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Il sistema di tassazione dei veicoli concessi in uso promiscuo ha subito una revisione con l’intento di promuovere l’acquisto di auto elettriche e plug-in. Fino al 2024, il valore dei veicoli immatricolati e concessi a partire dal 1° luglio 2020 era determinato in base alle emissioni di CO2.

La Legge di Bilancio introduce un cambiamento significativo, passando da un sistema basato sulle emissioni di CO2 a uno fondato sulla tipologia di alimentazione. Questa nuova modalità si applica esclusivamente ai veicoli assegnati a partire dal 2025.

Nonostante l’introduzione del nuovo sistema, rimane invariato il riferimento alle tabelle ACI, le quali determinano il valore in base a una percorrenza convenzionale di 15.000 km. A tale valore, tuttavia, si applicano percentuali differenti a seconda della tipologia di alimentazione del veicolo:

  • 10% per i veicoli a trazione esclusivamente elettrica;
  • 20% per i veicoli ibridi plug-in;
  • 50% per i veicoli con alimentazione tradizionale termica o ibrida non plug-in.

È importante sottolineare che il nuovo sistema di calcolo si applica unicamente ai contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2025. Di conseguenza, è presumibile che per i veicoli concessi entro il 31 dicembre 2024 continuerà a essere applicato il regime precedente.

Fino al 2024, il valore in fringe benefit dell’auto aziendale concessa in uso promiscuo era calcolato in base alle emissioni di anidride carbonica (CO2) del veicolo. Questo sistema, introdotto con la Legge di Bilancio 2020, prevedeva diverse percentuali di tassazione, applicate al costo chilometrico stabilito dalle tabelle ACI, moltiplicato per una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui. Le percentuali variavano in base alle seguenti fasce di emissioni di CO2:

  • 25% per i veicoli con emissioni di CO2 inferiori a 60 g/km;
  • 30% per i veicoli con emissioni di CO2 comprese tra 60 e 160 g/km;
  • 50% per i veicoli con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km;
  • 60% per i veicoli con emissioni di CO2 superiori a 190 g/km (percentuale introdotta successivamente).

Questo sistema mirava a incentivare l’utilizzo di veicoli a basse emissioni, offrendo una tassazione inferiore per le auto meno inquinanti.

A partire dal 1° gennaio 2025, come anticipato, il criterio di calcolo del fringe benefit legato all’uso promiscuo dell’auto aziendale è cambiato radicalmente. Il focus si sposta dalle emissioni di CO2 alla tipologia di alimentazione del veicolo. Il valore di riferimento rimane quello determinato dalle tabelle ACI, basato su una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, ma le percentuali applicate a tale valore sono le seguenti:

  • 10% per i veicoli a trazione esclusivamente elettrica: questa percentuale ridotta mira a promuovere l’adozione di veicoli elettrici, considerati a zero emissioni dirette.
  • 20% per i veicoli ibridi plug-in: questa categoria comprende i veicoli dotati di motore termico e motore elettrico, con la possibilità di ricaricare la batteria da una fonte esterna. La percentuale del 20% rappresenta un incentivo all’utilizzo di questa tecnologia, considerata una fase di transizione verso la mobilità completamente elettrica.
  • 50% per i veicoli ad alimentazione tradizionale termica o ibrida non plug-in: questa categoria include i veicoli con motore a combustione interna (benzina, diesel, GPL, metano) e i veicoli ibridi che non possono essere ricaricati tramite una fonte esterna. La percentuale del 50% rappresenta la tassazione standard per i veicoli con tecnologie meno recenti.

Riepilogo delle Differenze Tra i Due Regimi

Per maggiore chiarezza, si riporta una tabella riassuntiva delle principali differenze tra il regime di calcolo del fringe benefit in vigore fino al 2024 e quello entrato in vigore dal 2025:

Caratteristica Fino al 2024 Dal 2025
Criterio di calcolo Emissioni di CO2 Tipologia di alimentazione
Percentuali di tassazione 25%, 30%, 50%, 60% (in base alle emissioni) 10% (elettrici), 20% (ibridi plug-in), 50% (altri)
Riferimento base Tabelle ACI (15.000 km) Tabelle ACI (15.000 km)
Applicazione temporale Veicoli immatricolati e concessi dal 1° luglio 2020 Contratti stipulati dal 1° gennaio 2025

 

Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio rappresentano un passo verso la promozione di una mobilità più sostenibile ed il passaggio a un sistema basato sulla tipologia di alimentazione; con le percentuali di tassazione ridotte per i veicoli elettrici e ibridi plug-in si mira a incentivare le aziende ad adottare tecnologie più rispettose dell’ambiente.

Per meglio comprendere queste nuove dinamiche o per chiarimenti il nostro team di esperti è a vostra disposizione.

 

Con la risposta n. 5/2025, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito un aspetto fondamentale relativo alla gestione dei fringe benefit attraverso carte di debito nominative. Questa interpretazione normativa si inserisce nel più ampio quadro della disciplina dei benefit aziendali, regolata dall’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), offrendo nuove opportunità di ottimizzazione fiscale per datori di lavoro e dipendenti.

Il piano di welfare aziendale rappresenta uno strumento sempre più utilizzato dalle imprese per migliorare il benessere dei dipendenti, fornendo loro beni e servizi senza dover corrispondere direttamente somme di denaro. In questo contesto, una società ha presentato un’istanza per introdurre un sistema basato sull’utilizzo di carte di debito nominative, vincolate a specifici fornitori e non monetizzabili. Questa soluzione, offerta da un provider specializzato, garantisce che i fringe benefit siano utilizzati esclusivamente per finalità legate al welfare aziendale, rispettando i limiti di esenzione previsti dalla normativa.

L’articolo 51, comma 3-bis, del TUIR stabilisce che i fringe benefit assegnati sotto forma di documenti di legittimazione, come voucher cartacei o elettronici, non siano soggetti a tassazione purché rispettino determinati requisiti. La carta di debito, essendo nominativa e utilizzabile solo presso fornitori predeterminati, soddisfa tali condizioni.

I Requisiti del Documento di Legittimazione

L’Agenzia delle Entrate ha esaminato la natura giuridica delle carte di debito in relazione alla disciplina dei documenti di legittimazione, richiamando il decreto del 25 marzo 2016. Secondo questo decreto, i documenti di legittimazione:

  • Non possono essere utilizzati da persone diverse dal titolare;
  • Non sono monetizzabili o cedibili a terzi;
  • Consentono l’acquisto di un solo bene o servizio per intero valore nominale, senza integrazioni da parte del titolare.

Nel caso analizzato, le carte di debito proposte rispettano pienamente queste condizioni, essendo strettamente vincolate a un budget figurativo e prive di opzioni per l’integrazione con somme personali. Inoltre, la natura nominativa delle carte garantisce che solo il dipendente beneficiario possa utilizzarle.

Un aspetto fondamentale riguarda la possibilità di controllo da parte del datore di lavoro, che può verificare in maniera trasparente e tracciabile l’utilizzo delle carte. Questa caratteristica non solo evita abusi, ma assicura anche che i benefit siano spesi in conformità con le finalità stabilite dal piano di welfare.

Limiti di Esenzione

La legge di Bilancio 2024 ha recentemente innalzato i limiti di esenzione per i fringe benefit a 1.000 o 2.000 euro, a seconda delle circostanze specifiche. Questo aumento rafforza l’attrattività dei piani di welfare aziendale, consentendo alle imprese di offrire ai dipendenti vantaggi significativi senza incidere sul reddito imponibile.

Secondo la risposta dell’Agenzia, entro questi limiti di valore, il datore di lavoro non è tenuto ad applicare la ritenuta a titolo di acconto prevista dall’articolo 23 del DPR n. 600/1973. Questo rappresenta un vantaggio sia per i datori di lavoro, che possono ottimizzare la gestione fiscale dei benefit, sia per i dipendenti, che usufruiscono interamente del valore nominale del beneficio.

Inoltre, l’innalzamento dei limiti di esenzione ha incentivato molte aziende ad ampliare la gamma di servizi offerti, includendo opzioni che spaziano dall’istruzione ai servizi sanitari, fino alle attività sportive e culturali. Queste scelte permettono una maggiore personalizzazione del welfare aziendale, rendendolo più aderente alle esigenze specifiche dei dipendenti.

Tracciabilità e Controlli Fiscali

Un ulteriore elemento di rilievo è la tracciabilità delle spese. La gestione dei fringe benefit tramite un budget figurativo associato a carte di debito garantisce un controllo rigoroso sull’utilizzo dei fondi, riducendo il rischio di abusi o utilizzi impropri. L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che questa modalità di erogazione è conforme ai principi espressi nella circolare n. 28/E del 2016 e nella risposta n. 273 del 2019.

Tuttavia, è importante considerare che eventuali controlli successivi potrebbero portare a una diversa valutazione del profilo fiscale del piano di welfare. Pertanto, è essenziale che le imprese adottino procedure rigorose per garantire la corretta attuazione e documentazione dei benefit erogati.

In particolare, le aziende devono assicurarsi che i fornitori selezionati rispettino i criteri stabiliti dalla normativa e che i dipendenti siano adeguatamente informati sulle modalità di utilizzo delle carte. Questo approccio previene non solo potenziali irregolarità, ma consolida anche il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratori.

Questa innovazione rappresenta un passo avanti nella personalizzazione e nell’efficienza dei piani di welfare aziendale, promuovendo un approccio più sostenibile e orientato al lungo termine. Inoltre, la possibilità di monitorare e analizzare i dati relativi all’utilizzo dei benefit consente alle imprese di adattare continuamente le proprie offerte, migliorandone l’efficacia e l’impatto complessivo.

Per chiarimenti e assistenza personalizzata sui fringe benefits il nostro studio è a vostra disposizione.

La legge di Bilancio 2024 introduce significative novità in materia di fringe benefit per i lavoratori dipendenti. Tra i principali cambiamenti spicca l’innalzamento delle soglie esentasse, l’ampliamento delle tipologie di spese rimborsabili e una maggiore attenzione alle esigenze familiari.

I fringe benefit rappresentano compensi in natura o somme di denaro erogate dai datori di lavoro ai propri dipendenti come beneficio accessorio al reddito da lavoro. Questi vantaggi possono includere rimborsi per spese personali, l’utilizzo di beni aziendali o altri incentivi non monetari. Per il 2024, tali benefici vedono un significativo ampliamento delle soglie di esenzione fiscale e delle categorie di spese rimborsabili, rendendoli ancora più utili e versatili per i lavoratori.

 

Nuove Soglie Esentasse per i Fringe Benefit nel 2024

Nel 2024, la legge di Bilancio stabilisce un innalzamento delle soglie di esenzione fiscale. In particolare, tutti i lavoratori dipendenti potranno beneficiare di una soglia di esenzione fino a 1.000 euro, mentre i lavoratori con figli fiscalmente a carico avranno diritto a una soglia elevata a 2.000 euro. Per determinare la fiscalità dei figli a carico, si considerano tali i figli fino a 24 anni con un reddito complessivo annuo non superiore a 4.000 euro. Per i figli oltre i 24 anni, il reddito complessivo annuo non deve superare i 2.840,51 euro.

Le tipologie di spese che rientrano nell’esenzione fiscale per i fringe benefit sono state ampliate rispetto agli anni precedenti. I rimborsi per le utenze domestiche, come il servizio idrico integrato, l’energia elettrica e il gas naturale, continuano a essere inclusi. Una novità rilevante riguarda l’inclusione delle spese per la prima casa. Per la prima volta, infatti, vengono esentate le somme destinate al rimborso delle spese di affitto e agli interessi sul mutuo della prima casa.

Questi benefici possono essere erogati anche in maniera personalizzata, ossia in base alla situazione specifica del dipendente, offrendo una flessibilità maggiore alle imprese.

Tipologia di spesa Esempi inclusi
Utenze domestiche Servizio idrico, energia elettrica, gas naturale
Prima casa Rimborso affitto, interessi sul mutuo
Benefici personalizzati Su misura per le esigenze del dipendente

 

I lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico possono usufruire di una soglia di esenzione fino a 2.000 euro. Questo beneficio è valido per entrambi i genitori lavoratori dipendenti, a condizione che nessuno dei due risulti fiscalmente a carico dell’altro. È importante sottolineare che, se un coniuge ha un reddito insufficiente ed è fiscalmente a carico dell’altro, non potrà accedere a tale agevolazione.

Per accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa sui fringe benefit, è necessario rispettare alcune procedure. Il dipendente deve presentare un’autocertificazione al datore di lavoro dichiarando il diritto al beneficio e indicando il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico. Il datore di lavoro, a sua volta, deve conservare la documentazione comprovante l’avvenuta dichiarazione. Questo materiale, che può essere firmato anche digitalmente, deve essere pronto per eventuali controlli fiscali da parte degli organi competenti.

L’introduzione delle nuove soglie esentasse e delle tipologie di spese rimborsabili rappresenta un vantaggio significativo sia per i lavoratori sia per le imprese. Per i lavoratori, si tratta di un aumento del potere d’acquisto e di un sostegno concreto per le spese familiari e domestiche. La possibilità di includere rimborsi per l’affitto o per gli interessi sul mutuo della prima casa amplia le opportunità di risparmio. Anche le imprese traggono benefici da questa normativa, migliorando il clima aziendale e offrendo incentivi personalizzati che possono aumentare la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre, le somme erogate sotto forma di fringe benefit non concorrono a formare il reddito imponibile, garantendo un risparmio fiscale.

Le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2024 rappresentano un passo significativo verso una maggiore equità e flessibilità nella gestione dei fringe benefit. Le nuove soglie esentasse e l’inclusione di spese essenziali come quelle per la prima casa offrono vantaggi tangibili sia per i lavoratori che per le imprese.

Per garantire una corretta applicazione di queste agevolazioni e massimizzare i benefici fiscali, è fondamentale affidarsi a esperti del settore. Lo Studio Pallino Commercialisti offre consulenza personalizzata e assistenza dedicata, accompagnandoti in ogni fase della gestione fiscale.

 

FAQ

Chi può beneficiare della soglia esentasse di 2.000 euro?

I lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico possono beneficiare della soglia di esenzione di 2.000 euro.

Quali spese per la prima casa sono incluse nei fringe benefit esenti?

Le spese per la prima casa che rientrano nell’esenzione fiscale includono i rimborsi per l’affitto e gli interessi sul mutuo relativi alla stessa.

Come viene gestita l’autocertificazione per accedere ai benefici?

Il dipendente deve fornire un’autocertificazione al datore di lavoro, dichiarando il diritto al beneficio e includendo il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico.

Entrambi i genitori possono usufruire dei benefici se lavoratori dipendenti?

Sì, purché entrambi siano lavoratori dipendenti e nessuno dei due risulti fiscalmente a carico dell’altro.

 

Nel 2025, il sistema dei fringe benefit subirà alcune importanti modifiche introdotte dal Disegno di Legge di Bilancio. Questo articolo affronterà i cambiamenti più rilevanti, con particolare attenzione al tetto di non tassabilità per lavoratori dipendenti e genitori, e gli incentivi per i nuovi assunti che trasferiscono la residenza.

Cosa Sono i Fringe Benefit?

I fringe benefit sono compensi in natura che un datore di lavoro offre ai dipendenti sotto forma di beni o servizi, aggiuntivi rispetto allo stipendio. Sono una componente della retribuzione che, entro determinati limiti stabiliti dalla normativa, non concorre a formare il reddito imponibile del lavoratore, risultando quindi esenti da tassazione.

Tetto di Non Tassabilità

Tradizionalmente, la soglia di non tassabilità per i fringe benefit è fissata a 258,23 euro. Tuttavia, per il 2024, questo limite è stato incrementato a:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico.

Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 prevede la proroga di questi limiti per il triennio 2025-2027.

Novità per i Lavoratori Fuori Sede

Un’importante novità riguarda i nuovi assunti che trasferiscono la propria residenza di oltre 100 chilometri per motivi lavorativi. Per questi lavoratori, la soglia di non tassabilità potrebbe essere ulteriormente aumentata. Si tratta di un incentivo rivolto a incoraggiare la mobilità lavorativa, offrendo un vantaggio fiscale significativo a coloro che accettano di trasferirsi.

Vantaggi per Dipendenti e Datori di Lavoro

I fringe benefit non solo sono vantaggiosi per i dipendenti, che ricevono un compenso aggiuntivo esente da imposte, ma offrono anche benefici fiscali per il datore di lavoro, in quanto le somme sono deducibili dal reddito d’impresa. Vi sono tuttavia delle eccezioni per alcune tipologie di benefit, come le auto aziendali e i prestiti ai dipendenti, che sono regolati da criteri specifici.

Fringe Benefit e Famiglie

Un altro aspetto da considerare riguarda i fringe benefit per i genitori. Secondo le recenti disposizioni dell’Agenzia delle Entrate, possono beneficiare dell’agevolazione anche i lavoratori dipendenti con figli a carico, inclusi i figli adottivi e quelli nati fuori dal matrimonio. I genitori possono usufruire del bonus fino a 2.000 euro, purché il reddito dei figli non superi determinate soglie:

  • 2.840,51 euro per i figli sopra i 24 anni;
  • 4.000 euro per i figli fino a 24 anni.

Auto Aziendali e Altri Benefit

I fringe benefit includono una vasta gamma di servizi, tra cui le auto aziendali. Le regole variano a seconda della data di stipula del contratto. Per i contratti stipulati dopo il 1° luglio 2020, la tassazione dipende dalle emissioni di CO2 del veicolo, secondo la seguente scala:

  • 25% se le emissioni sono inferiori o uguali a 60 g/km;
  • 30% se le emissioni sono comprese tra 60 e 160 g/km;
  • 50% per emissioni tra 160 e 190 g/km;
  • 60% per emissioni superiori a 190 g/km.

Anche i buoni pasto, le polizze sanitarie e i fabbricati concessi ai dipendenti rientrano tra i fringe benefit.

Come Richiedere i Fringe Benefit

Per ottenere il bonus, il lavoratore deve presentare una dichiarazione all’azienda in cui attesti la presenza di figli a carico, includendo il codice fiscale dei figli. È importante che la documentazione sia accurata e conservata per eventuali controlli futuri.

Tabella Riassuntiva: Limiti e Agevolazioni Fringe Benefit

Anno Limite Generale Limite per Genitori con Figli Incentivi per Lavoratori Fuori Sede
2023 258,23 euro 3.000 euro Nessuno
2024 1.000 euro 2.000 euro Previsto innalzamento per residenza oltre 100 km
2025-2027 1.000 euro 2.000 euro Maggiorazione per trasferimenti oltre 100 km

FAQ

  1. Cosa sono i fringe benefit?
    I fringe benefit sono compensi in natura concessi dal datore di lavoro sotto forma di beni o servizi, esenti da imposte entro specifici limiti.
  2. Quali sono i limiti di non tassabilità per il 2024?
    Il limite è di 1.000 euro per i lavoratori dipendenti e 2.000 euro per i genitori con figli a carico.
  3. Chi può beneficiare dell’aumento per trasferimenti di residenza?
    I nuovi assunti che trasferiscono la propria residenza di oltre 100 chilometri possono beneficiare di un ulteriore innalzamento del tetto di non tassabilità.
  4. Come si richiedono i fringe benefit per i figli a carico?
    Il lavoratore deve presentare una dichiarazione al datore di lavoro, includendo il codice fiscale dei figli a carico.
  5. Quali fringe benefit sono inclusi oltre alle somme in denaro?
    Oltre alle somme, rientrano auto aziendali, buoni pasto, polizze sanitarie, e bollette per acqua, luce e gas.

Per una consulenza personalizzata e un’assistenza completa nella gestione dei fringe benefit e delle agevolazioni fiscali il nostro team di esperti è a tua disposizione per offrirti soluzioni su misura.

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato lo schema della Legge di Bilancio per il 2025, che introduce numerose novità, conferme e interventi strutturali in settori chiave come il fisco, la natalità, l’edilizia e il lavoro. Questa manovra si pone l’obiettivo di rispondere alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori, senza imporre nuovi sacrifici economici agli italiani, come affermato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Di seguito, analizziamo in dettaglio i principali provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio 2025.

Taglio del cuneo fiscale e scaglioni Irpef

Uno dei pilastri della Legge di Bilancio 2025 è la conferma del taglio del cuneo fiscale. Questo intervento, già introdotto nelle precedenti manovre, diventerà strutturale, con l’obiettivo di alleggerire il carico contributivo sui lavoratori dipendenti e incentivare l’occupazione.

Per i redditi fino a 20.000 euro annui, il taglio del cuneo rimarrà di natura contributiva. Tuttavia, per i redditi superiori, fino a 35.000 euro, il taglio diventerà fiscale, traducendosi in un aumento delle detrazioni per i lavoratori. Oltre questa soglia, verrà introdotto un décalage rapido fino a 40.000 euro, per evitare bruschi salti nell’imposizione fiscale.

Parallelamente, si conferma l’accorpamento delle aliquote Irpef a tre scaglioni, un passo importante verso la semplificazione del sistema fiscale italiano. L’aliquota intermedia, per i redditi fino a 50.000 euro, potrebbe essere ridotta da 35% a 33%, a condizione che le risorse fiscali generate dal concordato preventivo e dal ravvedimento siano sufficienti.

Misure per la natalità

La natalità rappresenta uno dei punti centrali della manovra, con l’introduzione di nuove misure di supporto per le famiglie. Tra le novità più rilevanti vi è l’introduzione della “Carta per i nuovi nati”, che garantirà un contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato a famiglie con un Isee inferiore a 40.000 euro, per far fronte alle spese iniziali legate alla nascita.

In aggiunta, l’assegno unico, uno strumento già consolidato a sostegno delle famiglie, esce dal calcolo dell’Isee, rendendolo più vantaggioso per le fasce più deboli. Viene inoltre potenziato il bonus per gli asili nido, ampliando la platea di beneficiari e migliorando le condizioni di accesso.

Per le lavoratrici autonome madri con due o più figli, sarà estesa la decontribuzione, una misura volta a favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Inoltre, le detrazioni fiscali verranno parametrate in base al numero di componenti del nucleo familiare, con l’obiettivo di introdurre una forma di “quoziente familiare”, che tenga maggiormente conto delle esigenze delle famiglie numerose.

Bonus ristrutturazioni

Anche nel settore dell’edilizia sono previste importanti conferme. Il bonus ristrutturazioni al 50% sarà prorogato per un altro anno, limitatamente alle prime case. In questo modo, si eviterà che l’agevolazione fiscale scenda al 36% a partire da gennaio 2025, come previsto dalla normativa vigente.

Il bonus ristrutturazioni rappresenta una misura di rilievo per il settore edilizio, che ha beneficiato di questo strumento per rilanciare gli investimenti e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La conferma per un ulteriore anno del bonus al 50% consente di sostenere le famiglie nella ristrutturazione delle proprie abitazioni, incentivando al contempo la ripresa economica del settore.

Fringe benefit per i neoassunti

Una delle misure confermate dalla manovra riguarda i fringe benefit aziendali, con particolari vantaggi per i nuovi assunti. In particolare, i lavoratori che accettano di trasferirsi a più di 100 chilometri dalla propria residenza per un nuovo impiego potranno beneficiare di fringe benefit con importi maggiorati.

Nell’ultima Legge di Bilancio, i fringe benefit erano stati aumentati a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri, con la possibilità di utilizzare queste somme anche per il pagamento dell’affitto o del mutuo per la prima casa. La manovra 2025 conferma questi importi e le agevolazioni, continuando a sostenere i lavoratori e favorendo la mobilità lavorativa.

Carta “dedicata a te”

Sul fronte delle misure di carattere sociale, la Legge di Bilancio rifinanzia la “Carta dedicata a te”, destinando 500 milioni di euro per il 2025. Questa carta è un sostegno economico per le famiglie più bisognose, volto a favorire l’accesso ai beni di prima necessità e a migliorare le condizioni di vita delle fasce di popolazione più deboli.

Incentivi per il lavoro di giovani e donne

Particolare attenzione è riservata all’occupazione giovanile e femminile, con l’introduzione di incentivi specifici. Nel Mezzogiorno, in particolare, vengono confermati gli incentivi all’assunzione di giovani e donne per i rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027.

La Legge di Bilancio prevede inoltre la decontribuzione per le imprese localizzate nelle Zone Economiche Speciali (ZES), un intervento volto a favorire lo sviluppo economico nelle aree meno sviluppate del Paese. Ulteriori incentivi riguarderanno l’autoimpiego nei settori strategici legati alla transizione digitale ed ecologica, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione tecnologica e la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Pensioni e previdenza complementare

Sul fronte pensionistico, la Legge di Bilancio non introduce riforme strutturali, ma conferma la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione, un intervento volto a tutelare il potere d’acquisto dei pensionati. Si prevede inoltre un aumento delle pensioni minime, in linea con l’andamento dell’inflazione.

Una delle ipotesi in discussione è il perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, che incentiva i lavoratori a proseguire l’attività lavorativa anche una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento. Inoltre, si lavora a un rafforzamento della previdenza complementare, con l’introduzione di un semestre di “silenzio-assenso”, per facilitare l’adesione dei lavoratori a fondi pensionistici integrativi.

Contratti della Pubblica Amministrazione

Il rinnovo dei contratti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione rappresenta un altro punto focale della Legge di Bilancio. Come confermato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la manovra prevede lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2025-2027, garantendo così la continuità dei servizi pubblici e il riconoscimento del valore del lavoro pubblico.

 

 

Spending Review

Per finanziare le nuove misure previste dalla Legge di Bilancio, i ministeri saranno chiamati a ridurre le proprie spese del 5%, attraverso una revisione delle spese amministrative. Questo intervento, noto come “spending review”, dovrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 3 miliardi di euro. Gli enti locali e i Comuni saranno esclusi da questi tagli, mentre i singoli dicasteri avranno flessibilità nel gestire le riduzioni di spesa.

Sanità: nessun taglio, ma nuovi fondi

La manovra 2025 non prevede tagli alla spesa sanitaria, ma anzi incrementa le risorse destinate al settore, con l’obiettivo di finanziare il rinnovo dei contratti per il personale medico e infermieristico e di avviare un piano triennale di assunzioni.

Gli stanziamenti per la sanità saranno in linea con la crescita del Pil nominale, garantendo le risorse necessarie per potenziare il servizio sanitario nazionale e migliorare l’accesso alle cure per i cittadini.

Il contributo delle banche

Un importante contributo alle risorse della Legge di Bilancio arriverà dagli istituti bancari e dalle assicurazioni, attraverso un contributo di solidarietà. Questo prelievo sarà applicato sui capitali non distribuiti come dividendi, ma reinvestiti a scopo patrimoniale.

Sono inoltre allo studio ulteriori misure, tra cui un intervento sulle imposte differite attive (DTA) e sulle stock option concesse ai manager, con l’obiettivo di garantire un gettito aggiuntivo senza gravare direttamente sui cittadini.

Accise: nessun intervento su benzina e diesel

Infine, la manovra include un decreto legislativo per la revisione delle disposizioni in materia di accise. Tuttavia, il testo non prevede interventi sulle accise relative a benzina e diesel, ma si concentra su gas naturale, energia elettrica, oli lubrificanti e prodotti da fumo, con misure di carattere prettamente amministrativo.

Ecco una tabella che riassume le principali novità della Manovra 2025:

Settore Novità Dettagli
Cuneo Fiscale Taglio strutturale Il taglio del cuneo fiscale diventa permanente: contributivo fino a 20.000 euro, fiscale fino a 35.000 euro, con décalage fino a 40.000 euro.
Irpef Tre aliquote Conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef a tre scaglioni, possibile riduzione dell’aliquota intermedia da 35% a 33% per redditi fino a 50.000 euro.
Natalità Carta “Nuovi Nati” Contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato a famiglie con Isee fino a 40.000 euro.
Assegno Unico Esclusione dal calcolo dell’Isee L’assegno unico familiare non verrà più conteggiato nell’Isee, aumentando il beneficio per le famiglie più deboli.
Bonus Asili Nido Rafforzamento del bonus Aumento del bonus per sostenere i costi degli asili nido.
Ristrutturazioni Proroga del bonus al 50% Conferma del bonus ristrutturazioni al 50% per un ulteriore anno, limitato alle prime case.
Fringe Benefit Benefici per neoassunti Maggiorazione dei fringe benefit per i lavoratori che si trasferiscono a oltre 100 km per un nuovo impiego.
Carta “Dedicata a Te” Rifinanziamento Fondo di 500 milioni per il 2025 destinato alle famiglie più bisognose.
Lavoro Giovani e Donne Incentivi occupazionali Confermati gli incentivi per l’assunzione di giovani e donne, con particolare focus sul Mezzogiorno.
Pensioni Indicizzazione e aumento delle minime Indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione e aumento delle pensioni minime.
Bonus Maroni Incentivo a rimanere al lavoro Estensione del bonus per chi decide di rimanere al lavoro nonostante il raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Contratti Pubblici Stanziamento fondi per il rinnovo dei contratti Fondi stanziati per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione per il triennio 2025-2027.
Spending Review Riduzione delle spese dei ministeri Riduzione delle spese dei ministeri del 5%, con un risparmio previsto di 3 miliardi di euro. Gli enti locali e i Comuni non saranno soggetti ai tagli.
Sanità Incremento delle risorse Nessun taglio alla sanità, con nuove risorse destinate al rinnovo dei contratti del personale sanitario e un piano triennale di assunzioni per medici e infermieri.
Contributo delle Banche Contributo di solidarietà Contributo straordinario da parte degli istituti bancari e delle assicurazioni sui capitali non distribuiti come dividendi.

 

FAQ

  1. Cosa prevede la Legge di Bilancio 2025 per la natalità?
    La Legge di Bilancio 2025 introduce la “Carta per i nuovi nati”, un contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato con un Isee inferiore a 40.000 euro. Inoltre, rafforza il bonus asili nido e l’assegno unico, escludendolo dal calcolo dell’Isee.
  2. Quali sono le novità in materia di pensioni?
    La manovra conferma la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione e prevede un aumento delle pensioni minime. È inoltre allo studio un perfezionamento del bonus Maroni per incentivare i lavoratori a rimanere in servizio.
  3. Cosa cambia per il cuneo fiscale e l’Irpef?
    Il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale e verrà applicato in modo contributivo fino a 20.000 euro di reddito, e in modo fiscale fino a 35.000 euro, con un decalage fino a 40.000 euro. L’Irpef sarà accorpata a tre aliquote.
  4. Quali incentivi sono previsti per i giovani e le donne?
    Gli incentivi all’occupazione di giovani e donne vengono confermati, soprattutto nel Mezzogiorno, con decontribuzioni per le imprese localizzate nelle ZES e agevolazioni per l’autoimpiego nei settori strategici.
  5. Cosa prevede la manovra per la sanità?
    La manovra 2025 non prevede tagli alla spesa sanitaria, ma incrementa le risorse per il rinnovo dei contratti e per un piano triennale di assunzioni di medici e infermieri.

L’esonero contributivo per i dipendenti rappresenta un importante vantaggio fiscale per il 2024, consentendo una riduzione parziale dei contributi previdenziali mensili. Tuttavia, la gestione di questa misura richiede una comprensione approfondita delle regole e delle eccezioni che la circondano. In questo post, esploreremo gli esempi e i casi particolari che i datori di lavoro devono considerare per una corretta gestione in busta paga.

Limiti e Condizioni dell’Esonero

Secondo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2024, l’esonero contributivo può essere applicato mensilmente ai dipendenti, a condizione che siano rispettati i limiti di importo massimo in base alla retribuzione imponibile. Questi limiti variano a seconda del livello di retribuzione e vengono definiti come segue:

– 7%: Se la retribuzione imponibile mensile non supera i 1.923 euro.

– 6%: Se la retribuzione imponibile mensile è compresa tra 1.923 euro e 2.692 euro.

Questi parametri forniscono una guida chiara per determinare l’applicabilità dell’esonero in base alla retribuzione dei dipendenti.

Aliquote Contributive e Distinzioni

Nell’applicazione dell’esonero, è fondamentale distinguere tra le diverse aliquote contributive soggette a sgravio. L’esonero si applica esclusivamente alla contribuzione IVS a carico del lavoratore e non all’aliquota di contribuzione alla CIG (0,30%). Tuttavia, è necessario fare attenzione agli apprendisti, il cui regime contributivo presenta caratteristiche particolari che possono influenzare l’applicabilità dell’esonero.

Esclusioni e Eccezioni

L’esonero contributivo non si applica ai ratei di mensilità aggiuntiva né alle tredicesime e quattordicesime mensilità. È importante tenere presente queste eccezioni nella gestione della busta paga per evitare errori e violazioni normative.

Fringe Benefit e Implicazioni sull’Imponibile

I fringe benefit rappresentano un’importante componente della retribuzione dei dipendenti. Tuttavia, se erogati in misura superiore al limite annuo che li rende esenti, possono influenzare il calcolo dell’imponibile contributivo. È fondamentale monitorare attentamente questi benefici per garantire il rispetto dei limiti di esenzione e l’applicazione corretta dell’esonero.

Variazioni del Rapporto di Lavoro e Continuità

Nel corso dell’anno, possono verificarsi variazioni nel rapporto di lavoro dei dipendenti che richiedono una valutazione attenta dell’esonero contributivo. Ad esempio, nel caso di variazioni da tempo parziale a tempo pieno o viceversa, il massimale mensile di retribuzione imponibile deve essere valutato in base alla complessiva retribuzione imponibile del rapporto di lavoro.

Gestione dei Rapporti Multipli e Denunce Contributive

Quando un dipendente lavora per più datori o ha più rapporti di lavoro presso lo stesso datore, è necessario valutare autonomamente il massimale mensile di retribuzione imponibile per ciascun rapporto. Questa distinzione è fondamentale per garantire un’applicazione corretta dell’esonero contributivo.

La complessità delle regole e delle eccezioni relative all’esonero contributivo richiede una consulenza esperta per assicurare una corretta applicazione e massimizzare i vantaggi per l’azienda e i suoi dipendenti. Lo Studio Pallino Commercialisti è pronto a offrire consulenze e assistenza personalizzata su questo e altri argomenti contabili e fiscali.

L’utilizzo di un’auto aziendale anche per scopi personali comporta delle implicazioni fiscali. Infatti, il valore
dell’utilizzo dell’auto è considerato un reddito in natura, o fringe benefit, che va tassato secondo le regole
previste dalla legge.

Il fringe benefit per le auto aziendali è il valore economico attribuito all’utilizzo dell’auto da parte del
dipendente o del dirigente per scopi diversi da quelli lavoravi. Si tratta di un reddito in natura che va
aggiunto al reddito imponibile del lavoratore e che va tassato secondo le aliquote Irpef.

Il valore del fringe benefit dipende da diversi fattori, tra cui:
• il costo di acquisto o di noleggio dell’auto
• la potenza del motore
• il tipo di alimentazione
• il chilometraggio annuo
• la percentuale di utilizzo personale

Per calcolare il valore del fringe benefit, si può seguire il metodo forfetario o il metodo analitico.

Il metodo forfettario prevede di applicare una percentuale fissa al costo dell’auto, che varia in base alla
potenza del motore e al tipo di alimentazione. Per il 2024, le percentuali sono le seguenti:
• 30% per le auto con potenza fino a 100 kW
• 40% per le auto con potenza superiore a 100 kW
• 15% per le auto elettriche o ibride
• 5% per le auto a idrogeno

Il metodo analitico prevede invece di tenere conto dei cos effettivi sostenuto per l’auto, come il carburante,
l’assicurazione, la manutenzione, il pedaggio, ecc. In questo caso, il valore del fringe benefit è dato dalla
differenza tra i cos totali e quelli relativi all’uso lavoravo.

Per determinare la quota di uso lavoravo, si può usare un criterio presuntivo o un criterio effettivo.
Il criterio presuntivo prevede di considerare come uso lavoravo il 70% del chilometraggio annuo, salvo
prova contraria.
Il criterio effettivo prevede invece di documentare con apposi registri di bordo i chilometri percorsi per
motivi lavoravi e quelli percorsi per motivi personali.

Qual è il metodo più conveniente?
Dipende dalla situazione specifica di ogni lavoratore.
In generale, il metodo forfetario è più semplice e veloce, ma può portare a una sovrastima del valore del
fringe benefit.
Il metodo analitico è più complesso e richiede una maggiore documentazione, ma può permettere di
ridurre il valore del fringe benefit se si dimostra un uso prevalente dell’auto per scopi lavoravi.

Quali sono le novità introdotte dalla legge di bilancio?
Il comunicato dell’Agenzia delle Entrate pubblicato recentemente sulla Gazzetta Ufficiale n. 298 del 22
dicembre 2023 contiene l’aggiornamento delle tabelle dei costi chilometrici di esercizio di autovetture e
motocicli elaborate dall’ACI per il periodo d’imposta 2024, introducendo cambiamenti significavi nel calcolo
del fringe benefit per le auto aziendali:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/12/22/23A06840/sg;
Le tabelle in esame sono disponibili sul sito internet: www.aci.it nella sezione Servizi/Servizi online/Fringe
benefit;

Le auto aziendali, compresi motocicli, ciclomotori e autocaravan, concesse in uso promiscuo ai dipendenti,
costituiscono un’importante componente della retribuzione ‘in natura’. Questa forma di retribuzione ‘in
natura’ destinata ai dipendenti ha subito variazioni nelle percentuali in base alle emissioni di CO2 dei veicoli.

La tassazione del fringe benefit è ora determinata non solo dalle tabelle ACI, ma anche da percentuali
variabili in base alle emissioni di CO2 del veicolo. Questo cambiamento mira ad incentivare l’acquisto di
veicoli a basso impatto ambientale da parte delle aziende.

In base alle nuove disposizioni, le percentuali di fringe benefit per il 2024 sono le seguenti:
• 25% per veicoli con emissioni di CO2 fino a 60 g/km;
• 30% per veicoli con emissioni di CO2 da 61 g/km a 160 g/km;
• 50% per veicoli con emissioni di CO2 da 161 g/km a 190 g/km;
• 60% per veicoli con emissioni di CO2 superiori a 190

Per maggiori informazioni sul Fringe Benefit, chiarimenti o assistenza personalizzata il nostro Studio è a
vostra disposizione.

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