processo di revisione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, finalizzato ad adeguarli alla congiuntura economica registrata lo scorso anno e a introdurre nuove regole per gli indici di concentrazione della domanda e dell’offerta per area territoriale.

Tra le novità più rilevanti vi sono l’introduzione di misure di ciclo settoriale, la modifica delle note tecniche e metodologiche e l’aggiornamento delle regole relative alla territorialità. Questi cambiamenti sono stati progettati per rendere gli ISA uno strumento ancora più preciso e aderente alla realtà economica dei contribuenti, tenendo conto delle specificità dei diversi settori e territori.

L’aggiornamento degli ISA comporta anche un adeguamento del software “Il tuo ISA 2024 CPB” messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Questo strumento è fondamentale per i contribuenti, in quanto consente di calcolare correttamente il proprio punteggio ISA, elemento fondamentale  per la dichiarazione dei redditi e per determinare eventuali benefici fiscali.

Implicazioni per i Contribuenti: Nuovi Calcoli e Scadenze

La revisione degli ISA ha un impatto diretto sui contribuenti che sono soggetti a questi indici. In particolare, coloro che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi senza tener conto delle nuove regole potrebbero trovarsi nella necessità di effettuare un nuovo calcolo del punteggio ISA. Questo ricalcolo potrebbe influenzare le imposte già versate a titolo di acconto e saldo, rendendo necessario un adeguamento degli importi.

Il punteggio ISA non è solo un indicatore dell’affidabilità fiscale del contribuente, ma è anche determinante per l’accesso a misure come il concordato preventivo biennale. Un punteggio errato o non aggiornato potrebbe precludere l’accesso a tali benefici, con conseguenze finanziarie significative per il contribuente.

La scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi è fissata al 31 ottobre 2024. Tuttavia, vista la pubblicazione tardiva del decreto, ci si interroga sulla possibilità di una proroga. L’Associazione Nazionale Commercialisti, attraverso il suo presidente Marco Cuchel, ha sollevato la questione, evidenziando il mancato rispetto delle tempistiche previste dallo Statuto del Contribuente.

 

Il Rispetto dello Statuto del Contribuente e le Tempistiche Normative

Lo Statuto del Contribuente, sancito dalla Legge n. 212/2000, rappresenta un pilastro fondamentale nel rapporto tra fisco e contribuenti. L’articolo 6, comma 3, stabilisce che i modelli di dichiarazione, le istruzioni per la compilazione e i servizi telematici devono essere messi a disposizione almeno 60 giorni prima della scadenza prevista per l’adempimento.

La pubblicazione tardiva del Decreto del MEF e l’aggiornamento degli strumenti necessari per il calcolo degli ISA non rispettano questa tempistica, creando una situazione di incertezza e difficoltà per i contribuenti e i professionisti che li assistono. La mancanza di un adeguato preavviso rende complessa la corretta applicazione delle nuove regole entro le scadenze previste, sollevando dubbi sulla legittimità dell’obbligo di adeguamento retroattivo.

Marco Cuchel ha sottolineato come l’introduzione di norme con effetti retroattivi rappresenti una violazione delle disposizioni dello Statuto del Contribuente, mettendo in evidenza la necessità di una proroga delle scadenze per consentire ai contribuenti di adeguarsi correttamente alle nuove disposizioni.

ISA: Uno Strumento Chiave per l’Affidabilità Fiscale

Gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale sono strumenti che valutano l’affidabilità fiscale dei contribuenti attraverso un punteggio che varia da 1 a 10. Questo punteggio viene calcolato sulla base dei dati economici, contabili e strutturali comunicati dal contribuente all’Agenzia delle Entrate, utilizzando modelli appositi.

Un punteggio elevato non solo attesta una maggiore affidabilità fiscale, ma consente anche l’accesso a benefici premiali, come l’esclusione da alcune tipologie di accertamento o la riduzione dei termini di prescrizione. Gli ISA sono quindi fondamentali per i contribuenti che desiderano mantenere un rapporto trasparente e collaborativo con l’amministrazione fiscale.

La corretta applicazione degli ISA richiede una comprensione approfondita dei modelli di business (MoB) utilizzati per classificare le imprese e degli indicatori elementari di affidabilità e anomalia che compongono il punteggio finale. Questi indicatori valutano la coerenza dei dati contabili e l’eventuale presenza di anomalie o incongruenze rispetto ai dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

La comprensione approfondita delle nuove regole, l’adeguamento tempestivo delle procedure e la consulenza con professionisti esperti diventano elementi essenziali per garantire la conformità fiscale e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal sistema degli ISA.

Per consulenze ed approfondimenti circa le modifiche agli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale per il Periodo d’Imposta 2023 il nostro staff è a vostra completa disposizione.

Ricordiamo le principali scadenze di Settembre 2024
☑ Lunedì 16 Settembre
-Versamento IVA e ritenute – Agosto
-Rateazione Imposte Dirette
☑ Mercoledì 25 Settembre
– Mod. INTRA – Agosto
☑ Lunedì 30 Settembre
– Comunicazione LIPE – 2° trimestre
– Mod. 730/2024 – anno 2023 (Termini differenziati per CAF/professionisti)
– Adempimenti societari ex art 2086 C,C ( valutazioni dell’organo amministrativo in ordine all’andamento della gestione 2024)
– Comunicazione spese al Sistema TS – 1° semestre 2024 (DM 8.2.2024)
– Versam. Ravv. speciale (7a rata trim. di 8), Liti fiscali pendenti (6a rata trim. di max 20), Rate ist. definitori (7a rata trim. di max 20)
(Commi 174, 194 e 220, L. 197/2022 – Ravv. speciale anno 2022 (3a rata trim. di 4) – DL 215/23)
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Il ravvedimento operoso è un meccanismo che permette ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente la propria posizione fiscale beneficiando di sanzioni ridotte.

Con l’entrata in vigore del D.lgs. 87/2024, prevista per il 1° settembre 2024, sono state introdotte importanti novità che rendono le sanzioni meno onerose per le violazioni commesse a partire da questa data.

Il ravvedimento operoso consente ai contribuenti di sanare le proprie irregolarità fiscali versando una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. Questo strumento, previsto dall’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, mira a incentivare la compliance fiscale, offrendo una via più economica e rapida per regolarizzare le posizioni fiscali irregolari.

Le Modifiche Introdotte dal D.lgs. 87/2024

Il D.lgs. 87/2024 ha riformato significativamente il regime delle sanzioni amministrative per le violazioni fiscali, introducendo percentuali di riduzione più vantaggiose.

Le nuove disposizioni si applicano esclusivamente alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, offrendo ai contribuenti un incentivo a regolarizzare tempestivamente le proprie posizioni.

Una delle principali novità riguarda la riduzione delle sanzioni. Ad esempio, per le violazioni relative a versamenti tardivi, la sanzione è ridotta dal 30% al 25% dell’imposta non versata. Inoltre, le sanzioni vengono ulteriormente ridotte in base al tempo trascorso dalla violazione, con percentuali decrescenti quanto più tempestivo è il ravvedimento.

Il ravvedimento operoso è articolato su diverse finestre temporali, ognuna delle quali comporta una diversa entità della sanzione ridotta:

  • Ravvedimento entro 30 Giorni dalla Violazione Per i ravvedimenti effettuati entro 30 giorni dalla violazione, la sanzione è ridotta a 1/10 del minimo. Questa finestra temporale è particolarmente vantaggiosa per i contribuenti che desiderano regolarizzare rapidamente la propria posizione senza incorrere in sanzioni pesanti.
  • Ravvedimento entro 90 Giorni dalla Violazione Se il ravvedimento avviene entro 90 giorni, la sanzione è ridotta a 1/9 del minimo. Questo periodo offre ancora un’opportunità significativa per ridurre l’onere sanzionatorio, sebbene sia meno vantaggioso rispetto ai primi 30 giorni.
  • Ravvedimento entro 1 Anno dalla Violazione Il ravvedimento entro l’anno dalla violazione prevede una sanzione ridotta a 1/8 del minimo. Questo permette ai contribuenti di beneficiare di una riduzione rilevante, purché si attivino entro un anno dalla data della violazione.
  • Ravvedimento oltre 1 Anno dalla Violazione Per le violazioni regolarizzate oltre l’anno, la sanzione è ridotta a 1/7 del minimo. Sebbene meno vantaggiosa rispetto alle precedenti finestre temporali, questa opzione rappresenta comunque un risparmio significativo rispetto alle sanzioni ordinarie.

Interessi Moratori e Calcolo

Oltre alle sanzioni ridotte, è necessario calcolare e versare anche gli interessi moratori. Questi sono calcolati al tasso legale, che dal 1° gennaio 2024 è pari al 2,5%, con maturazione giorno per giorno. La corretta applicazione degli interessi è fondamentale per completare il processo di ravvedimento.

Per procedere al ravvedimento operoso, il contribuente deve effettuare il pagamento del tributo non versato, degli interessi moratori e della sanzione ridotta. La regolarizzazione si considera completata solo con il pagamento contestuale di tutte queste componenti.

Le nuove regole introdotte dal D.lgs. 87/2024 offrono riduzioni più significative rispetto al regime precedente. Questo rende il ravvedimento operoso una soluzione ancora più conveniente per chi desidera sanare le proprie irregolarità fiscali.

La complessità delle norme fiscali rende spesso necessario l’intervento di un professionista. Rivolgersi a un commercialista può aiutare a evitare errori e a sfruttare al meglio le opportunità di ravvedimento operoso e guidare il contribuente attraverso ogni fase del processo, assicurando una corretta applicazione delle norme.

 

Domande Frequenti (FAQ)

  1. Cos’è il ravvedimento operoso? Il ravvedimento operoso è una procedura che consente ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente le proprie violazioni fiscali, beneficiando di sanzioni ridotte.
  2. Quali sono le novità introdotte dal D.lgs. 87/2024? Il decreto ha ridotto le sanzioni per le violazioni fiscali commesse a partire dal 1° settembre 2024, introducendo nuove percentuali di riduzione basate sul tempo trascorso dalla violazione.
  3. Come si calcolano le sanzioni ridotte? Le sanzioni ridotte si calcolano applicando percentuali decrescenti in base alle tempistiche del ravvedimento: 1/10 entro 30 giorni, 1/9 entro 90 giorni, 1/8 entro un anno, ecc.
  4. Cosa succede se non si rispettano le tempistiche del ravvedimento? Se non si rispettano le tempistiche previste, si applicano le sanzioni ordinarie, che sono significativamente più alte rispetto a quelle ridotte.
  5. Perché è consigliabile rivolgersi a un commercialista? Un commercialista può fornire assistenza personalizzata, assicurando una corretta applicazione delle norme e aiutando a evitare errori costosi durante il processo di ravvedimento.

Per ulteriori chiarimenti, consulenze o assistenza personalizzata, rimaniamo  a vostra disposizione.

Il termine per il pagamento del saldo IVA 2023 è fissato al 31 luglio 2024 e riguarda tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito. Questo include anche coloro che non hanno rispettato le scadenze precedenti del 19 marzo o del 1° luglio 2024. In particolare, sono interessati i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) e che dichiarano ricavi o compensi entro i limiti stabiliti dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il saldo IVA 2023 può essere pagato in unica soluzione o rateizzato. Se si opta per il pagamento rateale, le rate devono essere di pari importo e la prima rata deve essere versata entro il termine ordinario di pagamento dell’IVA in unica soluzione. Le rate successive devono essere pagate entro il giorno 16 di ogni mese, con l’aggiunta di un interesse fisso dello 0,33% mensile su ciascuna rata dopo la prima.

La scadenza del 31 luglio 2024 si applica anche ai soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale. In questo caso, il pagamento del saldo IVA 2023 può essere effettuato senza applicare la maggiorazione dello 0,40% prevista per altri contribuenti. Tuttavia, per i contribuenti che non hanno effettuato il pagamento entro il 19 marzo o il 1° luglio, è prevista una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivo al 19 marzo fino al 30 giugno, più un’ulteriore maggiorazione dello 0,40%.

Il D.Lgs. n. 13/2024 disciplina l’istituto del concordato preventivo biennale, prevedendo una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione. Questo beneficio si applica ai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA e che dichiarano ricavi o compensi non superiori ai limiti stabiliti dal relativo decreto ministeriale. In questo contesto, il contribuente può godere di una proroga anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP.

Per chi sceglie la rateizzazione, è importante seguire un preciso calendario dei pagamenti. La prima rata deve essere versata entro il 18 marzo 2024, mentre le rate successive devono essere pagate entro il 16 di ogni mese. Grazie al Decreto Adempimenti (D.Lgs. n. 1/2024), l’ultima rata può essere pagata entro il 16 dicembre 2024, estendendo il termine originario del 16 novembre. Questo decreto consente ai contribuenti di perfezionare la rateizzazione senza effettuare l’opzione in dichiarazione, stabilendo una data unica di scadenza per il pagamento delle rate successive alla prima.

Il contribuente ha la possibilità di differire il pagamento del saldo IVA 2023 al 1° luglio 2024 o al 31 luglio 2024. Nel primo caso, si applica una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successivi al 16 marzo, fino al 30 giugno. Nel secondo caso, si aggiunge un’ulteriore maggiorazione dello 0,40% per il periodo dal 1° luglio al 31 luglio.

Le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023 variano a seconda del tipo di soggetto che effettua il pagamento. Per le persone fisiche, le società di persone e i soggetti IRES, le date di scadenza dipendono dall’approvazione del bilancio d’esercizio e dalla chiusura dell’esercizio fiscale. È fondamentale considerare questi aspetti per determinare la corretta data di pagamento del saldo IVA.

Per i soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale, il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio senza applicare la maggiorazione dello 0,40%. Questo termine si applica anche per il saldo 2023 e la prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Questa proroga rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti di regolarizzare la loro posizione fiscale senza incorrere in ulteriori costi.

Il termine del 31 luglio 2024 rappresenta una scadenza importante per il pagamento del saldo IVA 2023. I contribuenti devono assicurarsi di rispettare le modalità e le scadenze stabilite per evitare sanzioni. Per chi ha aderito al concordato preventivo biennale, il 31 luglio offre un’opportunità di differimento senza maggiorazioni, consentendo una gestione finanziaria più flessibile.

Per consulenze ed assistenza personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

FAQ

  1. Chi deve pagare il saldo IVA 2023? Tutti i contribuenti che, dalla dichiarazione annuale IVA 2024, risultano avere un saldo IVA a debito.
  2. Quali sono le modalità di pagamento del saldo IVA 2023? Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o rateizzato. Le rate devono essere di pari importo con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima.
  3. Quali sono le scadenze per il pagamento del saldo IVA 2023? Le principali scadenze sono il 18 marzo 2024, il 1° luglio 2024, e il 31 luglio 2024.
  4. Che cosa prevede il concordato preventivo biennale? Il D.Lgs. n. 13/2024 prevede una proroga del termine per il pagamento del saldo IVA 2023 al 31 luglio 2024 senza maggiorazione per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA.
  5. Come influisce la rateizzazione sui pagamenti del saldo IVA 2023? La rateizzazione consente di distribuire il pagamento in più rate mensili, con un interesse fisso dello 0,33% mensile sulle rate successive alla prima, estendendo il termine finale al 16 dicembre 2024.
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