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Nuovo Decreto Lavoro

ESONERO 2023 CONTRIBUTI IVS C/LAVORATORI
Si tratta di un taglio sui contributi dovuti dai lavoratori dipendenti del 6% per chi ha un reddito inferiore a 35.000 euro e del 7% per chi ha un reddito inferiore a 25.000 euro lordi. In sostanza si tratta di un aumento del taglio del cuneo fiscale che era già stato introdotto con la Legge di Bilancio dal 1° gennaio 2023 (era del 2% o 3%). Sarà attivo dal 1° luglio 2023 e fino al 31 dicembre 2023.

SOGLIA FRINGE BENEFIT PER CHI HA FIGLI
Tra le novità introdotte dall’articolo 40 del decreto Lavoro (Dl 48/2023) per il periodo di imposta 2023 non sono imponibili i valori delle erogazioni di beni e servizi, fino all’ammontare di 3mila euro, effettuate nei confronti dei dipendenti con figli fiscalmente a carico, compresi quelli nati fuori del matrimonio, a patto che questi siano riconosciuti, e i figli adottivi o affidati, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai lavoratori stessi per il pagamento delle utenze domestiche dell’acqua, dell’energia elettrica e del gas. La tecnica utilizzata dal legislatore è puntuale e chiarisce anche la convivenza del nuovo limite di 3mila euro con la vecchia soglia di 258,23 euro, che continua a essere applicata ai lavoratori che non hanno figli a carico. Infatti, da una parte, per i lavoratori dipendenti che abbiano figli, tra quelli citati, fiscalmente a carico, la soglia di esenzione delle erogazioni in natura viene elevata fino a 3mila euro per il periodo di imposta 2023 (e dunque effettuate entro il 12 gennaio 2024 per il principio di cassa allargato). Al contempo, resta salva la disciplina ordinaria, di cui all’articolo 51, comma 3, del Tuir secondo cui non concorre a formare il reddito del dipendente il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore a 258,23 euro nel periodo d’imposta. Per il principio di armonizzazione delle basi imponibili fiscali e previdenziali, la non imponibilità dei valori ai fini fiscali rileva anche ai fini contributivi. Quindi, su tali valori o somme esenti l’azzeramento della contribuzione spetta anche lato azienda. La norma circoscrive l’ambito di applicazione ai dipendenti con figli fiscalmente a carico, ossia con figli che abbiano un reddito complessivo fino a 2.840,51 euro nel periodo di imposta, o 4mila euro se di età non superiore a 24 anni, al lordo degli oneri deducibili. Operativamente, l’agevolazione si può applicare solo se il lavoratore dipendente dichiara al datore di lavoro di avervi diritto e indica il codice fiscale dei figli. Infine, nel caso in cui il datore di lavoro voglia utilizzare la nuova agevolazione, è tenuto a darne previa informativa alle rappresentanze sindacali unitarie, ove presenti. Sarà consentito l’erogazione in cash ( o rimborso ) solo per i pagamenti delle utenze domestiche ( per cui le aziende datrici di lavoro dovranno acquisire e conservare la documentazione di spesa – possibile autocertificazione del lavoratore ) . Le fatture di pagamento dovranno essere  intestate al lavoratore interessato.

NUOVE ASSUNZIONI AGEVOLATE
Il Decreto lavoro 2023 prevede degli incentivi per chi assume, specie a favore dei disabili. Inoltre la norma:

  •  introduce un nuovo bonus assunzioni giovani NEET under 30, ovvero un contributo per le assunzioni di giovani under 30 effettuate nel secondo semestre 2023, ossia dal 1° giugno al 31 dicembre 2023. Ai datori privati che assumono under 30 Neet, registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, viene riconosciuto un incentivo per un periodo di 12 mesi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Lo sgravio viene confermato anche per i contratti di somministrazione e apprendistato.
  • conferma l’esonero totale dai contributi dovuti (escluso INAIL) ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’ADI con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato.
  • conferma dell’esonero contributivo per l’assunzione di giovani fino ai 35 anni e disoccupati nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle Isole (centro – sud Italia).
  • Viene disposta l’istituzione di un Fondo destinato agli enti del terzo Settore, alle associazioni di volontariato e alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale che intendano concludere contratti di lavoro a tempo indeterminato ( tra il 1° Agosto 2023 al 31 Dicembre 2023 ) con soggetti affetti da disabilità under 35.

CONTRATTI A TERMINE
Il decreto lavoro all’art. 24, prevede che, superati i primi 12 mesi di durata del rapporto a termine, il contratto possa aver una durata superiore, comunque non eccedente i 24 mesi complessivi, solo se:
a) Nei casi previsti dai Contratti Collettivi;
b) In assenza delle previsioni delle previsioni nei contratti collettivi ( come in lettera a) e comunque entro il 30 aprile 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti ( ovvero in sostituzione di altri lavoratori )
In sostanza successivamente al 30 aprile 2024, nella remota ipotesi in cui una fonte collettiva non sia applicata al rapporto, il datore di lavoro non potrà sottoscrivere rapporti di lavoro subordinato la cui durata complessivamente ecceda i 12 mesi.
Va sottolineato, inoltre, che la causa non potrà essere neutra rispetto alla sottoscrizione del primo contratto di lavoro ( anche se di durata sino a 12 mesi).

MODIFICHE AL DECRETO TRASPARENZA
Il decreto Lavoro contiene una misura di semplificazione molto importante: la revisione degli adempimenti introdotti l’anno scorso con il cosiddetto decreto Trasparenza, il Dlgs 104/2022. Il decreto Lavoro, senza toccare gli obblighi informativi gravanti sul datore, sceglie una modalità più semplice per adempierli. L’articolo 26 prevede in particolare che per un gruppo nutrito di informazioni il datore di lavoro possa, in luogo della redazione dell’informativa, limitarsi a indicare al dipendente il riferimento normativo o della contrattazione collettiva, anche aziendale, che regola l’istituto di riferimento (a questo fine, il datore dovrà mettere a disposizione anche per via digitale tutti gli accordi collettivi applicati).
Le informazioni che potranno essere fornite al lavoratore con questa nuova modalità semplificata sono molte. Si potrà rinviare alla legge e al contratto collettivo per indicare la durata del periodo di prova, descrivere l’eventuale diritto di ricevere la formazione del datore di lavoro, illustrare la durata del congedo per ferie e degli altri congedi retribuiti ai quali ha diritto il lavoratore nonché la procedura, la forma e la  durata del preavviso in caso di licenziamento e di dimissioni. Viene investita dalla semplificazione anche l’indicazione dell’importo iniziale della retribuzione e dei relativi elementi costitutivi, completi dei termini e delle modalità di pagamento, la programmazione dell’orario normale di lavoro e le eventuali condizioni del lavoro straordinario e del cambio di turno. Anche su questo, il datore di lavoro potrà tornare al sistema precedente, che consentiva di assolvere l’obbligo informativo indicando le norme di legge e di contratto collettivo che regolano tali istituti. È inclusa nella semplificazione, infine, anche l’indicazione degli enti e degli istituti che raccolgono i contributi previdenziali e assicurativi.
Poche ed essenziali le informazioni che, invece, devono essere comunicate direttamente, senza fruire della semplificazione appena descritta: l’identità delle parti, il luogo di lavoro, l’inquadramento e le mansioni, la durata e la tipologia contrattuale.

SOGLIA VOUCHER LAVORO
Il Decreto lavoro stabilisce l’innalzamento a 15.000 rispetto ai 10.000 euro della soglia di utilizzo dei voucher destinati alle prestazioni occasionali per i lavoratori. Attenzione, vale solo per le aziende che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento.

SANZIONE PER OMESSO VERSAMENTO
Il Decreto (articolo 23) disciplina delle sanzioni amministrative in caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali. Sarà calcolata a partire da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso (prima era da 10.000 a 50.000 euro). Previsto anche il pagamento dilazionato dei debiti contributivi. Il Governo aumenta il numero di rate, previste per il pagamento dei premi, passando dagli attuali 24 a 60 mesi.

CONTROLLI PER LA SICUREZZA SUL LAVORO
Il Governo, nel testo del Decreto lavoro 2023 ha introdotto anche nuovi obblighi e regole di controllo più severe per garantire la sicurezza dei lavoratori. Il testo prevede, a tal fine, una serie di modifiche al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 su condizioni sanitarie, monitoraggio e formazione. Previste nuove tutele assicurative anche per il personale interno ed esterno delle scuole paritarie, degli ITS e di tutti gli istituti di formazione legalmente riconosciuti.

ORGANIZZAZIONE BONUS SETTORE AUTOTRASPORTI
Con il Decreto lavoro sono state semplificate le modalità di erogazione del credito di imposta per il settore dell’autotrasporto merci in conto proprio e in conto terzi, nonché per il settore delle imprese che esercitano servizi di trasporto passeggeri con autobus non soggetti ad obblighi di servizio pubblico. Nello specifico, a sostegno delle imprese e per il contrasto alla crisi energetica, il testo stabilisce il riconoscimento di un credito d’imposta nella misura massima del:

  • 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno 2022 per l’acquisto del gasolio per le imprese di autotrasporto in conto proprio;
  • 12% della spesa sostenuta nel secondo trimestre dell’anno 2022 per quelle che trasportano passeggeri.

Per le imprese che effettuano autotrasporto per conto terzi, il credito di imposta è riconosciuto nella misura del 12 % delle spese sostenute nel secondo trimestre dell’anno 2022. La misura contiene poi una sorta di clausola green. Le aziende possono chiedere il bonus mediante il credito di imposta per i veicoli di categoria euro 5 o superiore, utilizzati per l’esercizio delle attività.

AUMENTI PER L’ASSEGNO UNICO FIGLI
Il Decreto in vigore dal 5 maggio 2023 prevede la maggiorazione di 30 euro per gli orfani con un solo genitore lavoratore. Il rialzo vale per chi ha un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro (poi l’importo cala). Se volete conoscere invece i dettagli sulla normativa ora in vigore, vi invitiamo a leggere l’approfondimento sull’assegno unico figli e come è cambiato con la Legge di Bilancio 2023.

ESTENSIONE CIGS
L’articolo 30 del testo prevede anche nuove tutele CIGS per le aziende che abbiano dovuto fronteggiare situazioni di perdurante crisi aziendale e di riorganizzazione e che non siano riuscite a dare completa attuazione, nel corso del 2022, ai piani di riorganizzazione e ristrutturazione originariamente previsti per prolungata indisponibilità dei locali aziendali. Vale solo per cause non imputabili al datore di lavoro, su domanda dell’azienda, anche qualora si trovi in stato di liquidazione. In sostanza, il Ministero del lavoro può autorizzare, per queste realtà, un ulteriore periodo di cassa integrazione salariale straordinaria fino al 31 dicembre 2023.

POTENZIATO IL FONDO NUOVE COMPETENZE
Il Decreto lavoro incrementa il Fondo nuove competenze nel periodo di programmazione 2021- 2027 con le risorse rivenienti dal Piano nazionale Giovani, donne, lavoro, cofinanziato dal Fondo sociale europeo, identificate in sede di programmazione.

ASSEGNO DI INCLUSIONE
Dal 1° gennaio 2024 arriva una nuova misura che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza ma che è valida solo per i “non occupabili”. Si tratta dell’Assegno di inclusione (ADI). L’assegno è di entità non inferiore a 480 euro al mese a cui può essere integrata la quota di affitto, pari a 280 euro extra mensili, fino a un massimo di 3.360 euro all’anno. È erogabile per massimo 18 mesi, ma può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.
Tale misura è destinata alle famiglie in possesso di determinati requisiti – relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche – al cui interno si trovano almeno: una persona disabile oppure un minore oppure un ultra 60enne o una persona titolare di invalidità civile. Per ottenere l’ADI occorre possedere un ISEE non superiore a 9.360 euro all’anno, un reddito sotto i 6 mila euro annui (salvo eccezioni) e un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro (esclusa la prima casa, se ha un valore non superiore a 150mila euro).

STRUMENTO DI ATTIVAZIONE AL LAVORO
Dal 1° gennaio 2024 arriva un sussidio per gli occupabili che si trovano in povertà assoluta. Si tratta dello strumento di attivazione al lavoro (SDA) che dà diritto a un’indennità di partecipazione pari a 350 euro. È destinata agli “occupabili” (persone che hanno età compresa tra 18 e 59 anni e sono in condizioni di lavorare) inseriti in misure di politica attiva del lavoro (programma GOL), inclusi lavori socialmente utili e servizio civile. Gli occupabili devono avviare un percorso di ricerca attiva del lavoro con un Centro per l’impiego. L’assegno decade nel caso di rifiuto di un’offerta di lavoro ma l’obbligo di accettazione tiene conto di diversi vincoli tra cui la distanza da casa, la durata e la tipologia del contratto di lavoro (tempo indeterminato o determinato). Ad esempio se il luogo di lavoro non dista più di 80 km da casa e il contratto ha una durata pari a un anno, scatta l’obbligo di accettazione, pena la decadenza del sussidio.

PIATTAFORMA DIGITALE PER CERCARE LAVORO
Il Decreto prevede l’avvio del SIISL, il nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Si tratta di una piattaforma digitale del ministero del Lavoro in grado di far dialogare con Regioni e Centri per l’impiego, mettere in rete tutti i dati di chi è povero e cerca un posto di lavoro. La piattaforma – le cui regole di funzionamento saranno definite da un apposito Decreto – prevede anche l’interazione con le Agenzie private del lavoro, di cui saranno fornite le offerte di impiego. Ogni percettore di ADI e SDA, infatti – come confermata rispetto alle prime versione del testo – ha l’obbligo di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale e di iscrizione al SIISL. Si prevede, cioè, uso della piattaforma e delle specifiche app per garantire di trovare lavoro ai percettori.

PENSIONE DI CITTADINANZA
L’assegno di inclusione ADI sarà più alto per i nuclei familiari con over 67 e disabili e arriverà a quota 630 euro. Il Decreto lavoro 2023, prevede in sostanza, il ripristino della pensione di cittadinanza, assorbita dal RdC qualche anno fa.

CONTROLLI SUI NUOVI ADI E SDA
Al fine di consentire un efficace svolgimento dell’attività di vigilanza sulla sussistenza di circostanze che comportano la decadenza dall’ADI e dal SDA, nonché su altri fenomeni di violazione in materia di lavoro e legislazione sociale, il Decreto lavoro 2023 intensifica i controlli. Il personale ispettivo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro avrà a tal fine accesso:

  • a tutte le informazioni e le banche dati, sia in forma analitica che aggregata, trattate dall’INPS;
  • alle informazioni collegate ai requisiti e alle condizioni per accedere e conservare il  beneficio.

Con Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, saranno definiti criteri e modalità.
Intanto, il Governo prevede anche l’avvio di un piano triennale di contrasto all’irregolare percezione dell’ADI, contenente le misure di contrasto e la strategia dell’attività ispettiva. Ciò in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale lotta al Lavoro Sommerso. Previste anche pene più severe per i furbetti, ossia i trasgressori delle nuove regole. Un esempio sono colore che prendono i nuovi sussidi mentre lavorano in nero oppure chi usa documenti falsi per rientrare nei requisiti di accesso al nuovo assegno. In particolare le pene vanno:

  • da 2 a 6 anni per false dichiarazioni;
  • da 1 a 3 anni per l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini del mantenimento del beneficio.

PROROGA CONTRATTO ESPANSIONE PENSIONE
Il Decreto lavoro 2023 decide anche per la proroga del contratto di espansione per pensione anticipata. La misura, sarà valida con 12 mesi in più per le grandi aziende. Resta la possibilità di uscire da lavoro 5 anni prima del previsto tramite un accordo con l’azienda e prevede nuovi tempi di rilancio per le imprese con più di 1.000 dipendenti.

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