Con la proposta di Legge di Bilancio 2025, l’affrancamento dei valori acquisisce una stabilità attesa da lungo tempo, con benefici per persone fisiche e società semplici, esclusi però i titolari di reddito d’impresa. La nuova normativa punta a consolidare la possibilità di rivalutare il valore di terreni e partecipazioni alla data del 1° gennaio di ciascun anno, rendendo più fluido il processo e garantendo ai contribuenti chiarezza su termini e modalità di applicazione.

L’affrancamento permette ai proprietari di terreni edificabili, agricoli e partecipazioni in società di rivedere il valore dei loro asset in base a perizie giurate, pagando un’imposta sostitutiva del 16% sul valore periziato: un processo che può rivelarsi strategico per chi desidera vendere a breve termine, riducendo le plusvalenze tassabili.

Tavola riassuntiva dei beneficiari e dei requisiti per l’affrancamento:

 

Categoria Beneficiari

Principali

Tassazione

Sostitutiva

Scadenza Requisiti
Partecipazioni Persone fisiche e

società semplici

16% 30 novembre Perizia giurata
Terreni agricoli Proprietari terreni

agricoli

16% 30 novembre Perizia giurata
Terreni

edificabili

Proprietari terreni

edificabili

16% 30 novembre Perizia giurata

 

La stabilizzazione annuale dell’imposta permette di programmare questa rivalutazione come parte della gestione fiscale strategica, evitando le proroghe a cui si ricorreva negli anni precedenti. Questa soluzione contribuisce a una visione a lungo termine sia per i privati che per i piccoli investitori, specialmente alla luce delle recenti modifiche introdotte nel testo unico delle imposte sui redditi (TUIR).

L’imposta sostitutiva del 16% è una misura fiscale chiave che consente di ridurre o azzerare le future plusvalenze al momento della vendita. Essa si applica sul valore della perizia, per la quale sono abilitati vari professionisti in base alla categoria dell’asset. Le perizie devono essere sottoposte entro il 30 novembre e la tassazione può essere rateizzata in tre rate, facilitando la gestione finanziaria per i contribuenti. Gli interessi annuali del 3% si applicano dalla seconda rata.

Per le partecipazioni in società, il valore periziato si riferisce all’intero patrimonio e la perizia deve essere conservata e disponibile per eventuali richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa agevolazione rappresenta una risposta mirata alle esigenze di gestione e pianificazione patrimoniale per numerosi contribuenti.

Per orientarsi tra le normative e cogliere appieno i benefici fiscali della rivalutazione, è fondamentale affidarsi a professionisti del settore fiscale e tributario. Lo Studio Pallino Commercialisti è a disposizione per supportare chi desidera ottenere una consulenza qualificata, sia per la perizia necessaria sia per la pianificazione del pagamento rateizzato.

Il nostro Studio offre consulenze personalizzate per chi intende avvalersi della stabilizzazione prevista dal nuovo testo di legge.

 

FAQs

 

Quali sono i principali beneficiari dell’Affrancamento dei valori?

Persone fisiche, società semplici e non residenti, esclusi i titolari di reddito d’impresa.

Come viene calcolata l’imposta sostitutiva?

L’imposta sostitutiva è del 16% sul valore periziato di partecipazioni e terreni.

Quando è necessario presentare la perizia?

La perizia giurata deve essere consegnata entro il 30 novembre di ogni anno per l’anno fiscale in corso.

Posso rateizzare l’imposta sostitutiva?

Sì, l’imposta può essere rateizzata in tre rate annuali, con un interesse del 3% dalla seconda rata.

Quali sono i vantaggi dell’affrancamento?

Consente di ridurre o azzerare la plusvalenza tassabile al momento della vendita.

La bozza della Legge di Bilancio 2025 prevede importanti aggiornamenti per il credito d’imposta ZES Unica, un’agevolazione fiscale rivolta alle imprese attive nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Sud Italia. Con un fondo destinato di 1,6 miliardi di euro, l’iniziativa punta a promuovere investimenti e crescita economica in aree strategiche, offrendo un incentivo a chi desidera investire in progetti qualificati in regioni come Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo.

La Legge di Bilancio introduce un credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti nelle ZES Uniche del Sud. Queste aree godono di un regime fiscale agevolato, pensato per stimolare la competitività e l’attrattiva economica delle regioni. Il credito d’imposta coprirà le spese ammissibili tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, con l’obiettivo di incentivare progetti di sviluppo e modernizzazione.

Il credito d’imposta si applica alle spese ammissibili sostenute entro il periodo indicato, con una previsione di monitoraggio specifico per garantire la corretta applicazione e l’effettiva realizzazione degli investimenti dichiarati. Le aziende dovranno inviare una comunicazione dettagliata all’Agenzia delle Entrate, dichiarando le spese previste e sostenute, attraverso una fase di trasmissione che avrà luogo dal 31 marzo al 30 maggio 2025.

L’invio della documentazione rappresenta un requisito essenziale per ottenere il credito d’imposta. I passaggi principali includono:

Prima Comunicazione: Da inviare entro il 30 maggio 2025, indicando le spese ammissibili.

Comunicazione Integrativa: Da inviare tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025, con la conferma delle spese effettivamente sostenute e la documentazione contabile che attesti l’avvenuta realizzazione dell’investimento.

Questa procedura di monitoraggio è fondamentale per mantenere la trasparenza e garantire l’effettiva distribuzione dei fondi secondo criteri precisi.

L’importo massimo del credito d’imposta fruibile sarà determinato in proporzione ai fondi disponibili, considerando l’ammontare totale delle domande pervenute. La ripartizione è suddivisa tra le categorie di imprese stabilite dalla Carta degli Aiuti a Finalità Regionale, includendo:

Il credito d’imposta per le ZES Uniche rispetta limiti di spesa che saranno definiti annualmente e in base alle risorse disponibili. Tuttavia, il credito è cumulabile con aiuti di stato e aiuti de minimis in specifici casi, garantendo maggiore flessibilità agli operatori economici che vogliono potenziare la loro competitività nelle ZES.

Gli investimenti devono rispettare una serie di requisiti per risultare ammissibili. Tra questi, la produzione e conservazione della documentazione contabile relativa ai costi sostenuti è essenziale. Le fatture elettroniche dovranno essere accompagnate da una certificazione che ne attesti la validità, secondo quanto previsto dal decreto del 17 maggio 2024.

Lo Studio Pallino Commercialisti è a disposizione per offrire consulenza e assistenza personalizzata.

FAQ

Cos’è il credito d’imposta ZES Unica?

È un incentivo fiscale per le imprese che investono nelle Zone Economiche Speciali del Sud Italia, pensato per favorire lo sviluppo economico regionale.

Quali regioni beneficiano del credito ZES?

Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo sono le regioni ammissibili.

Quali sono le spese ammissibili?

Le spese di investimento realizzate tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025, documentate e conformi ai criteri stabiliti dalla normativa.

Quando presentare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate?

Dal 31 marzo al 30 maggio 2025, con una comunicazione integrativa prevista tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025.

Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni?

Sì, è cumulabile con alcuni aiuti di Stato e aiuti de minimis secondo quanto previsto dalla legge.

Nel 2025, il sistema dei fringe benefit subirà alcune importanti modifiche introdotte dal Disegno di Legge di Bilancio. Questo articolo affronterà i cambiamenti più rilevanti, con particolare attenzione al tetto di non tassabilità per lavoratori dipendenti e genitori, e gli incentivi per i nuovi assunti che trasferiscono la residenza.

Cosa Sono i Fringe Benefit?

I fringe benefit sono compensi in natura che un datore di lavoro offre ai dipendenti sotto forma di beni o servizi, aggiuntivi rispetto allo stipendio. Sono una componente della retribuzione che, entro determinati limiti stabiliti dalla normativa, non concorre a formare il reddito imponibile del lavoratore, risultando quindi esenti da tassazione.

Tetto di Non Tassabilità

Tradizionalmente, la soglia di non tassabilità per i fringe benefit è fissata a 258,23 euro. Tuttavia, per il 2024, questo limite è stato incrementato a:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico.

Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 prevede la proroga di questi limiti per il triennio 2025-2027.

Novità per i Lavoratori Fuori Sede

Un’importante novità riguarda i nuovi assunti che trasferiscono la propria residenza di oltre 100 chilometri per motivi lavorativi. Per questi lavoratori, la soglia di non tassabilità potrebbe essere ulteriormente aumentata. Si tratta di un incentivo rivolto a incoraggiare la mobilità lavorativa, offrendo un vantaggio fiscale significativo a coloro che accettano di trasferirsi.

Vantaggi per Dipendenti e Datori di Lavoro

I fringe benefit non solo sono vantaggiosi per i dipendenti, che ricevono un compenso aggiuntivo esente da imposte, ma offrono anche benefici fiscali per il datore di lavoro, in quanto le somme sono deducibili dal reddito d’impresa. Vi sono tuttavia delle eccezioni per alcune tipologie di benefit, come le auto aziendali e i prestiti ai dipendenti, che sono regolati da criteri specifici.

Fringe Benefit e Famiglie

Un altro aspetto da considerare riguarda i fringe benefit per i genitori. Secondo le recenti disposizioni dell’Agenzia delle Entrate, possono beneficiare dell’agevolazione anche i lavoratori dipendenti con figli a carico, inclusi i figli adottivi e quelli nati fuori dal matrimonio. I genitori possono usufruire del bonus fino a 2.000 euro, purché il reddito dei figli non superi determinate soglie:

  • 2.840,51 euro per i figli sopra i 24 anni;
  • 4.000 euro per i figli fino a 24 anni.

Auto Aziendali e Altri Benefit

I fringe benefit includono una vasta gamma di servizi, tra cui le auto aziendali. Le regole variano a seconda della data di stipula del contratto. Per i contratti stipulati dopo il 1° luglio 2020, la tassazione dipende dalle emissioni di CO2 del veicolo, secondo la seguente scala:

  • 25% se le emissioni sono inferiori o uguali a 60 g/km;
  • 30% se le emissioni sono comprese tra 60 e 160 g/km;
  • 50% per emissioni tra 160 e 190 g/km;
  • 60% per emissioni superiori a 190 g/km.

Anche i buoni pasto, le polizze sanitarie e i fabbricati concessi ai dipendenti rientrano tra i fringe benefit.

Come Richiedere i Fringe Benefit

Per ottenere il bonus, il lavoratore deve presentare una dichiarazione all’azienda in cui attesti la presenza di figli a carico, includendo il codice fiscale dei figli. È importante che la documentazione sia accurata e conservata per eventuali controlli futuri.

Tabella Riassuntiva: Limiti e Agevolazioni Fringe Benefit

Anno Limite Generale Limite per Genitori con Figli Incentivi per Lavoratori Fuori Sede
2023 258,23 euro 3.000 euro Nessuno
2024 1.000 euro 2.000 euro Previsto innalzamento per residenza oltre 100 km
2025-2027 1.000 euro 2.000 euro Maggiorazione per trasferimenti oltre 100 km

FAQ

  1. Cosa sono i fringe benefit?
    I fringe benefit sono compensi in natura concessi dal datore di lavoro sotto forma di beni o servizi, esenti da imposte entro specifici limiti.
  2. Quali sono i limiti di non tassabilità per il 2024?
    Il limite è di 1.000 euro per i lavoratori dipendenti e 2.000 euro per i genitori con figli a carico.
  3. Chi può beneficiare dell’aumento per trasferimenti di residenza?
    I nuovi assunti che trasferiscono la propria residenza di oltre 100 chilometri possono beneficiare di un ulteriore innalzamento del tetto di non tassabilità.
  4. Come si richiedono i fringe benefit per i figli a carico?
    Il lavoratore deve presentare una dichiarazione al datore di lavoro, includendo il codice fiscale dei figli a carico.
  5. Quali fringe benefit sono inclusi oltre alle somme in denaro?
    Oltre alle somme, rientrano auto aziendali, buoni pasto, polizze sanitarie, e bollette per acqua, luce e gas.

Per una consulenza personalizzata e un’assistenza completa nella gestione dei fringe benefit e delle agevolazioni fiscali il nostro team di esperti è a tua disposizione per offrirti soluzioni su misura.

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), introdotto dal Decreto Legislativo del 12 febbraio 2024 n. 13, rappresenta un nuovo strumento di collaborazione tra contribuente e Amministrazione finanziaria, volto a razionalizzare gli obblighi dichiarativi e favorire la compliance fiscale. Questo istituto permette ai contribuenti di concordare preventivamente con l’Agenzia delle Entrate il reddito d’impresa o di lavoro autonomo per un biennio, ottenendo in cambio la stabilità fiscale e la certezza di non essere soggetti a ulteriori accertamenti, salvo particolari eccezioni.

Il CPB è rivolto principalmente a due categorie di contribuenti: i soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) e quelli che aderiscono al regime forfettario. L’istituto si inserisce nel più ampio disegno di riforma della legge delega del 9 agosto 2023 n. 111, finalizzata a incentivare l’adempimento spontaneo e a migliorare la trasparenza del rapporto tra Fisco e contribuente.

Che Cos’è il Concordato Preventivo Biennale?

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è un accordo tra contribuente e Fisco che consente di definire anticipatamente il reddito imponibile per i due anni fiscali successivi. Questo istituto ha lo scopo di garantire stabilità e certezza al contribuente, riducendo la possibilità di accertamenti futuri, sempre che vengano rispettate le condizioni previste dall’accordo.

Il CPB si prefigge di:

  • Incentivare il rispetto volontario degli obblighi tributari.
  • Ridurre la complessità degli adempimenti fiscali.
  • Fornire certezza giuridica e fiscale al contribuente per il periodo oggetto dell’accordo.
  • Favorire la trasparenza e la collaborazione tra contribuente e Amministrazione finanziaria.

Il contribuente che aderisce al CPB gode di vantaggi significativi, tra cui la stabilità fiscale per il biennio concordato e l’esonero da accertamenti fiscali sulle imposte dirette e sull’IRAP, a meno che non emergano cause di decadenza.

Condizioni per l’Accesso al Concordato Preventivo Biennale

L’accesso al Concordato Preventivo Biennale è riservato a determinate categorie di contribuenti, che devono soddisfare una serie di requisiti stringenti. La circolare n. 18/E elenca chiaramente le condizioni ostative che, se presenti, impediscono l’adesione al CPB. Queste condizioni sono suddivise in tre gruppi principali:

  1. Assenza di Debiti Tributari o Contributivi Superiori a 5.000 Euro

Una delle principali condizioni per poter accedere al CPB è che il contribuente non abbia debiti tributari o contributivi superiori a 5.000 euro. Tuttavia, se il contribuente ha debiti che superano tale soglia, può ancora accedere al CPB purché li estingua prima di accettare la proposta di concordato.

 

Non vengono inclusi nel calcolo di questa soglia i debiti per i quali sono stati concessi provvedimenti di sospensione o rateizzazione, purché il contribuente sia in regola con i pagamenti e non sia decaduto dai benefici.

 

Come Viene Calcolato il Debito?

Il debito rilevante per il CPB è quello derivante da tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, come:

  • Avvisi di accertamento.
  • Atti di contestazione e irrogazione di sanzioni.
  • Cartelle di pagamento derivanti da controlli automatizzati.

Non rilevano, invece, i debiti ancora soggetti a ricorsi o quelli per i quali siano in corso termini di impugnazione o di pagamento.

 

  1. Regolarità delle Dichiarazioni Fiscali

Un’altra condizione fondamentale per l’accesso al CPB è che il contribuente deve aver presentato la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quello per cui si intende aderire al concordato.

Questa misura mira a escludere dal CPB i contribuenti che non abbiano rispettato l’obbligo di presentazione delle dichiarazioni fiscali per gli anni precedenti.

 

  1. Assenza di Condanne per Reati Fiscali

Per poter accedere al CPB, il contribuente non deve aver subito una condanna per reati tributari, come quelli previsti dal Decreto Legislativo n. 74/2000 (ad esempio, dichiarazione fraudolenta o emissione di fatture false), né per altri gravi reati come il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

Nel caso di sentenze di patteggiamento (art. 444 del Codice di Procedura Penale), il contribuente può accedere al CPB solo se la pena detentiva è inferiore a due anni e non sono state applicate pene accessorie.

Ambito di Applicazione del Concordato Preventivo Biennale

Il CPB si applica esclusivamente al reddito di impresa e al reddito di lavoro autonomo. Per i contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), il concordato può includere anche la base imponibile IRAP. Tuttavia, l’IVA non è inclusa nel concordato, e continua a essere regolata dalle normative ordinarie.

Differenze tra Contribuenti ISA e Forfettari

I contribuenti forfettari e quelli soggetti agli ISA hanno regole leggermente diverse per l’applicazione del CPB.

Contribuenti ISA: Per i contribuenti che applicano gli ISA, il concordato riguarda il reddito d’impresa o di lavoro autonomo e la base imponibile IRAP. Sono escluse dal calcolo del reddito le componenti straordinarie come plusvalenze, minusvalenze, redditi da partecipazioni, o corrispettivi percepiti dalla cessione di clientela.

Contribuenti Forfettari: Per i forfettari, il concordato è sperimentale e si applica solo per il 2024. A differenza dei contribuenti ISA, il calcolo del reddito per i forfettari è più semplice, in quanto non devono essere considerate plusvalenze, minusvalenze, o altre componenti straordinarie.

 

Esempio di Calcolo per i Contribuenti ISA

Per i contribuenti soggetti agli ISA, il reddito concordato si basa sul reddito derivante dall’esercizio dell’attività di impresa o di lavoro autonomo. Supponiamo che un contribuente abbia un reddito d’impresa di 50.000 euro, esclusi gli utili derivanti da partecipazioni in società o le plusvalenze derivanti dalla vendita di beni strumentali. Questo reddito sarà la base imponibile concordata per il biennio successivo, salvo l’aggiunta di eventuali variazioni per componenti straordinarie.

 

Modalità e Termini di Adesione al Concordato Preventivo Biennale

L’adesione al CPB è volontaria e avviene attraverso un processo digitale, facilitato da un software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Questo programma consente al contribuente o al suo consulente di visualizzare la proposta di concordato e accettarla.

 

Termini per l’Adesione

Anno 2024: Per il primo anno di applicazione del CPB, il termine per accettare la proposta è fissato al 31 ottobre 2024.

Anni successivi: A partire dal 2025, il termine sarà il 31 luglio di ogni anno.

Benefici dell’Adesione al Concordato Preventivo Biennale

L’adesione al CPB comporta una serie di vantaggi significativi per i contribuenti:

  1. Stabilità Fiscale

Una volta accettata la proposta di concordato, il contribuente gode di una stabilità fiscale per il biennio concordato. Durante questo periodo, il Fisco non può effettuare accertamenti sulle imposte dirette e sull’IRAP, a meno che non si verifichino cause di decadenza.

  1. Benefici Premiali per i Contribuenti ISA

Per i contribuenti che applicano gli ISA, l’adesione al CPB consente di usufruire anche dei benefici premiali previsti dal regime ISA, tra cui:

  • Esonero dall’apposizione del visto di conformità per compensazioni di crediti IVA superiori a 50.000 euro.
  • Esclusione dalla disciplina delle società non operative, che prevede pesanti sanzioni per le società considerate “di comodo”.
  • Riduzione dei termini per gli accertamenti, che vengono anticipati di un anno, garantendo così un minor rischio di accertamenti a lungo termine.
  • Esclusione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici, come quelli effettuati sulle risultanze dei conti bancari non giustificati.
  1. Riduzione degli Adempimenti Fiscali

L’adesione al CPB semplifica notevolmente la gestione amministrativa e fiscale per il contribuente, riducendo il numero di adempimenti da svolgere e offrendo maggiore serenità nella gestione fiscale.

  1. Semplificazione nel Calcolo degli Acconti

Per quanto riguarda il calcolo degli acconti, l’adesione al CPB introduce un metodo semplificato. Gli acconti sono calcolati sulla base dei redditi concordati, con una maggiorazione del 10% per l’IRPEF e del 3% per l’IRAP, evitando così complesse operazioni di stima.

Cause di Decadenza dal Concordato Preventivo Biennale

Nonostante i numerosi vantaggi, il CPB prevede anche una serie di cause di decadenza che, se si verificano, comportano la perdita dei benefici concordati. Le principali cause di decadenza sono legate a modifiche significative dell’attività economica o a violazioni gravi degli obblighi fiscali.

  1. Cessazione o Modifica dell’Attività

Se il contribuente cessa o modifica l’attività economica durante il periodo coperto dal concordato, quest’ultimo cessa di avere effetto. Tuttavia, se il contribuente inizia una nuova attività che rientra nello stesso codice attività per cui è stato emesso il concordato, quest’ultimo può continuare ad applicarsi.

Esempio Pratico

Un contribuente che esercita l’attività di commercio all’ingrosso (codice attività 46.32.20) e decide di avviare un’attività di trasporto (codice attività 49.32.10) durante il biennio concordatario vedrà cessare l’efficacia del CPB, in quanto i due codici non rientrano nello stesso settore economico. Se invece l’attività iniziale e quella successiva appartengono allo stesso gruppo di attività, il CPB continuerà ad essere valido.

  1. Dichiarazione di Ricavi o Compensi Superiori ai Limiti Previsti

Un’altra causa di decadenza dal CPB è il superamento dei limiti di ricavi o compensi concordati. Se il contribuente dichiara ricavi superiori al 50% rispetto al limite concordato, il CPB cessa di avere effetto, e il contribuente sarà soggetto a normali accertamenti fiscali.

  1. Violazioni Fiscali Gravi

Il CPB cessa di avere effetto anche in caso di violazioni fiscali gravi, come:

  • Occultamento di attività rilevanti ai fini fiscali.
  • Dichiarazioni mendaci o inesatte nei modelli ISA.
  • Omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o omesso versamento delle imposte dovute.
  • In caso di decadenza, il contribuente perde i benefici del CPB per entrambi i periodi di imposta coperti dall’accordo.
  1. Circostanze Eccezionali

Il CPB può cessare di avere effetto anche in presenza di circostanze eccezionali che determinano una riduzione significativa dei redditi o dei ricavi concordati. Tra queste circostanze rientrano eventi come calamità naturali, danni significativi ai beni dell’impresa, o impossibilità di continuare l’attività per cause di forza maggiore.

 

Rinnovo del Concordato

Il CPB ha una durata biennale, ma può essere rinnovato alla scadenza, sempre che il contribuente continui a rispettare i requisiti di accesso. Se il contribuente decide di rinnovare il concordato, dovrà seguire le stesse modalità previste per la prima adesione.

Effetti della Decadenza dal Concordato Preventivo Biennale

In caso di decadenza, il contribuente perde tutti i benefici derivanti dall’adesione al CPB, compresi l’esonero dagli accertamenti e la semplificazione degli adempimenti. Inoltre, eventuali accertamenti fiscali possono essere effettuati retroattivamente, e il contribuente sarà tenuto a pagare le imposte sui redditi effettivamente conseguiti.

Ripercussioni Fiscali

Se il contribuente decade dal CPB, sarà obbligato a versare le imposte dovute sui redditi effettivi, nonché eventuali sanzioni e interessi per il mancato rispetto degli obblighi fiscali. Inoltre, la perdita dei benefici premiali può comportare un aumento del rischio di accertamenti futuri.

Differenze Chiave tra Contribuenti ISA e Forfettari

Esistono alcune importanti differenze tra le regole applicabili ai contribuenti ISA e ai forfettari nell’ambito del CPB. Queste differenze si riflettono principalmente nel calcolo del reddito e nella durata del concordato.

Contribuenti ISA: Il CPB si applica al reddito d’impresa o di lavoro autonomo, oltre che alla base imponibile IRAP. Il reddito concordato è calcolato escludendo le componenti straordinarie, come plusvalenze, minusvalenze e utili da partecipazioni. Per i contribuenti ISA, il CPB copre un periodo di due anni.

Contribuenti Forfettari: Il CPB si applica sperimentalmente per il solo anno 2024. Il reddito concordato per i forfettari è determinato in modo forfettario, e non vengono incluse componenti straordinarie come plusvalenze o redditi da partecipazioni.

Per chi rispetta i requisiti, il CPB offre una preziosa opportunità per migliorare la gestione del proprio carico fiscale, garantendo stabilità e semplificazione negli adempimenti futuri!

RISPOSTE A QUESITI (CIRCOLARE N. 18/E )

La circolare fornisce risposte a una serie di domande poste da professionisti e categorie economiche specializzate riguardanti l’applicazione del Concordato Preventivo Biennale (CPB). Di seguito sono riportate le principali domande e le risposte fornite.

6.1 Esercizio di più attività

Domanda: Nel caso in cui il contribuente eserciti sia un’attività d’impresa che una di lavoro autonomo, entrambe soggette agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), è necessario compilare due distinti modelli di CPB?

Risposta: In base all’articolo 7 del decreto CPB, l’Agenzia delle Entrate formula due distinte proposte di concordato per ciascuna tipologia di reddito (impresa e lavoro autonomo). Il contribuente può decidere se aderire ad entrambe le proposte o solo a una delle due, a seconda delle sue esigenze.

 

6.2 Cause di esclusione dalla applicazione degli ISA

Domanda: Se un contribuente accetta la proposta del CPB e successivamente si verifica una causa di esclusione dagli ISA, viene escluso anche dal CPB?

Risposta: Le cause di decadenza dal CPB sono definite specificamente dal decreto. L’insorgenza di una causa di esclusione dall’applicazione degli ISA durante il periodo concordatario non comporta automaticamente la cessazione del CPB. Pertanto, anche in caso di esclusione dagli ISA, il contribuente mantiene l’efficacia del concordato, a meno che non si verifichino altre cause di decadenza.

6.3 Cambio di regime contabile: da cassa a competenza e viceversa

Domanda: Cosa accade se un contribuente passa dal regime di contabilità ordinaria a quella semplificata, quindi da regime di competenza a quello di cassa?

Risposta: Anche in questo caso, il passaggio tra i due regimi contabili non comporta la cessazione del CPB, poiché il decreto non prevede questa specifica fattispecie come causa di decadenza. Quindi, il CPB resta in vigore nonostante il cambio di regime contabile.

6.4 Compilazione dati CPB: le componenti straordinarie

Domanda: Nella compilazione del modello CPB, devono essere prese in considerazione le componenti straordinarie (plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze attive e passive)?

Risposta: Le istruzioni relative ai righi P04 e P05 del modello CPB indicano che:

Nel rigo P04 va dichiarato il reddito d’impresa o di lavoro autonomo per l’esercizio 2023, escludendo componenti straordinarie come plusvalenze, sopravvenienze attive e passive, e perdite su crediti. Per il reddito di lavoro autonomo, non si considerano plusvalenze, minusvalenze o i corrispettivi percepiti dalla cessione della clientela.

Nel rigo P05 va indicato il valore della produzione netta ai fini IRAP, escludendo le componenti straordinarie già previste dal decreto CPB.

6.5 Compilazione del modello CPB e della sez. VI del quadro LM persone fisiche

Domanda: La compilazione del modello CPB ISA e della Sezione VI del quadro LM del modello Redditi PF 2024 è obbligatoria solo per coloro che aderiscono al CPB?

Risposta: Sì, la compilazione del modello CPB è obbligatoria esclusivamente per i contribuenti che intendono aderire alla proposta di concordato. Analogamente, la Sezione VI del quadro LM deve essere compilata solo dai soggetti forfettari che vogliono accedere al CPB.

6.6 Cause di esclusione: Cessione di ramo d’azienda

Domanda: La cessione di un ramo d’azienda è considerata causa di esclusione dal CPB?

Risposta: L’articolo 11 del decreto CPB prevede che operazioni straordinarie come fusioni, scissioni o conferimenti siano considerate cause di esclusione dal CPB. Per coerenza con questa previsione, anche la cessione di un ramo d’azienda è considerata una causa di esclusione dal concordato, poiché altera la capacità reddituale originaria del soggetto.

 

6.7 Accettazione del concordato: termini per l’adempimento

Domanda: Se un contribuente presenta la dichiarazione per il 2023 senza aderire al CPB, può farlo successivamente presentando una dichiarazione correttiva entro il 31 ottobre?

Risposta: Sì, per il primo anno di applicazione (2024), il termine per aderire al CPB coincide con quello per la presentazione della dichiarazione annuale dei redditi, ovvero il 31 ottobre 2024. Il contribuente può quindi presentare una dichiarazione correttiva entro tale data per aderire al CPB.

6.8 Soglia per i contribuenti forfetari

Domanda: Un contribuente forfettario che nel 2023 ha superato la soglia di 85.000 euro può aderire alla proposta CPB per i soggetti ISA nel biennio 2024/2025?

Risposta: No, un contribuente forfettario che ha superato la soglia di 85.000 euro nel 2023 non può aderire alla proposta CPB riservata ai soggetti ISA, poiché per l’anno 2023 non ha applicato il regime ISA.

6.9 Contribuenti che presentano il modello ISA per il 2023

Domanda: Un contribuente che esercita due attività non rientranti nello stesso ISA, e che ha dichiarato ricavi superiori al 30% per l’attività non prevalente, può aderire al CPB?

Risposta: No, il contribuente che non ha applicato gli ISA nel 2023, pur avendo presentato il modello, non può aderire alla proposta CPB per i soggetti ISA nel biennio 2024/2025.

6.10 Contribuenti forfetari oltre il plafond

Domanda: Un contribuente forfettario che supera i 100.000 euro di ricavi nel 2024, ma non i 150.000 euro, può optare per l’imposizione sostitutiva sul reddito eccedente?

Risposta: Sì, il contribuente può optare per l’imposizione sostitutiva prevista dall’articolo 31 bis del decreto CPB, anche se ha superato i 100.000 euro di ricavi, purché non ecceda i 150.000 euro.

6.11 Assenza di debiti per le società interessate al CPB

Domanda: Nel caso di una società, la condizione relativa all’assenza di debiti tributari superiori a 5.000 euro deve essere rispettata anche dai soci?

Risposta: No, l’articolo 10 del decreto CPB specifica che la condizione dell’assenza di debiti deve essere rispettata solo dalla società, non dai singoli soci.

6.12 Imposta sostitutiva sul reddito eccedente

Domanda: La parte di reddito eccedente assoggettata a imposta sostitutiva è esclusa dal calcolo delle aliquote progressive per la tassazione del restante reddito ordinario?

Risposta: Sì, come già chiarito nella circolare dell’Agenzia delle Entrate del 28 giugno 2023 n. 18, il reddito eccedente assoggettato a imposta sostitutiva è escluso dalla base di calcolo per la determinazione delle aliquote progressive applicabili al reddito ordinario.

6.13 Acconto per il 2024 con metodo storico – soggetti trasparenti

Domanda: Nel caso di società trasparenti, la maggiorazione dell’acconto prevista dall’articolo 20 del decreto CPB deve essere versata pro quota dai soci?

Risposta: Sì, la maggiorazione deve essere versata pro quota dai singoli soci o associati in caso di adesione al CPB da parte di società o associazioni trasparenti.

6.14 Imposta sostitutiva di cui all’articolo 20 bis – soggetti trasparenti

Domanda: Nel caso di società trasparenti, l’imposta sostitutiva prevista dall’articolo 20-bis deve essere versata pro quota dai soci?

Risposta: Sì, l’imposta sostitutiva deve essere versata pro quota dai singoli soci o associati.

6.15 Calcolo del differenziale assoggettabile a imposta sostitutiva articolo 20-bis

Domanda: Il differenziale assoggettabile a imposta sostitutiva ai sensi dell’articolo 20-bis è calcolato come differenza tra i righi P06 e P04 del modello CPB?

Risposta: Sì, la maggiorazione può essere determinata come differenza tra gli importi dichiarati nei righi P06 (reddito concordato) e P04 (reddito 2023) del modello CPB. Questi valori sono già al netto delle poste straordinarie.

6.16 Imposta sostitutiva di cui all’articolo 20 bis – voto ISA per l’anno 2023

Domanda: Per l’applicazione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva, il voto ISA da considerare è quello relativo al 2023?

Risposta: Sì, il punteggio ISA rilevante per l’applicazione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva è quello determinato per il 2023.

6.17 Compensazione delle perdite – perdite di periodo

Domanda: Le perdite derivanti da partecipazioni in società trasparenti possono essere compensate con il reddito d’impresa concordato?

Risposta: Sì, le perdite d’impresa derivanti da partecipazioni in società trasparenti possono essere dedotte dal reddito concordato, a condizione che il reddito assoggettato a imposizione non sia inferiore a 2.000 euro.

6.18 Compensazione delle perdite in presenza di opzione per l’imposta sostitutiva articolo 20-bis

Domanda: La compensazione delle perdite pregresse può essere effettuata sul reddito concordato prima di applicare l’imposta sostitutiva?

Risposta: No, l’imposta sostitutiva si applica sul differenziale tra il reddito concordato e quello dichiarato nel periodo precedente. Le perdite pregresse non incidono su questo differenziale.

6.19 Acconto per il 2024 con il metodo previsionale

Domanda: Nel calcolo dell’acconto per il 2024 con il metodo previsionale, si devono considerare le aliquote ordinarie?

Risposta: Sì, nel calcolo dell’acconto con il metodo previsionale si devono utilizzare le aliquote ordinarie per la determinazione delle imposte sui redditi.

Per maggiori chiarimenti sul concordato preventivo biennale o per eventuale assistenza e consulenza il nostro studio è a vostra disposizione.

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato lo schema della Legge di Bilancio per il 2025, che introduce numerose novità, conferme e interventi strutturali in settori chiave come il fisco, la natalità, l’edilizia e il lavoro. Questa manovra si pone l’obiettivo di rispondere alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori, senza imporre nuovi sacrifici economici agli italiani, come affermato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Di seguito, analizziamo in dettaglio i principali provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio 2025.

Taglio del cuneo fiscale e scaglioni Irpef

Uno dei pilastri della Legge di Bilancio 2025 è la conferma del taglio del cuneo fiscale. Questo intervento, già introdotto nelle precedenti manovre, diventerà strutturale, con l’obiettivo di alleggerire il carico contributivo sui lavoratori dipendenti e incentivare l’occupazione.

Per i redditi fino a 20.000 euro annui, il taglio del cuneo rimarrà di natura contributiva. Tuttavia, per i redditi superiori, fino a 35.000 euro, il taglio diventerà fiscale, traducendosi in un aumento delle detrazioni per i lavoratori. Oltre questa soglia, verrà introdotto un décalage rapido fino a 40.000 euro, per evitare bruschi salti nell’imposizione fiscale.

Parallelamente, si conferma l’accorpamento delle aliquote Irpef a tre scaglioni, un passo importante verso la semplificazione del sistema fiscale italiano. L’aliquota intermedia, per i redditi fino a 50.000 euro, potrebbe essere ridotta da 35% a 33%, a condizione che le risorse fiscali generate dal concordato preventivo e dal ravvedimento siano sufficienti.

Misure per la natalità

La natalità rappresenta uno dei punti centrali della manovra, con l’introduzione di nuove misure di supporto per le famiglie. Tra le novità più rilevanti vi è l’introduzione della “Carta per i nuovi nati”, che garantirà un contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato a famiglie con un Isee inferiore a 40.000 euro, per far fronte alle spese iniziali legate alla nascita.

In aggiunta, l’assegno unico, uno strumento già consolidato a sostegno delle famiglie, esce dal calcolo dell’Isee, rendendolo più vantaggioso per le fasce più deboli. Viene inoltre potenziato il bonus per gli asili nido, ampliando la platea di beneficiari e migliorando le condizioni di accesso.

Per le lavoratrici autonome madri con due o più figli, sarà estesa la decontribuzione, una misura volta a favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Inoltre, le detrazioni fiscali verranno parametrate in base al numero di componenti del nucleo familiare, con l’obiettivo di introdurre una forma di “quoziente familiare”, che tenga maggiormente conto delle esigenze delle famiglie numerose.

Bonus ristrutturazioni

Anche nel settore dell’edilizia sono previste importanti conferme. Il bonus ristrutturazioni al 50% sarà prorogato per un altro anno, limitatamente alle prime case. In questo modo, si eviterà che l’agevolazione fiscale scenda al 36% a partire da gennaio 2025, come previsto dalla normativa vigente.

Il bonus ristrutturazioni rappresenta una misura di rilievo per il settore edilizio, che ha beneficiato di questo strumento per rilanciare gli investimenti e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La conferma per un ulteriore anno del bonus al 50% consente di sostenere le famiglie nella ristrutturazione delle proprie abitazioni, incentivando al contempo la ripresa economica del settore.

Fringe benefit per i neoassunti

Una delle misure confermate dalla manovra riguarda i fringe benefit aziendali, con particolari vantaggi per i nuovi assunti. In particolare, i lavoratori che accettano di trasferirsi a più di 100 chilometri dalla propria residenza per un nuovo impiego potranno beneficiare di fringe benefit con importi maggiorati.

Nell’ultima Legge di Bilancio, i fringe benefit erano stati aumentati a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri, con la possibilità di utilizzare queste somme anche per il pagamento dell’affitto o del mutuo per la prima casa. La manovra 2025 conferma questi importi e le agevolazioni, continuando a sostenere i lavoratori e favorendo la mobilità lavorativa.

Carta “dedicata a te”

Sul fronte delle misure di carattere sociale, la Legge di Bilancio rifinanzia la “Carta dedicata a te”, destinando 500 milioni di euro per il 2025. Questa carta è un sostegno economico per le famiglie più bisognose, volto a favorire l’accesso ai beni di prima necessità e a migliorare le condizioni di vita delle fasce di popolazione più deboli.

Incentivi per il lavoro di giovani e donne

Particolare attenzione è riservata all’occupazione giovanile e femminile, con l’introduzione di incentivi specifici. Nel Mezzogiorno, in particolare, vengono confermati gli incentivi all’assunzione di giovani e donne per i rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027.

La Legge di Bilancio prevede inoltre la decontribuzione per le imprese localizzate nelle Zone Economiche Speciali (ZES), un intervento volto a favorire lo sviluppo economico nelle aree meno sviluppate del Paese. Ulteriori incentivi riguarderanno l’autoimpiego nei settori strategici legati alla transizione digitale ed ecologica, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione tecnologica e la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Pensioni e previdenza complementare

Sul fronte pensionistico, la Legge di Bilancio non introduce riforme strutturali, ma conferma la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione, un intervento volto a tutelare il potere d’acquisto dei pensionati. Si prevede inoltre un aumento delle pensioni minime, in linea con l’andamento dell’inflazione.

Una delle ipotesi in discussione è il perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, che incentiva i lavoratori a proseguire l’attività lavorativa anche una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento. Inoltre, si lavora a un rafforzamento della previdenza complementare, con l’introduzione di un semestre di “silenzio-assenso”, per facilitare l’adesione dei lavoratori a fondi pensionistici integrativi.

Contratti della Pubblica Amministrazione

Il rinnovo dei contratti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione rappresenta un altro punto focale della Legge di Bilancio. Come confermato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la manovra prevede lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2025-2027, garantendo così la continuità dei servizi pubblici e il riconoscimento del valore del lavoro pubblico.

 

 

Spending Review

Per finanziare le nuove misure previste dalla Legge di Bilancio, i ministeri saranno chiamati a ridurre le proprie spese del 5%, attraverso una revisione delle spese amministrative. Questo intervento, noto come “spending review”, dovrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 3 miliardi di euro. Gli enti locali e i Comuni saranno esclusi da questi tagli, mentre i singoli dicasteri avranno flessibilità nel gestire le riduzioni di spesa.

Sanità: nessun taglio, ma nuovi fondi

La manovra 2025 non prevede tagli alla spesa sanitaria, ma anzi incrementa le risorse destinate al settore, con l’obiettivo di finanziare il rinnovo dei contratti per il personale medico e infermieristico e di avviare un piano triennale di assunzioni.

Gli stanziamenti per la sanità saranno in linea con la crescita del Pil nominale, garantendo le risorse necessarie per potenziare il servizio sanitario nazionale e migliorare l’accesso alle cure per i cittadini.

Il contributo delle banche

Un importante contributo alle risorse della Legge di Bilancio arriverà dagli istituti bancari e dalle assicurazioni, attraverso un contributo di solidarietà. Questo prelievo sarà applicato sui capitali non distribuiti come dividendi, ma reinvestiti a scopo patrimoniale.

Sono inoltre allo studio ulteriori misure, tra cui un intervento sulle imposte differite attive (DTA) e sulle stock option concesse ai manager, con l’obiettivo di garantire un gettito aggiuntivo senza gravare direttamente sui cittadini.

Accise: nessun intervento su benzina e diesel

Infine, la manovra include un decreto legislativo per la revisione delle disposizioni in materia di accise. Tuttavia, il testo non prevede interventi sulle accise relative a benzina e diesel, ma si concentra su gas naturale, energia elettrica, oli lubrificanti e prodotti da fumo, con misure di carattere prettamente amministrativo.

Ecco una tabella che riassume le principali novità della Manovra 2025:

Settore Novità Dettagli
Cuneo Fiscale Taglio strutturale Il taglio del cuneo fiscale diventa permanente: contributivo fino a 20.000 euro, fiscale fino a 35.000 euro, con décalage fino a 40.000 euro.
Irpef Tre aliquote Conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef a tre scaglioni, possibile riduzione dell’aliquota intermedia da 35% a 33% per redditi fino a 50.000 euro.
Natalità Carta “Nuovi Nati” Contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato a famiglie con Isee fino a 40.000 euro.
Assegno Unico Esclusione dal calcolo dell’Isee L’assegno unico familiare non verrà più conteggiato nell’Isee, aumentando il beneficio per le famiglie più deboli.
Bonus Asili Nido Rafforzamento del bonus Aumento del bonus per sostenere i costi degli asili nido.
Ristrutturazioni Proroga del bonus al 50% Conferma del bonus ristrutturazioni al 50% per un ulteriore anno, limitato alle prime case.
Fringe Benefit Benefici per neoassunti Maggiorazione dei fringe benefit per i lavoratori che si trasferiscono a oltre 100 km per un nuovo impiego.
Carta “Dedicata a Te” Rifinanziamento Fondo di 500 milioni per il 2025 destinato alle famiglie più bisognose.
Lavoro Giovani e Donne Incentivi occupazionali Confermati gli incentivi per l’assunzione di giovani e donne, con particolare focus sul Mezzogiorno.
Pensioni Indicizzazione e aumento delle minime Indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione e aumento delle pensioni minime.
Bonus Maroni Incentivo a rimanere al lavoro Estensione del bonus per chi decide di rimanere al lavoro nonostante il raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Contratti Pubblici Stanziamento fondi per il rinnovo dei contratti Fondi stanziati per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione per il triennio 2025-2027.
Spending Review Riduzione delle spese dei ministeri Riduzione delle spese dei ministeri del 5%, con un risparmio previsto di 3 miliardi di euro. Gli enti locali e i Comuni non saranno soggetti ai tagli.
Sanità Incremento delle risorse Nessun taglio alla sanità, con nuove risorse destinate al rinnovo dei contratti del personale sanitario e un piano triennale di assunzioni per medici e infermieri.
Contributo delle Banche Contributo di solidarietà Contributo straordinario da parte degli istituti bancari e delle assicurazioni sui capitali non distribuiti come dividendi.

 

FAQ

  1. Cosa prevede la Legge di Bilancio 2025 per la natalità?
    La Legge di Bilancio 2025 introduce la “Carta per i nuovi nati”, un contributo di 1.000 euro per ogni nuovo nato con un Isee inferiore a 40.000 euro. Inoltre, rafforza il bonus asili nido e l’assegno unico, escludendolo dal calcolo dell’Isee.
  2. Quali sono le novità in materia di pensioni?
    La manovra conferma la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione e prevede un aumento delle pensioni minime. È inoltre allo studio un perfezionamento del bonus Maroni per incentivare i lavoratori a rimanere in servizio.
  3. Cosa cambia per il cuneo fiscale e l’Irpef?
    Il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale e verrà applicato in modo contributivo fino a 20.000 euro di reddito, e in modo fiscale fino a 35.000 euro, con un decalage fino a 40.000 euro. L’Irpef sarà accorpata a tre aliquote.
  4. Quali incentivi sono previsti per i giovani e le donne?
    Gli incentivi all’occupazione di giovani e donne vengono confermati, soprattutto nel Mezzogiorno, con decontribuzioni per le imprese localizzate nelle ZES e agevolazioni per l’autoimpiego nei settori strategici.
  5. Cosa prevede la manovra per la sanità?
    La manovra 2025 non prevede tagli alla spesa sanitaria, ma incrementa le risorse per il rinnovo dei contratti e per un piano triennale di assunzioni di medici e infermieri.

Ottobre è un mese di importanti scadenze fiscali che richiedono attenzione e puntualità. Affrontare questi adempimenti in modo accurato è essenziale per garantire la conformità alle normative.

Di seguito le principali scadenze del mese di Ottobre 2024:


Mercoledì 16 Ottobre

-Versamento IVA e ritenute Settembre

Venerdì 25 Ottobre
-Mod. INTRA – Settembre e 3° trimestre

Giovedì 31 Ottobre
-Mod. REDDITI 2024 e IRAP 2024 – anno 2023 (Termine modificato da art. 2, D.Lgs. 108/24)
-Mod. IVA TR – 3° trimestre
-Mod. 770/2024 – anno 2023 + CU 2024 per compensi no 730
-Dichiarazione e liquidazione OSS – 3° trimestre
-Invio telematico delle dichiarazioni dei redditi da parte degli intermediari professionisti abilitati (Si ricorda che il nostro Studio è intermediario abilitato)

Lo Studio Pallino offre un supporto professionale per chi desidera gestire al meglio le proprie esigenze fiscali, fornendo un’assistenza su misura. Per maggiori informazioni o per un incontro personalizzato, siamo a vostra completa disposizione.

L’anno 2024 ha visto alcune modifiche normative rilevanti, introdotte dal Decreto Legislativo del 5 agosto 2024, n. 108, che ha apportato variazioni ai termini di presentazione delle dichiarazioni. Forniamo, con questo articolo, un quadro esaustivo sulle scadenze principali, le novità introdotte e gli obblighi per i contribuenti, con un focus specifico sui modelli più comuni.

Mod. IVA: Termini e Obblighi

Il Modello IVA è uno degli adempimenti fiscali principali per i soggetti passivi IVA, che sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale entro il 30 aprile di ogni anno. Tuttavia, per chi decide di includere la Liquidazione Periodica IVA (LIPE) del quarto trimestre nel Modello IVA, il termine viene anticipato al 28 febbraio o al 29 febbraio negli anni bisestili. Esistono alcune categorie esonerate dalla presentazione della dichiarazione IVA, come i contribuenti minimi, i forfetari, i produttori agricoli esonerati e i soggetti in regime agevolato ai sensi della legge n. 398/1991.

Certificazione Unica (CU): Novità e Termini

La Certificazione Unica (CU) è il documento con cui i sostituti d’imposta attestano i redditi corrisposti ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e ad altri percettori di redditi. Nel 2024, le scadenze per la trasmissione della CU dipendono dalla tipologia di reddito. Per la CU contenente redditi di lavoro dipendente e assimilati, la scadenza ordinaria è fissata al 16 marzo. Dal 2025, per i redditi di lavoro autonomo abituale, la trasmissione dovrà avvenire entro il 31 marzo. Infine, per i redditi esenti o non dichiarabili con la dichiarazione precompilata, il termine è prorogato al 31 ottobre.

Modello 770: Dichiarazione dei Sostituti d’Imposta

Il Modello 770 è riservato ai sostituti d’imposta, ovvero quei soggetti che trattengono le imposte dai redditi corrisposti ai lavoratori e le versano direttamente all’erario. Nel 2024, la scadenza per la presentazione del Modello 770 è fissata al 31 ottobre. Questo modello consente al sostituto d’imposta di dichiarare i dati relativi alle ritenute operate, ai versamenti eseguiti, e agli eventuali conguagli effettuati.

Modello 730: Scadenze per i Contribuenti Privati

Il Modello 730 rappresenta la dichiarazione dei redditi più utilizzata dai contribuenti privati, in particolare dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Il termine ultimo per la trasmissione telematica del Modello 730 all’Agenzia delle Entrate è fissato al 30 settembre. Tuttavia, esistono termini differenziati a seconda del periodo di consegna della dichiarazione al sostituto d’imposta, al CAF o al professionista abilitato. Ad esempio, per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio, il termine di trasmissione è il 15 giugno, mentre per quelle consegnate tra il 16 luglio e il 31 agosto, il termine è il 15 settembre.

Modello Redditi PF: Le Persone Fisiche

Le persone fisiche che non rientrano tra i contribuenti esonerati devono presentare la dichiarazione dei redditi attraverso il Modello Redditi PF. La scadenza per la trasmissione telematica del Modello Redditi Persone Fisiche è fissata al 31 ottobre. È importante ricordare che non possono utilizzare il Modello 730 coloro che percepiscono redditi d’impresa, redditi da lavoro autonomo abituale o redditi di partecipazione, per i quali è obbligatoria la presentazione del Modello Redditi PF.

Modello Redditi SP: Società di Persone

Le società di persone, come le società in nome collettivo (SNC) e le società in accomandita semplice (SAS), sono tenute a presentare il Modello Redditi SP e il Modello IRAP entro il 31 ottobre dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di cessazione dell’attività o di operazioni straordinarie, come la liquidazione o la trasformazione della società, i termini possono variare, ma in generale è previsto che la dichiarazione venga inviata entro la fine del nono mese successivo alla data di effetto dell’operazione.

Modello Redditi SC: Società di Capitali

Anche le società di capitali, come le società per azioni (SPA) e le società a responsabilità limitata (SRL), devono presentare il Modello Redditi SC e il Modello IRAP entro il 31 ottobre, in riferimento all’anno solare precedente. Per le società il cui esercizio non coincide con l’anno solare, la scadenza per l’invio delle dichiarazioni è stabilita alla fine del decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio. In caso di operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni o trasformazioni, la dichiarazione va presentata entro la fine del nono mese successivo alla data dell’operazione.

Modello IRAP: Le Imprese e i Termini

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è dovuta da diverse categorie di contribuenti, incluse le società di persone, le società di capitali e le cooperative. Tuttavia, dal 2022, le persone fisiche non sono più soggette all’IRAP. Per le società e gli enti, la scadenza per la presentazione del Modello IRAP è fissata al 31 ottobre. Anche in questo caso, per le società con esercizio non coincidente con l’anno solare, la scadenza è prorogata al decimo mese successivo alla chiusura dell’esercizio.

Operazioni Straordinarie e Termini Speciali

Le operazioni straordinarie, come fusioni, scissioni, liquidazioni o trasformazioni, influenzano i termini di presentazione delle dichiarazioni fiscali. In generale, le dichiarazioni relative al periodo precedente all’operazione devono essere presentate utilizzando il modello “vecchio”, entro la fine del nono mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta. Per il periodo successivo all’operazione, si utilizza invece il modello “nuovo”, con la consueta scadenza fissata al 31 ottobre.

Dichiarazioni Fiscali e Scadenze nei Giorni Festivi

Nel caso in cui la scadenza per la presentazione delle dichiarazioni fiscali cada in un giorno festivo, la stessa viene automaticamente prorogata al primo giorno lavorativo successivo. Questo meccanismo di proroga garantisce che i contribuenti non siano penalizzati da eventi al di fuori del loro controllo. Tuttavia, è importante notare che le dichiarazioni inviate entro il novantesimo giorno successivo alla scadenza sono considerate tardive, ma valide. Le dichiarazioni presentate oltre questo termine sono soggette a sanzioni.

Conseguenze del Ritardo nella Presentazione

Il ritardo nella presentazione delle dichiarazioni fiscali comporta l’applicazione di sanzioni amministrative, che possono variare a seconda dell’entità del ritardo e della tipologia di contribuente. Le sanzioni possono essere ridotte se la dichiarazione tardiva viene inviata entro 90 giorni dalla scadenza, ma oltre questo termine si incorre in sanzioni più severe. In alcuni casi, è possibile ricorrere al ravvedimento operoso, che consente al contribuente di sanare la propria posizione pagando una sanzione ridotta e gli interessi dovuti.

La corretta e tempestiva presentazione delle dichiarazioni fiscali è un elemento fondamentale nella gestione delle finanze. Le modifiche normative introdotte nel 2024 rendono ancora più importante la pianificazione fiscale e la consulenza di professionisti qualificati, che possono aiutare a evitare errori e a garantire il rispetto delle scadenze.

 

Dichiarazione Scadenza 2024 Note
Modello IVA 30 aprile Termine anticipato al 28/29 febbraio se si include la LIPE del 4° trimestre nel modello IVA.
Certificazione Unica (CU) – 16 marzo (redditi lavoro dipendente e assimilati)

– 31 marzo (dal 2025, per redditi lavoro autonomo abituale)

– 31 ottobre (redditi esenti/non dichiarabili con precompilata)

Scadenze differenti in base alla tipologia di reddito.
Modello 770 31 ottobre Per i sostituti d’imposta.
Modello 730 30 settembre Termini variabili in base alla data di consegna: – Entro il 31 maggio: scadenza il 15 giugno

– Tra 1 giugno e 20 giugno: scadenza il 29 giugno

Modello Redditi PF 31 ottobre Per persone fisiche non esonerate dalla dichiarazione dei redditi.
Modello Redditi SP 31 ottobre

 

Per società di persone e soggetti equiparati.

 

Modello Redditi SC 31 ottobre (per esercizio solare)

Fine del 10° mese successivo alla chiusura dell’esercizio (per esercizio non coincidente con anno solare)

Per società di capitali (SPA, SRL) con differenze tra esercizio solare e non solare.
Modello IRAP 31 ottobre Anche per società di persone e capitali; esonero per le persone fisiche dal 2022.

 

Operazioni straordinarie (SP e SC) Fine del 9° mese successivo alla data dell’operazione Termine speciale per operazioni come liquidazioni, trasformazioni, fusioni, ecc.
Giorni festivi Proroga automatica al primo giorno feriale successivo Se la scadenza cade in un giorno festivo.

 

Per ulteriori informazioni o assistenza il nostro team di esperti sarà felice di offrire consulenza ed assistenza personalizzata.

L’affrancamento dei valori è uno strumento fiscale importante che consente ai contribuenti di rideterminare il valore di acquisto di tali beni, riducendo o annullando le plusvalenze generate al momento della cessione. Questa agevolazione, disciplinata per la prima volta dalla Legge 448/2001, è stata riproposta e prorogata più volte, confermandosi come una misura cruciale per facilitare la gestione fiscale delle operazioni di trasferimento di partecipazioni e terreni, soprattutto in ambito aziendale.

Per il 2024, la Legge di Bilancio ha confermato nuovamente la possibilità di affrancamento, mantenendo un’imposta sostitutiva del 16%, sia per partecipazioni negoziate che non negoziate, e terreni edificabili e agricoli. A tale regime si affianca una proroga recentemente annunciata con il Decreto Omnibus, che estende il termine per la rideterminazione del valore e il versamento dell’imposta sostitutiva al 30 novembre 2024.

La Legge di Bilancio 2024, approvata il 30 dicembre 2023, conferma l’opportunità di affrancare le partecipazioni societarie e i terreni, sia edificabili che agricoli, attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 16% del valore di perizia. Questa misura mira a ridurre l’imposizione fiscale derivante dalle plusvalenze generate dalla cessione di tali beni. Il contribuente potrà scegliere se pagare l’imposta in un’unica soluzione o in tre rate annuali di pari importo, con una maggiorazione del 3% annuo a partire dalla seconda rata.

Le disposizioni normative attuali, riprese dalla Legge 448/2001, non introducono modifiche sostanziali rispetto agli anni precedenti, confermando il quadro legislativo che è già stato consolidato nel tempo. Tuttavia, le scadenze e le modalità di versamento vengono modificate con la proroga del Decreto Omnibus, che posticipa i termini al 30 novembre 2024.

Partecipazioni Soggette all’Affrancamento

L’affrancamento si applica a diverse tipologie di partecipazioni societarie. In particolare, sono rilevanti:

Le partecipazioni qualificate, che rappresentano una percentuale di diritti di voto superiore al 20% in assemblea ordinaria o una partecipazione al capitale sociale superiore al 25%.

Le partecipazioni non qualificate, che non raggiungono le percentuali sopra descritte.

Questa distinzione è fondamentale per determinare il regime fiscale applicabile, soprattutto in termini di aliquote e detrazioni. L’affrancamento si applica a partecipazioni sia quotate che non quotate, rendendo la misura particolarmente utile per una vasta gamma di investitori e contribuenti.

Requisiti per Beneficiare dell’Affrancamento

Non tutti i soggetti possono beneficiare di questa agevolazione fiscale. Secondo la normativa vigente, possono procedere all’affrancamento:

Persone fisiche che detengono partecipazioni al di fuori dell’attività d’impresa.

Società semplici e associazioni equiparate.

Enti non commerciali, limitatamente alle partecipazioni detenute al di fuori dell’attività commerciale.

Soggetti non residenti in Italia, purché privi di una stabile organizzazione nel territorio nazionale.

Sono invece esclusi i soggetti che detengono partecipazioni nell’ambito dell’attività d’impresa. Questo vincolo permette di delimitare chiaramente il perimetro d’azione dell’affrancamento e garantire che tale misura sia utilizzata correttamente per finalità non strettamente imprenditoriali.

Procedura di Rideterminazione del Valore

Per usufruire dell’affrancamento, il contribuente deve seguire una procedura specifica, che include la redazione di una perizia giurata da parte di un professionista abilitato. Il valore delle partecipazioni o dei terreni deve essere determinato alla data del 1° gennaio 2024, e la perizia deve essere asseverata entro il 30 novembre 2024. Questo passaggio è essenziale per fissare il valore sul quale verrà applicata l’imposta sostitutiva.

Il contribuente deve poi versare l’imposta sostitutiva del 16%, potendo scegliere se pagare in un’unica soluzione o rateizzare il versamento in tre rate annuali. Il pagamento della prima rata, o dell’importo totale, deve avvenire entro il 30 novembre 2024. Le eventuali rate successive devono essere pagate entro il 30 novembre 2025 e 30 novembre 2026, con l’aggiunta di un interesse annuo del 3%.

La Perizia di Stima per le Partecipazioni Non Negoziate

La perizia giurata, necessaria per partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati, deve essere redatta da un professionista iscritto all’albo dei dottori commercialisti, dei ragionieri o dei revisori contabili. Per quanto riguarda i terreni, sono abilitati anche professionisti come ingegneri, agronomi e geometri.

La perizia certifica il valore delle partecipazioni o dei terreni alla data del 1° gennaio 2024 e rappresenta il documento essenziale per definire l’importo dell’imposta sostitutiva da versare. Nonostante il costo della perizia possa rappresentare un onere aggiuntivo per il contribuente, questo costo è deducibile fiscalmente, migliorando la convenienza della procedura.

Proroga al 30 Novembre 2024

Una delle novità più rilevanti per il 2024 riguarda la proroga dei termini. Inizialmente, la scadenza per la presentazione della perizia e il versamento dell’imposta sostitutiva era fissata al 30 giugno 2024. Tuttavia, il Decreto Omnibus del 7 agosto 2024 ha esteso il termine fino al 30 novembre 2024, offrendo ai contribuenti un ulteriore margine di tempo per organizzare la procedura.

La proroga agevola in particolar modo le imprese familiari e le piccole e medie imprese, facilitando operazioni di riorganizzazione aziendale e passaggio generazionale, senza l’urgenza di chiudere le operazioni entro il primo semestre dell’anno.

La Rateizzazione dell’Imposta Sostitutiva

Per coloro che non intendono versare l’imposta sostitutiva in un’unica soluzione, è possibile rateizzare l’importo in tre rate annuali. La prima rata deve essere versata entro il 30 novembre 2024, mentre le successive due rate dovranno essere versate entro il 30 novembre 2025 e il 30 novembre 2026. È previsto un interesse annuo del 3% sulle rate successive alla prima.

Questo meccanismo di rateizzazione rende più agevole l’affrancamento anche per quei soggetti che non dispongono immediatamente della liquidità necessaria per coprire l’intero ammontare dell’imposta.

 

Affrancamento e Passaggio Generazionale nelle PMI

Un aspetto particolarmente rilevante dell’affrancamento è il suo ruolo nel facilitare il passaggio generazionale nelle imprese familiari italiane, uno dei pilastri del sistema imprenditoriale nazionale. Grazie alla rideterminazione del valore delle partecipazioni, l’affrancamento riduce l’imposizione fiscale sulle plusvalenze, rendendo meno oneroso il trasferimento di quote aziendali da una generazione all’altra.

Questo strumento si rivela particolarmente utile per le PMI che devono affrontare il ricambio generazionale e che possono sfruttare l’affrancamento per riorganizzare la propria struttura societaria senza subire penalizzazioni fiscali eccessive.

Vendita di Partecipazioni Rivalutate a Prezzi Inferiori alla Perizia

Una delle questioni più frequenti riguarda la possibilità di vendere le partecipazioni a un prezzo inferiore rispetto al valore determinato dalla perizia. In questi casi, la normativa permette comunque di mantenere i benefici dell’affrancamento, senza che sia necessario rivedere il valore delle partecipazioni o procedere a una nuova perizia. La cessione a un prezzo inferiore non invalida dunque l’affrancamento, purché la vendita avvenga in conformità con le regole previste dalla normativa fiscale.

Aspetti Fiscali Legati alla Successione e Donazione di Partecipazioni

In caso di successione mortis causa o di donazione di partecipazioni, le conseguenze fiscali variano sensibilmente. In caso di donazione, il donatario subentra nella posizione fiscale del donante, mantenendo gli eventuali benefici dell’affrancamento effettuato in precedenza. Tuttavia, in caso di successione, l’erede non eredita il valore affrancato, ma deve determinare il valore delle partecipazioni secondo le regole ordinarie, basate sul valore contabile dichiarato nella successione.

La Rinuncia all’Affrancamento: Possibilità di Rimborso?

Se un contribuente decide di rinunciare all’affrancamento dopo aver versato la prima rata dell’imposta sostitutiva, non ha diritto al rimborso di quanto pagato. La procedura di affrancamento, una volta avviata, è infatti considerata irrevocabile, e il contribuente è comunque obbligato a completare il pagamento delle rate successive, se previste.

Alcune interpretazioni giurisprudenziali hanno tuttavia aperto a una possibile revisione di questa rigidità, ma la linea prevalente conferma l’impossibilità di ottenere il rimborso delle somme già versate.

L’Affrancamento Come Strumento di Ottimizzazione Fiscale

L’affrancamento rappresenta uno strumento di grande efficacia per ottimizzare la gestione fiscale delle plusvalenze generate dalla cessione di partecipazioni e terreni. Tuttavia, non sempre conviene procedere all’affrancamento. È importante valutare attentamente se la rideterminazione del valore sia più conveniente rispetto al regime ordinario di tassazione delle plusvalenze, soprattutto in caso di partecipazioni rivalutate con aliquote molto basse in passato.

Penalità e Sanzioni per l’Omessa Dichiarazione

La mancata indicazione dei dati relativi all’affrancamento nella dichiarazione dei redditi costituisce una violazione formale, punibile con sanzioni amministrative che vanno da 258 a 2.065 euro. Tuttavia, l’omessa dichiarazione non inficia gli effetti dell’affrancamento stesso, purché l’imposta sostitutiva sia stata correttamente versata.

 

Con la proroga dei termini al 30 novembre 2024, i contribuenti hanno più tempo per organizzare la perizia e procedere con il pagamento dell’imposta sostitutiva. Tuttavia, è fondamentale rispettare tutte le scadenze e compilare correttamente la dichiarazione dei redditi per evitare penalizzazioni.

Per ottenere assistenza professionale e personalizzata il nostro Studio è a vostra disposizione.

FAQ

Chi può beneficiare dell’affrancamento dei valori nel 2024?
Persone fisiche, società semplici, enti non commerciali e soggetti non residenti senza stabile organizzazione in Italia.

Quali sono le scadenze per l’affrancamento nel 2024?
La scadenza per la presentazione della perizia e il pagamento dell’imposta sostitutiva è il 30 novembre 2024.

Cosa succede se non si paga una rata dell’imposta sostitutiva?
Il mancato pagamento di una rata comporta la perdita dei benefici dell’affrancamento, ma non dà diritto al rimborso delle somme già versate.

Posso vendere una partecipazione rivalutata a un prezzo inferiore a quello della perizia?
Sì, ma la cessione non genererà plusvalenze tassabili.

Cosa accade in caso di successione o donazione di partecipazioni rivalutate?
Il donatario subentra nella posizione fiscale del donante, ma in caso di successione mortis causa l’erede non eredita il valore affrancato.

Con l’introduzione del Decreto Legislativo n. 87 del 2024, parte della riforma fiscale approvata dal legislatore, il sistema sanzionatorio tributario ha subito una profonda revisione.

A partire dal 1° settembre 2024, le nuove sanzioni applicabili si propongono di rendere il regime più proporzionato e meno gravoso, pur mantenendo una rigida applicazione della normativa in caso di infrazioni.

La base giuridica delle nuove sanzioni tributarie è contenuta principalmente nel D.Lgs. n. 471/1997 e nel D.Lgs. n. 472/1997, entrambi modificati dal Decreto Legislativo n. 87/2024. Questi decreti, in origine concepiti per disciplinare il sistema sanzionatorio in ambito tributario, sono stati aggiornati per allinearsi ai principi della riforma fiscale. Tra le novità principali vi è la riduzione delle sanzioni applicabili per numerose violazioni, tra cui l’omessa, tardiva o infedele dichiarazione, l’omesso versamento di imposte e l’errata detrazione IVA.

La Logica della Riforma e i Principi Applicati

Le nuove disposizioni seguono i principi di proporzionalità e offensività. L’intento del legislatore è stato quello di adottare un approccio più bilanciato, limitando l’imposizione di sanzioni a violazioni che abbiano un impatto concreto sulle azioni di controllo. Di conseguenza, le violazioni meramente formali, che non creano pregiudizio per il fisco, non saranno più punibili. Un altro principio cardine è l’esclusione del cosiddetto “favor rei”, il che significa che le nuove sanzioni si applicheranno esclusivamente alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, creando così un sistema a doppio binario: una normativa per le violazioni antecedenti a tale data e una per quelle successive.

Sanzioni per Dichiarazioni Omessa, Tardiva o Infedele

Uno degli ambiti di maggiore impatto della riforma riguarda le sanzioni per la dichiarazione omessa, tardiva o infedele. La dichiarazione omessa, in particolare, comporta ora una sanzione minima pari al 120% delle imposte dovute, con una soglia minima di 250 euro, un importo che resta invariato rispetto al precedente regime.

Dichiarazione Omessa

Nel caso di dichiarazione omessa, presentata entro il termine della dichiarazione per l’anno successivo, la sanzione, che precedentemente variava dal 60% al 120% delle imposte dovute, è stata completamente eliminata per le violazioni successive al 1° settembre 2024. Per le dichiarazioni omesse presentate oltre i 90 giorni, ma comunque entro il termine dell’accertamento, la sanzione si attesta ora al 75% delle imposte dovute.

Dichiarazione Infedele

La dichiarazione infedele, ovvero la presentazione di una dichiarazione con errori significativi o omissioni, è stata anch’essa oggetto di revisione. Le sanzioni sono state ridotte dal precedente intervallo compreso tra il 90% e il 180% della maggiore imposta dovuta, al 70%. Tuttavia, per i casi più gravi, come l’utilizzo di documentazione falsa o artifici fraudolenti, le sanzioni possono raggiungere fino al 140% dell’imposta dovuta.

Sanzioni Relative ai Versamenti di Imposte Omessi o Ritardati

Un altro cambiamento significativo riguarda i versamenti omessi o ritardati. In precedenza, la sanzione per omessi versamenti era pari al 30% dell’importo non versato. Dal 1° settembre 2024, tale sanzione scenderà al 25%. Inoltre, per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore ai 90 giorni, la sanzione sarà ridotta al 12,5%, una misura che mira a incentivare i contribuenti a regolarizzare la loro posizione in tempi brevi.

Crediti d’Imposta Inesistenti o Non Spettanti

L’utilizzo di crediti d’imposta inesistenti o non spettanti rappresenta una delle violazioni più gravi secondo il nuovo regime sanzionatorio. La sanzione ordinaria per tali violazioni, che in precedenza era pari al 30%, è stata ora ridotta al 25%. Tuttavia, in caso di utilizzo fraudolento di crediti inesistenti, ad esempio mediante l’uso di documentazione falsa, la sanzione può variare dal 105% al 140% dell’importo del credito stesso.

Sanzioni per Violazioni Relative all’IVA

Le sanzioni per violazioni IVA, come l’omessa o infedele dichiarazione, sono state oggetto di un’importante revisione. In caso di dichiarazione omessa, la sanzione minima resta pari al 120% dell’imposta dovuta. Tuttavia, la dichiarazione infedele, qualora l’errore sia inferiore al 3% dell’IVA dichiarata e comunque non superi i 30.000 euro, vedrà una sanzione ridotta al 46,67%, con l’intento di proporzionare meglio le sanzioni alle violazioni minori.

Violazioni nella Documentazione e Registrazione delle Operazioni Imponibili

Un aspetto cruciale del nuovo regime riguarda le sanzioni per la mancata documentazione o registrazione delle operazioni imponibili. La sanzione minima è stata ridotta dal 90% al 70% dell’IVA non documentata o registrata, con una soglia minima di 300 euro. Anche qui si cerca di ridurre l’impatto sanzionatorio per le violazioni meno gravi, pur mantenendo un sistema di controllo rigoroso.

Violazioni Relative alla Trasmissione dei Corrispettivi e Altre Violazioni Minori

La mancata trasmissione o la trasmissione incompleta dei corrispettivi giornalieri è ora soggetta a una sanzione pari a 100 euro per ciascuna trasmissione, fino a un massimo di 1.000 euro per trimestre. Questa riduzione rispetto al passato è stata introdotta per rendere il sistema meno penalizzante, soprattutto per le piccole imprese che potrebbero incorrere in errori tecnici o ritardi di lieve entità.

Le Novità Sanzionatorie per le Operazioni Internazionali

Anche le operazioni internazionali, come le esportazioni e le cessioni intra-UE, sono oggetto delle nuove disposizioni. Le sanzioni per la mancata corretta applicazione dell’IVA in tali casi sono state ridotte al 50% dell’imposta dovuta, mentre in precedenza potevano raggiungere il 100% o più. Questo si inserisce in un contesto di semplificazione del regime sanzionatorio per agevolare le operazioni internazionali.

Il Cumulo Giuridico delle Sanzioni

Un’importante novità introdotta dal Decreto Legislativo n. 87/2024 è l’applicazione del cumulo giuridico per tutte le violazioni della stessa indole commesse con più azioni, indipendentemente dal fatto che si tratti di violazioni formali o sostanziali. Questo principio consente di applicare una sanzione unica per tutte le violazioni rilevate, riducendo così l’entità complessiva delle pene.

 L’Applicazione del Ravvedimento Operoso

Le nuove disposizioni favoriscono un utilizzo più ampio del ravvedimento operoso, permettendo ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione prima che siano avviati procedimenti amministrativi o ispezioni. Grazie alle nuove regole, il ravvedimento consente di ridurre le sanzioni fino a un terzo del minimo edittale, rendendo così più conveniente la regolarizzazione volontaria.

Responsabilità delle Società ed Enti

Per quanto riguarda le società e gli enti, con o senza personalità giuridica, il nuovo regime prevede che le sanzioni siano imputate direttamente alla società o all’ente, limitando la responsabilità personale degli amministratori. Tuttavia, resta ferma la responsabilità solidale prevista dal Codice civile per i soggetti privi di personalità giuridica.

Modalità di Pagamento e Rateizzazione delle Sanzioni

Una delle novità più rilevanti è la possibilità di rateizzare le sanzioni in caso di definizione della controversia. I contribuenti possono scegliere di pagare le sanzioni in un massimo di 8 rate trimestrali, o fino a 16 rate trimestrali per importi superiori a 50.000 euro, con l’aggiunta di interessi sulle rate successive alla prima.

 

Per affrontare in modo efficace queste nuove disposizioni normative e garantire la piena conformità, è consigliabile rivolgersi a esperti del settore.
Lo Studio Pallino Commercialisti è a vostra disposizione per fornire consulenza e assistenza personalizzata.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del MEF del 29 aprile 2024, avvenuta il 10 settembre 2024, segna l’entrata in vigore ufficiale delle modifiche agli ISA applicabili al periodo d’imposta 2023. Questo decreto rappresenta l’ultimo tassello di un processo di revisione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, finalizzato ad adeguarli alla congiuntura economica registrata lo scorso anno e a introdurre nuove regole per gli indici di concentrazione della domanda e dell’offerta per area territoriale.

Tra le novità più rilevanti vi sono l’introduzione di misure di ciclo settoriale, la modifica delle note tecniche e metodologiche e l’aggiornamento delle regole relative alla territorialità. Questi cambiamenti sono stati progettati per rendere gli ISA uno strumento ancora più preciso e aderente alla realtà economica dei contribuenti, tenendo conto delle specificità dei diversi settori e territori.

L’aggiornamento degli ISA comporta anche un adeguamento del software “Il tuo ISA 2024 CPB” messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Questo strumento è fondamentale per i contribuenti, in quanto consente di calcolare correttamente il proprio punteggio ISA, elemento fondamentale  per la dichiarazione dei redditi e per determinare eventuali benefici fiscali.

Implicazioni per i Contribuenti: Nuovi Calcoli e Scadenze

La revisione degli ISA ha un impatto diretto sui contribuenti che sono soggetti a questi indici. In particolare, coloro che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi senza tener conto delle nuove regole potrebbero trovarsi nella necessità di effettuare un nuovo calcolo del punteggio ISA. Questo ricalcolo potrebbe influenzare le imposte già versate a titolo di acconto e saldo, rendendo necessario un adeguamento degli importi.

Il punteggio ISA non è solo un indicatore dell’affidabilità fiscale del contribuente, ma è anche determinante per l’accesso a misure come il concordato preventivo biennale. Un punteggio errato o non aggiornato potrebbe precludere l’accesso a tali benefici, con conseguenze finanziarie significative per il contribuente.

La scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi è fissata al 31 ottobre 2024. Tuttavia, vista la pubblicazione tardiva del decreto, ci si interroga sulla possibilità di una proroga. L’Associazione Nazionale Commercialisti, attraverso il suo presidente Marco Cuchel, ha sollevato la questione, evidenziando il mancato rispetto delle tempistiche previste dallo Statuto del Contribuente.

 

Il Rispetto dello Statuto del Contribuente e le Tempistiche Normative

Lo Statuto del Contribuente, sancito dalla Legge n. 212/2000, rappresenta un pilastro fondamentale nel rapporto tra fisco e contribuenti. L’articolo 6, comma 3, stabilisce che i modelli di dichiarazione, le istruzioni per la compilazione e i servizi telematici devono essere messi a disposizione almeno 60 giorni prima della scadenza prevista per l’adempimento.

La pubblicazione tardiva del Decreto del MEF e l’aggiornamento degli strumenti necessari per il calcolo degli ISA non rispettano questa tempistica, creando una situazione di incertezza e difficoltà per i contribuenti e i professionisti che li assistono. La mancanza di un adeguato preavviso rende complessa la corretta applicazione delle nuove regole entro le scadenze previste, sollevando dubbi sulla legittimità dell’obbligo di adeguamento retroattivo.

Marco Cuchel ha sottolineato come l’introduzione di norme con effetti retroattivi rappresenti una violazione delle disposizioni dello Statuto del Contribuente, mettendo in evidenza la necessità di una proroga delle scadenze per consentire ai contribuenti di adeguarsi correttamente alle nuove disposizioni.

ISA: Uno Strumento Chiave per l’Affidabilità Fiscale

Gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale sono strumenti che valutano l’affidabilità fiscale dei contribuenti attraverso un punteggio che varia da 1 a 10. Questo punteggio viene calcolato sulla base dei dati economici, contabili e strutturali comunicati dal contribuente all’Agenzia delle Entrate, utilizzando modelli appositi.

Un punteggio elevato non solo attesta una maggiore affidabilità fiscale, ma consente anche l’accesso a benefici premiali, come l’esclusione da alcune tipologie di accertamento o la riduzione dei termini di prescrizione. Gli ISA sono quindi fondamentali per i contribuenti che desiderano mantenere un rapporto trasparente e collaborativo con l’amministrazione fiscale.

La corretta applicazione degli ISA richiede una comprensione approfondita dei modelli di business (MoB) utilizzati per classificare le imprese e degli indicatori elementari di affidabilità e anomalia che compongono il punteggio finale. Questi indicatori valutano la coerenza dei dati contabili e l’eventuale presenza di anomalie o incongruenze rispetto ai dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

La comprensione approfondita delle nuove regole, l’adeguamento tempestivo delle procedure e la consulenza con professionisti esperti diventano elementi essenziali per garantire la conformità fiscale e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal sistema degli ISA.

Per consulenze ed approfondimenti circa le modifiche agli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale per il Periodo d’Imposta 2023 il nostro staff è a vostra completa disposizione.

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