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Il panorama fiscale italiano ha subito una sostanziale trasformazione con l’entrata in vigore del Decreto attuativo della Legge 111/2023. Questo decreto ha introdotto una serie di disposizioni volte a migliorare l’efficienza dell’accertamento fiscale e a promuovere una cooperazione più stretta tra le autorità nazionali ed estere.

Focalizziamoci sulle principali innovazioni apportate da questa riforma.

Un punto centrale di questa riforma è rappresentato dal contraddittorio preventivo, che mira a coinvolgere attivamente il contribuente nel processo di accertamento. Secondo quanto definito dall’articolo 6-bis della legge 212/2000, ora è obbligatorio per tutti i contribuenti ricevere uno schema di provvedimento partecipato. Tale schema include non solo l’invito a presentare osservazioni, ma anche a proporre un’istanza per la definizione dell’accertamento con adesione entro 30 giorni dalla comunicazione dello schema.

Questa novità segna un importante passo avanti verso una maggiore trasparenza e coinvolgimento dei contribuenti nel processo di accertamento fiscale. È importante notare che coloro che hanno già optato per l’adesione all’accertamento con adesione non possono più farlo dopo la notifica dell’avviso di accertamento o rettifica, salvo alcune eccezioni specifiche.

Per quanto riguarda il concordato preventivo biennale, si tratta di un’opportunità offerta ai titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo residenti in Italia, oltre che, sperimentalmente per il solo anno 2024, ai soggetti in regime forfetario. Questa procedura consente di determinare il primo acconto delle imposte sui redditi senza tener conto del reddito concordato, mentre il secondo acconto terrà conto di quest’ultimo.

La riforma ha anche introdotto disposizioni riguardanti la procedura di recupero dei crediti indebitamente utilizzati in compensazione, distinguendo tra crediti non spettanti e crediti inesistenti.

Un aspetto cruciale della riforma è lo scambio di informazioni e la lotta all’evasione fiscale. Si è deciso di rafforzare la possibilità di scambio di informazioni con altri Paesi dell’Unione Europea e con Stati con i quali sono stati stipulati accordi specifici di cooperazione amministrativa. Questa misura mira a contrastare efficacemente l’evasione fiscale attraverso una maggiore trasparenza e collaborazione internazionale.

Inoltre, il Decreto stabilisce tempi e modalità per l’accettazione della proposta di concordato, con particolare attenzione per il primo anno di applicazione. Questo implica una maggiore certezza e chiarezza nel processo di concordato preventivo, garantendo una gestione più efficiente e trasparente dei debiti fiscali.

Lo Studio Pallino è disponibile per fornire assistenza personalizzata e chiarire qualsiasi dubbio sulle nuove disposizioni fiscali. Il nostro team di esperti è pronto ad aiutare i contribuenti a comprendere appieno le implicazioni della riforma e ad adottare le migliori strategie per gestire le proprie questioni fiscali.

Nel prossimo anno, la Cassazione italiana si troverà di fronte a un aumento potenziale di ricorsi tributari, rendendo inefficace la definizione agevolata introdotta nelle recenti leggi.

Tra il 2019 e il 2023 le tre definizioni agevolate che si sono susseguite – previste dal Dl 118/2018, dalla riforma della giustizia tributaria (legge 130/2022) e dalla precedente manovra 2023 (legge 197/2022) – hanno prodotto in Cassazione il taglio di circa 11.700 liti fiscali, ben al di sotto degli obiettivi prefissati.

La situazione è ulteriormente complicata dal persistente arretrato di legittimità a quota 42.000 e di merito a quota 257.000 al 31 dicembre 2023, rappresentando circa il 50% del totale dei procedimenti civili pendenti.
La chiusura della finestra per le definizioni agevolate nel 2023 potrebbe aggravare la situazione nel 2024, con una prevista impennata di nuovi ricorsi. La definizione agevolata, concepita per ridurre i procedimenti e accelerare i giudizi, sembra non aver sortito gli effetti sperati, lasciando il sistema giudiziario tributario in uno stato di incertezza.

Inoltre, l’andamento della giustizia tributaria a livello di merito e legittimità rivela una situazione complessa.
Mentre la sezione tributaria della Cassazione potrebbe chiudere il 2023 con 41.894 pendenze arretrate, le Corti di primo e secondo grado hanno registrato una diminuzione dei procedimenti pendenti rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, le sfide persistenti nel sistema giudiziario tributario richiedono una riflessione più approfondita sulle politiche e sulle strategie da adottare per migliorare l’efficienza e la gestione delle controversie fiscali in Italia.

Per approfondimenti o per assistenza personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

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