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L’IRES premiale rappresenta una misura fiscale introdotta per incentivare le imprese italiane a investire in beni strumentali tecnologicamente avanzati e a promuovere l’occupazione stabile. Attraverso una riduzione significativa dell’aliquota fiscale, questo strumento mira a sostenere la competitività del tessuto industriale nazionale e a creare nuove opportunità di lavoro.

L’obiettivo non è solo quello di ridurre il carico fiscale, ma di spingere le imprese a contribuire al miglioramento del tessuto produttivo italiano, favorendo l’adozione di tecnologie avanzate e incrementando la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato.

Cosa è l’IRES premiale

L’IRES premiale è un incentivo fiscale che consente alle imprese di beneficiare di una riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20%. Questo beneficio si applica alle aziende che soddisfano determinate condizioni di reinvestimento degli utili in beni strumentali 4.0, come macchinari, impianti e software avanzati, e che incrementano il proprio organico con assunzioni a tempo indeterminato.

La misura si inserisce nel quadro di politiche volte a favorire la transizione tecnologica e digitale del Paese, supportando al contempo la crescita economica e l’occupazione. La riduzione fiscale si applica al reddito imponibile, creando così un vantaggio competitivo per le imprese che rispettano i criteri stabiliti.

Per poter accedere al beneficio dell’IRES premiale, le imprese devono rispettare specifici requisiti:

  • Utili accantonati: almeno l’80% degli utili generati nel 2024 deve essere accantonato in riserva.
  • Investimenti in beni strumentali 4.0: il 30% degli utili accantonati deve essere reinvestito in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate in Italia. Questi beni includono macchinari, impianti, software e altri strumenti tecnologicamente avanzati definiti negli Allegati A e B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232.
  • Investimento minimo: gli investimenti devono essere di almeno 20.000 euro.

 

Questi requisiti garantiscono che il beneficio fiscale sia indirizzato verso aziende che contribuiscono attivamente al miglioramento delle infrastrutture produttive e tecnologiche del Paese.

L’incentivo si applica al periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2024. Gli investimenti devono essere effettuati entro la fine del 2025, rispettando le tempistiche per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno fiscale di riferimento.

Le imprese devono pianificare accuratamente gli investimenti e le assunzioni per garantirne la conformità con i requisiti previsti dalla normativa. L’aderenza alle scadenze è cruciale, in quanto eventuali ritardi potrebbero comportare la perdita del beneficio fiscale.

 

Un elemento chiave per accedere all’IRES premiale riguarda l’occupazione.

Le imprese devono rispettare le seguenti condizioni:

  • Mantenimento della forza lavoro: il numero medio di lavoratori nel 2025 deve essere pari o superiore alla media del triennio precedente.
  • Incremento occupazionale: le aziende devono assumere nuovi dipendenti a tempo indeterminato, incrementando l’organico di almeno l’1%. Per le piccole imprese, è richiesto l’incremento di almeno un lavoratore.
  • Limitazioni sull’uso della cassa integrazione: l’impresa non deve fare ricorso alla cassa integrazione, ad eccezione dei casi previsti dalla normativa ordinaria.

 

Queste condizioni assicurano che il beneficio fiscale non sia solo un vantaggio economico per le imprese, ma che si traduca anche in un effettivo impatto positivo sull’occupazione.

I vantaggi per le imprese che aderiscono all’IRES premiale sono molteplici:

Risparmio fiscale diretto: la riduzione dell’aliquota IRES consente un abbattimento del carico fiscale, liberando risorse da reinvestire.

Innovazione tecnologica: l’obbligo di investire in beni strumentali avanzati promuove l’ammodernamento delle strutture produttive.

Crescita occupazionale: le condizioni legate all’incremento dell’occupazione stimolano la creazione di posti di lavoro stabili.

Vantaggi competitivi: un carico fiscale ridotto e infrastrutture tecnologiche avanzate migliorano la posizione dell’impresa sul mercato.

 

Non rispettare le condizioni previste dalla normativa può comportare la perdita del beneficio fiscale. I principali casi di decadenza includono:

Distribuzione degli utili accantonati: se gli utili accantonati vengono distribuiti entro due esercizi, l’agevolazione decade.

Dismissione dei beni strumentali: i beni acquistati con l’incentivo non possono essere venduti, ceduti o destinati a finalità estranee all’esercizio d’impresa entro cinque anni.

Inadempienze occupazionali: il mancato rispetto delle condizioni sull’occupazione può comportare la revoca del beneficio.

In caso di decadenza, l’impresa è tenuta a restituire l’agevolazione, con eventuali sanzioni. Questo sottolinea l’importanza di una gestione accurata degli investimenti e delle assunzioni.

 

L’IRES premiale può interagire con altri strumenti di supporto alle imprese, come il piano Transizione 4.0. Tuttavia, è necessario valutare attentamente la compatibilità e le eventuali limitazioni normative per evitare sovrapposizioni o esclusioni.

Ad esempio, le aziende che già beneficiano di agevolazioni per la Transizione 4.0 potrebbero integrare tali incentivi con l’IRES premiale, ottimizzando il ritorno sugli investimenti. Tuttavia, è fondamentale consultare esperti fiscali per garantire l’aderenza alle normative.

L’applicazione dell’IRES premiale si basa su una normativa dettagliata, che include:

Gli Allegati A e B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232, che definiscono i beni strumentali ammissibili.

L’Articolo 38 del Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19, che fornisce ulteriori dettagli sugli investimenti consentiti.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è responsabile dell’emanazione di decreti attuativi per disciplinare le modalità operative e i criteri di applicazione del beneficio. Questi decreti definiranno le procedure da seguire per documentare gli investimenti e monitorare il rispetto delle condizioni.

Transizione 5.0

Un aspetto interessante riguarda la possibile interazione dell’IRES premiale con il piano Transizione 5.0, che prevede incentivi per investimenti in fonti di energia rinnovabile per autoconsumo. Questi investimenti, sebbene non esplicitamente inclusi nell’IRES premiale, rappresentano un’opportunità complementare per le imprese che vogliono rafforzare la propria sostenibilità ambientale e la competitività a lungo termine.

Le imprese che investono in energie rinnovabili potrebbero, quindi, beneficiare di una duplice agevolazione: fiscale, attraverso l’IRES premiale, e ambientale, grazie ai vantaggi della Transizione 5.0.

 

Aspetto Dettagli
Riduzione fiscale Aliquota IRES ridotta dal 24% al 20%
Requisiti principali – Accantonamento dell’80% degli utili nel 2024
– Reinvestimento del 30% in beni strumentali 4.0
– Investimento minimo di 20.000 euro
Beni ammissibili Macchinari, impianti, software (Allegati A e B della Legge 232/2016)
Condizioni occupazionali – Mantenimento della media occupazionale
– Incremento dell’organico dell’1% o di almeno un lavoratore
– No cassa integrazione
Scadenze – Investimenti entro il 2025
– Presentazione della dichiarazione dei redditi relativa
Vantaggi principali – Risparmio fiscale
– Innovazione tecnologica
– Creazione di posti di lavoro stabili
Rischi di decadenza – Distribuzione degli utili accantonati entro due esercizi
– Dismissione o destinazione non conforme dei beni entro cinque anni
Compatibilità Possibile integrazione con il piano Transizione 4.0 e investimenti in energie rinnovabili

 

L’IRES premiale offre alle imprese un’occasione unica per ridurre il carico fiscale, investire in tecnologie avanzate e creare nuovi posti di lavoro. Per cogliere appieno questi benefici, è fondamentale comprendere i requisiti normativi e pianificare con cura gli investimenti e le assunzioni.

Per ulteriori informazioni e supporto nella gestione dell’intero processo, lo Studio Pallino è a disposizione per offrire consulenza personalizzata e assistenza strategica.

 

FAQ

Che cos’è l’IRES premiale?

È un incentivo fiscale per le imprese che investono in beni strumentali 4.0 e incrementano l’occupazione.

Quali sono i requisiti principali per accedere?

Accantonamento di utili, investimenti in beni strumentali nuovi e mantenimento/incremento dell’occupazione.

Quali sono i vantaggi fiscali?

Riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20%.

Quali beni sono ammessi?

Macchinari, impianti e software inclusi negli Allegati A e B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232.

 

Manovra di Bilancio 2024: Cuneo Fiscale e Sostegno alle famiglie

Il Ddl di Bilancio 2024 prevede un significativo sostegno alle famiglie come intervento prioritario, mirando a compensare la perdita di potere d’acquisto subita fino a questo momento.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato durante un’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato che le famiglie continueranno a beneficiare dell’esonero parziale dei contributi previdenziali.
Questa misura è progettata per sostenere i consumi, l’occupazione e la crescita del PIL.

Il Ministro ha delineato una manovra che, sebbene tagli le spese in modo austero, espande le risorse a favore dei lavoratori con redditi medio-bassi. Circa due terzi delle misure sono destinate ai lavoratori dipendenti con un reddito fino a 50 mila euro. La manovra si concentra sulle attuali difficoltà, privilegiando il sostegno alle famiglie, con l’obiettivo di fornire risposte concrete alle esigenze degli individui più vulnerabili in un contesto ancora delicato.

La sostenibilità complessiva della finanza pubblica nel medio lungo periodo è un elemento fondamentale, e la manovra introduce interventi volti a favorirla, contribuendo allo sviluppo crescente e duraturo dell’economia nazionale.
Oltre all’esonero parziale dei contributi previdenziali per le famiglie, sono state implementate ulteriori misure per sostenere la natalità attraverso la leva della decontribuzione per le lavoratrici. La proroga dell’alleggerimento fiscale per i premi di produttività è un ulteriore sostegno ai redditi, mantenendo un’aliquota del 5 per cento anche nel prossimo anno.

La manovra prevede anche il potenziamento degli strumenti di welfare aziendale, con un aumento delle soglie per i beni e servizi forniti in esenzione fiscale ai lavoratori dipendenti. Inoltre, per la prima volta, si ampliano le finalità di utilizzo di tali benefici, includendo il pagamento dei mutui e degli affitti relativi alla prima casa.
Considerando le sfide internazionali, come la crisi ucraina e i nuovi focolai di instabilità nel Medio Oriente, la manovra conferma misure di contrasto ai rincari dei prezzi energetici. Viene destinato un contributo straordinario di 200 milioni per il primo trimestre del 2024 alle famiglie meno abbienti.
La rifinanziata carta “dedicata a te” è confermata per le famiglie con specifiche condizioni reddituali, offrendo supporto all’acquisto di generi di prima necessità, nonché, con soglie specifiche, alle spese per carburanti e abbonamenti ai trasporti pubblici.

Lo Studio Pallino rimane a disposizione per eventuali chiarimenti e assistenza.

Supporto alla formazione e al lavoro: quali sono i vantaggi per chi assume i beneficiari

Le imprese private, le agenzie per l’impiego e gli intermediari dell’occupazione che assumono i beneficiari del supporto alla formazione e all’occupazione possono godere di agevolazioni contributive specifiche. Tuttavia, è importante notare che per avere diritto a tali benefici, l’assunzione deve essere a tempo indeterminato, determinato, di apprendistato, tempo determinato o stagionale. Inoltre, l’accesso a tali agevolazioni è subordinato al possesso da parte dei datori di lavoro del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), al rispetto degli obblighi previsti dalla Legge n. 68/1999 e deve essere conforme alle normative europee riguardanti gli “aiuti de minimis”. Ma come variano questi incentivi in base al tipo di contratto agevolato?

A partire dal 1° settembre è entrata in vigore la piattaforma di supporto alla formazione e all’occupazione, come stabilito dall’articolo 12 del Decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023, convertito in Legge n. 85/2023). Questa misura mira a facilitare il processo di inserimento nel mondo del lavoro attraverso la partecipazione a programmi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, assistenza al lavoro e politiche attive per l’occupazione.

Dopo la pubblicazione dei due decreti attuativi sulla Gazzetta Ufficiale il 25 agosto, l’INPS ha rilasciato il 29 agosto 2023 la circolare n. 77, fornendo le prime istruzioni operative per i beneficiari in merito alle modalità di accesso a partire dal 1° settembre 2023, come previsto dal D.L. n. 48/2023.

Il Ministero del Lavoro ha comunicato sul suo sito ufficiale che al 15 settembre 2023 sono state ricevute 57.852 domande tramite il nuovo Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL).

Ma come funziona concretamente questa misura? La misura prevede il pagamento di un contributo mensile da parte dell’INPS di 350 euro a fronte della partecipazione del beneficiario a programmi di formazione e progetti di interesse collettivo, per l’intera durata dei programmi stessi, e comunque per un massimo di 12 mesi. Per richiedere il beneficio, il beneficiario deve presentare una domanda online all’INPS, e il percorso di attivazione sarà gestito attraverso il SIISL, con invio automatico delle informazioni ai servizi per l’occupazione competenti.

Nella domanda, il richiedente dovrà dichiarare la sua disponibilità immediata al lavoro e autorizzare esplicitamente la trasmissione dei dati relativi alla richiesta ai Centri per l’Impiego, alle Agenzie per l’impiego e agli enti di formazione.

Inoltre, il richiedente sarà convocato dal servizio per l’occupazione competente per stipulare un patto di servizio personalizzato, nel quale dovrà indicare di aver contattato almeno tre agenzie per l’impiego o intermediari autorizzati come parte del suo percorso di inserimento lavorativo.

È importante notare che i beneficiari di questa misura sono tenuti a rispettare determinati obblighi, come l’adesione ai programmi di formazione e inserimento lavorativo previsti dal patto di servizio personalizzato. Devono anche confermare la loro partecipazione a tali attività almeno ogni 90 giorni ai servizi competenti, altrimenti perderanno il beneficio. Inoltre, devono rispettare gli obblighi di formazione stabiliti dall’articolo 1 comma 316 della Legge n. 197/2022 per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

Infine, i beneficiari devono comunicare qualsiasi cambiamento nelle loro condizioni o requisiti di accesso alla misura e al suo mantenimento entro 15 giorni dalla modifica, altrimenti perderanno il diritto al beneficio.

Ma quali sono gli incentivi per le assunzioni in questo contesto? Il Ministero del Lavoro ha pubblicato una guida sugli incentivi il 12 settembre sul suo sito web, in attesa delle specifiche istruzioni dell’INPS. Questa guida fornisce informazioni sugli incentivi relativi ai beneficiari di questa misura e all’assegno di inclusione.

Il Ministero sottolinea che gli incentivi riguardano datori di lavoro privati, agenzie per l’impiego, intermediari dell’occupazione, anche sotto forma di enti del Terzo Settore o percettori.

Per avere diritto a tali incentivi, l’assunzione del beneficiario deve essere a tempo indeterminato, determinato, di apprendistato, tempo determinato o stagionale, come previsto dalla normativa vigente. La fruizione degli sgravi è subordinata al possesso da parte dei datori di lavoro del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) e al rispetto degli obblighi stabiliti dalla Legge n. 68/1999. Inoltre, la fruizione degli incentivi deve essere conforme alle normative europee sugli “aiuti de minimis”.

Le modalità di richiesta di tali incentivi saranno comunicate dall’INPS in apposita nota di prassi.

Per le assunzioni a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, l’incentivo consiste in un’esenzione del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con una durata massima di 12 mesi a partire dalla data di assunzione, e un importo massimo di 8.000 euro, riparametrato su base mensile.

Per le assunzioni a tempo determinato, anche a scopo di somministrazione, l’incentivo è un’esenzione del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con una durata massima di 12 mesi a partire dalla data di assunzione, e un importo massimo di 4.000 euro, riparametrato su base mensile.

Per le agenzie per l’impiego, è previsto un incentivo massimo di:

  • 400 euro per ogni contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche in apprendistato o a scopo di somministrazione;
  • 200 euro per ogni contratto di lavoro a tempo determinato o stagionale, anche a scopo di somministrazione.

In sintesi, esistono incentivi significativi per le imprese e gli intermediari dell’occupazione che assumono beneficiari del supporto alla formazione e all’occupazione. Questi incentivi variano in base al tipo di contratto e possono contribuire notevolmente a promuovere l’occupazione e l’inclusione sociale dei beneficiari. Tuttavia, è fondamentale rispettare le normative e gli obblighi stabiliti per garantire la fruizione degli incentivi e il buon funzionamento di questa importante misura di sostegno al lavoro.

Per ulteriori dettagli e assistenza lo Studio Pallino rimane a disposizione.

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