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A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore una novità significativa per tutti gli esercenti che trasmettono i corrispettivi telematici: sarà infatti obbligatorio collegare i registratori telematici agli strumenti di pagamento elettronico utilizzati, come POS, app o dispositivi digitali di incasso. Non si tratterà, però, di un collegamento fisico, bensì digitale, tramite un apposito servizio web.

Questa nuova disposizione è stata introdotta dal provvedimento n. 424470/2025 dell’Agenzia delle Entrate, attuando quanto previsto dall’articolo 1, commi 74 e 77 della Legge di Bilancio 2025 (Legge 207/2024). La norma modifica l’articolo 2, comma 3 del Decreto Legislativo 127/2015, introducendo un’ulteriore stretta per contrastare l’evasione fiscale e migliorare il controllo incrociato tra pagamenti elettronici e corrispettivi dichiarati.

Il collegamento obbligatorio non si tradurrà nell’uso di cavi o dispositivi fisici, ma sarà gestito tramite un sistema online che permetterà di associare ogni registratore telematico alla matricola dello strumento di pagamento elettronico corrispondente. In particolare, l’esercente dovrà accedere all’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi e utilizzare un apposito servizio web che verrà messo a disposizione dall’Agenzia.

Attraverso questo servizio, sarà necessario registrare i dati identificativi degli strumenti di pagamento utilizzati in abbinamento alla matricola del registratore telematico, già censito e attivato, indicando anche l’indirizzo dell’unità locale in cui gli strumenti sono operativi. Un aspetto importante è che il sistema proporrà automaticamente l’elenco degli strumenti intestati all’esercente, sulla base delle comunicazioni ricevute dagli intermediari finanziari.

La procedura potrà essere eseguita direttamente dall’esercente oppure tramite intermediari delegati, utilizzando il servizio “Accreditamento e censimento dispositivi”.

Sebbene l’obbligo sia operativo da gennaio, è prevista una fase di graduale attuazione. Per gli strumenti di pagamento già in uso e associati a un contratto attivo a gennaio 2026, il collegamento dovrà essere effettuato entro 45 giorni dalla data di rilascio del servizio web nell’area riservata. La disponibilità del servizio è attesa per l’inizio di marzo 2026 e sarà comunicata pubblicamente dall’Agenzia delle Entrate.

Diversa è la disciplina per i dispositivi attivati dopo il 31 gennaio 2026. In tal caso, il collegamento dovrà avvenire a partire dal sesto giorno del secondo mese successivo alla disponibilità del dispositivo e comunque entro la fine del mese stesso. Gli stessi termini saranno applicabili anche in caso di sostituzione o disattivazione di strumenti già esistenti.

Per chi, invece, effettua la trasmissione dei corrispettivi tramite la procedura web dell’Agenzia, sarà possibile gestire il collegamento agli strumenti di pagamento direttamente all’interno di tale procedura, senza necessità di passaggi ulteriori.

Oltre al collegamento, la norma impone la memorizzazione puntuale dei dati di pagamento elettronico: ogni volta che viene effettuata una vendita o una prestazione, sarà obbligatorio registrare la forma di pagamento e l’ammontare sul documento commerciale. Tali dati andranno trasmessi giornalmente rispettando le specifiche tecniche già previste per l’invio dei corrispettivi.

Un altro elemento centrale riguarda l’apparato sanzionatorio, che viene aggiornato per includere anche le violazioni relative al mancato invio dei dati di pagamento elettronico e alla mancata associazione tra strumenti. In particolare, la sanzione prevista dall’art. 11, comma 2-quinquies del DLgs. 471/1997 sarà applicata anche per la violazione degli obblighi di memorizzazione e trasmissione dei dati di pagamento. Inoltre, la multa da 1.000 a 4.000 euro già prevista per l’omessa installazione dei registratori telematici si estenderà anche ai casi di mancato collegamento degli strumenti di pagamento elettronico.

Per ulteriori chiarimenti e per eventuale assistenza operativa il nostro team di professionisti è a vostra disposizione.

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