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Evidenze dalla Cina e qualche riflessione

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Solo un paio di evidenze e di riflessioni provenienti dalla Cina e, sotto, una mia breve considerazione generale

Sappiamo tutti come la Cina possa essere “vista” alla stregua della “prospettiva” (nel mio business si definisce proxy) per il resto del mondo negli sviluppi post Coronavirus.

Vi vorrei mostrare uni grafico e fare una velocissima riflessione.

– Esiste un indice finanziario chiamato China Economic Recovery Index (che non è altro che un indice legato al PIL cinese collegato alla mobilità del traffico che viene ricavata da Google Maps) che ci evidenzia che il 70% dell’economia cinese ha ripreso completamente la sua attività (dato al 9 marzo).

Questo dato è da confrontare con la media del 36% che si era osservata nel mese di Febbraio.

Questo dato è probabilmente penalizzante (quindi dovrebbe essere migliore) in quanto questa metrica valutativa non tiene conto di chi lavora in remoto (smartworking).

– Vi è un altro indice (molto conosciuto per chi fa finanza) chiamato Baltic Dry Index (BDI), un indicatore attendibile che mostra il traffico marittimo mondiale, che sta iniziando a dare segnali evidenti di ripresa.

In linea generale si conferma quanto evidenziato nell’articolo pubblicato il 13/03/2020.

L’indeterminatezza per i mercati finanziari è sicuramente una componente estremamente penalizzante e porta i professionisti a, in maniera disciplinata, ridurre il rischio.

Le dinamiche che sottintendono le vendite da parte di gestori professionisti di masse enormi di danaro (parliamo di svariati miliardi di Euro o Dollari) non sono unicamente dettate dalla percezione del gestore che l’economia abbia problemi irrisolvibili, ma vi sono anche componenti di rischio ai più non conosciute che entrano in gioco.

Per esempio, a supporto del cosiddetto gestore, vi è un team chiamato Risk Office composto tipicamente da matematici.

È importante sapere che, tipicamente, questi matematici nulla hanno a che fare con i mercati finanziari e molto poco di essi conoscono.

Sono dei “tecnici” che hanno il compito di monitorare altri aspetti e di costruire dei modelli (appunto matematici) atti a valutare la rischiosità della situazione.

Se nei modelli matematici creati da questi professionisti viene toccato un livello “di attenzione o di pericolo” scatta immediatamente l’ordine al gestore di vendere un determinato quantitativo di investito.

Tipicamente il gestore è in totale disaccordo con il Risk Department ma deve “soggiacere” alle regole con profonda frustrazione del gestore stesso.

Tutto questo a prescindere dalla prospettiva e dalla visione del mercato.

Questo il motivo (di solito uno dei più importanti) dell’irrazionalità di giornate come quelle di giovedì…

Il mercato scende, scende ancora…scattano gli alert nei modelli matematici e allora i gestori sono obbligati a vendere ancora perché i modelli stanno dicendo che bisogna ridurre il rischio.

Converrete con me che queste, talvolta, diventano occasioni di acquisto nell’ottica di un processo di gestione che si è auto incartato, questo è probabilmente il principale motivo della reazione fortemente positiva dei mercati venerdì dopo la giornata di giovedì nella quale sembrava non esistesse un domani.

Analisi a cura del Dott. Maurizio Gurgone

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