Le imprese che operano nel commercio internazionale dovranno affrontare nel 2025 una serie di novità regolamentari e operative significative, che mirano a modernizzare e digitalizzare il sistema doganale europeo e nazionale. Questi cambiamenti avranno un impatto diretto sulla compliance aziendale, sulla gestione delle transazioni transfrontaliere e sull’adozione di nuovi strumenti tecnologici.

A partire dal 2025, entreranno in vigore importanti modifiche normative che ridefiniranno il panorama della compliance per le imprese coinvolte nel commercio internazionale. Tra queste, il decreto legislativo 141/2024, che ha abrogato il Testo unico delle leggi doganali (TULD), rappresenta un cambiamento cruciale. Questa riforma introduce una chiara distinzione tra illeciti amministrativi e penali, basandosi su criteri oggettivi come la soglia di 10.000 euro per i diritti evasi.

L’intervento normativo riduce le ipotesi di contrabbando alle sole infedele dichiarazione e omessa dichiarazione, semplificando il quadro regolamentare. Tuttavia, le imprese dovranno aggiornare i loro modelli organizzativi ex D.Lgs. 231 per prevenire contestazioni penali e mitigare il rischio di sanzioni interdittive, come la sospensione o la revoca di licenze e autorizzazioni.

Dal 1° gennaio 2025, entra in vigore la nuova Taric, che introduce numerose modifiche ai codici tariffari utilizzati nel commercio internazionale. L’aggiornamento, previsto dal regolamento di esecuzione UE 2024/2522, include nuove voci doganali per prodotti come pesce fresco e congelato, pomodori, oli minerali, concimi e prodotti chimici organici.

L’introduzione di nuovi codici e l’ammodernamento di quelli esistenti rendono necessaria una revisione accurata della classificazione doganale da parte delle imprese. Questi cambiamenti possono influire sull’origine doganale delle merci e sulla possibilità di beneficiare di dazi agevolati previsti dagli accordi di libero scambio.

Il sistema di transito NCTS, fondamentale per il trasporto di merci non unionali all’interno dell’UE, vedrà il completamento della fase 5 nel gennaio 2025. Questa evoluzione prevede l’adozione di nuove modalità di compilazione delle dichiarazioni di transito e il miglioramento della gestione delle procedure doganali.

Nonostante la proroga degli adeguamenti al 21 gennaio 2025, le imprese dovranno garantire la corretta gestione dei sigilli doganali e la dichiarazione completa delle informazioni sul mezzo di trasporto. L’obiettivo è armonizzare le pratiche dichiarative, migliorando la compliance e proteggendo gli interessi finanziari dell’UE.

Un’altra novità rilevante è rappresentata dalle modifiche alle regole di origine preferenziale della Convenzione paneuromediterranea (PEM), in vigore dal 1° gennaio 2025. Queste regole introducono criteri più flessibili, come l’aumento delle soglie di tolleranza e l’ampliamento delle disposizioni sul duty-drawback.

Le imprese che commerciano con i 23 paesi contraenti dovranno adeguarsi a questi cambiamenti, che offrono nuove opportunità per migliorare la competitività e ottimizzare i processi di import-export.

L’obbligo di trasmissione telematica dell’e-DAS e dell’e-AD è stato posticipato, concedendo più tempo alle imprese per adattarsi ai nuovi requisiti. Questi strumenti digitali sono progettati per garantire una maggiore trasparenza nella gestione delle accise e contrastare le frodi fiscali. La proroga consente agli operatori di investire in soluzioni tecnologiche adeguate, riducendo il rischio di inadempimenti.

Il regolamento UE 2023/1115, finalizzato a combattere la deforestazione globale, entrerà in vigore nel dicembre 2025 per le medie e grandi imprese. Questo intervento richiede agli importatori di certificare l’origine delle materie prime e di conformarsi alle normative ambientali locali. La Commissione europea ha introdotto strumenti innovativi, come un registro telematico per le dichiarazioni di conformità, per migliorare la trasparenza delle filiere globali.

FAQ

 

Quali sono le principali modifiche alla normativa doganale del 2025?
Le modifiche includono la nuova Taric, la revisione delle regole di origine della Convenzione PEM e l’introduzione di strumenti digitali come l’e-DAS e l’e-AD.

Cosa cambia con la nuova Taric?
La nuova Taric introduce codici doganali aggiornati per numerosi prodotti, influenzando la classificazione, la tassazione e l’origine doganale delle merci.

Quali sono le opportunità offerte dalle nuove regole PEM?
Le regole offrono criteri più flessibili per il commercio preferenziale con i paesi contraenti, migliorando la competitività delle imprese.

Qual è l’obiettivo della digitalizzazione delle procedure doganali?
L’obiettivo è migliorare la trasparenza, l’efficienza e il controllo nella gestione delle accise e delle dichiarazioni doganali.

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